Il mio psicologo pensa che sono brutta?

Durante il mio ultimo incontro con il mio psicoterapeuta abbiamo parlato della mia bassa autostima e di come io mi veda brutta e mai all’altezza di nessuno.
Ho fatto presente che la mia preoccupazione sull’essere percepita come attraente dalle altre persone sia anche dovuto al fatto che non ho mai avuto una relazione con nessun uomo e che credo ciò sia strettamente collegato alla mia presunta bruttezza.
Lui mi ha quindi chiesto se nella mia vita ho mai visto donne che io consideravo poco attraenti che fossero in una relazione.
Penso lui volesse farmi capire che la bruttezza/bellezza non siano strettamente collegate all’essere in una relazione, tuttavia sono convinta che lui mi abbia chiesto ciò in quanto anche lui pensa io non sia attraente e volesse farmi capire che c’è speranza anche per me.
Questo pensiero mi sta logorando e il nostro appuntamento è tra due settimane quindi non so come fare a rasserenarmi nel frattempo.
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Gentile utente,
premetto che ogni interpretazione, fantasia, emozione o comportamento che nascano dalla terapia vanno riferiti al curante, perché sono strumenti della terapia stessa, ossia materiale necessario alla cura.
Rispondo ai suoi dubbi perché vedrà il suo curante solo tra due settimane, ma soprattutto per chiarire qualche equivoco anche in altri che ci leggono.
Lei chiede a noi: "Il mio curante pensa che sono brutta?"
Certo si rende conto che per rispondere alla sua domanda a noi mancano due dati fondamentali: il suo aspetto, e i gusti estetici del curante, del resto assolutamente irrilevanti ai fini della terapia.
Lei vorrebbe evincere il giudizio del curante dalle parole che lui ha detto, premettendo una tortuosa affermazione in cui mischia la percezione di sé col fatto che non ha mai avuto relazioni e giunge alla deduzione che quest'ultimo fatto da un canto dipende dal suo aspetto, dall'altro determina la sua percezione.
Ora una cosa o è causa, oppure è effetto, insegna la logica. O lei non è attraente, e per questo non ha relazioni, oppure si sente non attraente, pur essendolo, a motivo del fatto che non ha avuto relazioni.
Su questa confusione tra percezione soggettiva, apprezzamento da parte degli altri ed eventuali elementi oggettivi, verificabili e trasformabili, dovrebbe lavorare in terapia, e di fatto il suo curante ha svolto il primo passo chiedendole se non ha mai visto donne che considerava poco attraenti che fossero in una relazione.
Lei a questa domanda, diretta e fondamentale, evita di rispondere, e fugge verso presunte intenzioni del curante: "Penso lui volesse farmi capire che la bruttezza/bellezza non siano strettamente collegate all’essere in una relazione" (ma questo sembra il parere di un'amica), poi addirittura ipotizza un tortuoso pensiero consolatorio: "sono convinta che lui mi abbia chiesto ciò in quanto anche lui pensa io non sia attraente e volesse farmi capire che c’è speranza anche per me".
Provi a prendere invece la domanda nel suo significato diretto e a rispondere, cominciando così a sciogliere i vari nodi che determinano i suoi disagi.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza
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Buonasera dott.ssa Potenza,

la ringrazio per la sua attenta risposta e per le riflessioni che mi ha posto.

Certo, comprendo che rispondere alla mia domanda sia alquanto complesso dato che non mi conosce e concordo sul fatto che in una relazione terapeuta-paziente l’estetica sia irrilevante.

Alla domanda posta dal mio psicologo, ho risposto che sì ne ho viste di donne poco attraenti in una relazione e che la cosa non mi sorprende dato che una relazione è fatta di molto altro. Tuttavia in questa fase della mia vita, il giudizio degli altri sulla mia estetica è più importante della mia stessa opinione (per quanto ciò sia sbagliato). Ecco perché la domanda del terapeuta mi ha messo in crisi: mi chiedo se avrebbe mai posto questa domanda a una donna attraente o se invece avrebbe semplicemente esordito con altre affermazioni o domande (o addirittura complimenti).

In passato ho affrontato la mia bassa autostima con altri terapeuti i quali mi hanno chi risposto con complimenti velati chi cercato di spostare la mia ossessione sull’estetica sulla crescita di altre qualità e valori umani.

La ringrazio ancora per il suo messaggio e le auguro una buona serata.
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