Taboo sessuale con la mia fidanzata
Buongiorno a voi e colui/colei che avrà il garbo di rispondere a quanto sto per scrivervi.
Sono un ragazzo di 24 anni e, da 2 anni ormai, sono in una relazione.
Innamoratissimo, fedelissimo e sicuro del mio sentimento.
Va tutto benissimo, da sempre, dal primo giorno e, con alti e bassi certo, ci scegliamo però ogni giorno.
L’unica stranezza è: in questo lasso temporale, io e la mia lei, abbiamo avuto solo 4 rapporti.
Posto che, anni addietro abbia avuto un infezione intima per la quale si sia condizionata anche la sfera sessuale; avendone parlato e riparlato, giorni fa in un momento alternativo le ho chiesto come sia possibile ciò.
Cioè di non avere completamente voglia di farlo.
La sua risposta è stata che all’inizio di tutto, era improntata come normale che fosse.
Poi di colpo senza capire quando e perché, il nulla cosmico.
Sono un ragazzo di 24 anni e, da 2 anni ormai, sono in una relazione.
Innamoratissimo, fedelissimo e sicuro del mio sentimento.
Va tutto benissimo, da sempre, dal primo giorno e, con alti e bassi certo, ci scegliamo però ogni giorno.
L’unica stranezza è: in questo lasso temporale, io e la mia lei, abbiamo avuto solo 4 rapporti.
Posto che, anni addietro abbia avuto un infezione intima per la quale si sia condizionata anche la sfera sessuale; avendone parlato e riparlato, giorni fa in un momento alternativo le ho chiesto come sia possibile ciò.
Cioè di non avere completamente voglia di farlo.
La sua risposta è stata che all’inizio di tutto, era improntata come normale che fosse.
Poi di colpo senza capire quando e perché, il nulla cosmico.
Gentile Utente,
grazie per aver condiviso con tanta cura e delicatezza una parte così intima e complessa della sua esperienza. È evidente il rispetto, l'amore e la dedizione con cui vive questa relazione, e il modo in cui si pone già dice molto del tipo di persona che è.
Lavoro molto spesso con persone che portano vissuti simili al suo, e la sua domanda tocca un nodo profondo, che riguarda non solo la sessualità, ma anche il significato che ciascuno di noi attribuisce all’intimità, al desiderio, e al modo in cui questi si trasformano nel tempo all’interno di una relazione stabile.
Quando lei racconta che "di colpo, senza capire quando e perché" qualcosa è cambiato, viene da chiedersi: cosa può essere accaduto (non tanto fuori, ma dentro) nella sua compagna, in lei come partner o tra voi, che non è stato ancora nominato? Quali emozioni si sono forse fatte silenziose, confuse o difficili da riconoscere?
A volte ciò che sembra una "mancanza di desiderio" può parlare con un altro linguaggio: può essere una forma di protezione, un tentativo di adattamento, un riflesso di memorie corporee non ancora elaborate o una conseguenza di aspettative interiorizzate su come "dovrebbe" essere una relazione sana.
Si è chiesto, ad esempio, cosa rappresenta per lei il desiderio? E cosa sente quando, nonostante l’amore profondo, questa dimensione sembra mancare? Come vive lei questa assenza, nel corpo e nel pensiero? È una sofferenza che si fa silenziosa? Oppure una domanda che inizia appena a farsi strada?
E ancora: com’è cambiato nel tempo il vostro modo di cercarvi, di toccarvi, di stare vicini? Ci sono stati momenti in cui ha sentito che il linguaggio tra voi stava cambiando, anche se nessuno lo diceva apertamente? Riesce a riconoscere se ci sono bisogni nuovi, suoi o della sua compagna, che forse non hanno ancora trovato parole? Quando ha sentito per la prima volta che qualcosa nella sfera sessuale stava cambiando? Che posto ha il corpo nella vostra relazione, anche al di là della sessualità?
Queste domande non chiedono risposte immediate, ma possono agire come piccoli semi.
Non esiste una "normalità" assoluta nella sessualità: esiste ciò che è vero, autentico, vivo, e questo a volte ha bisogno di essere riscoperto, decifrato, o guardato da un’altra angolatura, con uno sguardo che non giudica ma che accoglie e comprende.
Il modo in cui sta cercando di dare voce a questa parte del suo legame, con delicatezza e profondità, è già un segnale importante.
A volte, quando qualcosa in noi o nella relazione cambia senza un motivo apparente, non si tratta tanto di cercare risposte immediate, quanto di avere il coraggio di restare nella domanda. È lì che, lentamente, iniziano ad emergere verità più profonde.
Spero che queste riflessioni possano esserle utili.
Resto a disposizione, un caro saluto
E.S.
grazie per aver condiviso con tanta cura e delicatezza una parte così intima e complessa della sua esperienza. È evidente il rispetto, l'amore e la dedizione con cui vive questa relazione, e il modo in cui si pone già dice molto del tipo di persona che è.
Lavoro molto spesso con persone che portano vissuti simili al suo, e la sua domanda tocca un nodo profondo, che riguarda non solo la sessualità, ma anche il significato che ciascuno di noi attribuisce all’intimità, al desiderio, e al modo in cui questi si trasformano nel tempo all’interno di una relazione stabile.
Quando lei racconta che "di colpo, senza capire quando e perché" qualcosa è cambiato, viene da chiedersi: cosa può essere accaduto (non tanto fuori, ma dentro) nella sua compagna, in lei come partner o tra voi, che non è stato ancora nominato? Quali emozioni si sono forse fatte silenziose, confuse o difficili da riconoscere?
A volte ciò che sembra una "mancanza di desiderio" può parlare con un altro linguaggio: può essere una forma di protezione, un tentativo di adattamento, un riflesso di memorie corporee non ancora elaborate o una conseguenza di aspettative interiorizzate su come "dovrebbe" essere una relazione sana.
Si è chiesto, ad esempio, cosa rappresenta per lei il desiderio? E cosa sente quando, nonostante l’amore profondo, questa dimensione sembra mancare? Come vive lei questa assenza, nel corpo e nel pensiero? È una sofferenza che si fa silenziosa? Oppure una domanda che inizia appena a farsi strada?
E ancora: com’è cambiato nel tempo il vostro modo di cercarvi, di toccarvi, di stare vicini? Ci sono stati momenti in cui ha sentito che il linguaggio tra voi stava cambiando, anche se nessuno lo diceva apertamente? Riesce a riconoscere se ci sono bisogni nuovi, suoi o della sua compagna, che forse non hanno ancora trovato parole? Quando ha sentito per la prima volta che qualcosa nella sfera sessuale stava cambiando? Che posto ha il corpo nella vostra relazione, anche al di là della sessualità?
Queste domande non chiedono risposte immediate, ma possono agire come piccoli semi.
Non esiste una "normalità" assoluta nella sessualità: esiste ciò che è vero, autentico, vivo, e questo a volte ha bisogno di essere riscoperto, decifrato, o guardato da un’altra angolatura, con uno sguardo che non giudica ma che accoglie e comprende.
Il modo in cui sta cercando di dare voce a questa parte del suo legame, con delicatezza e profondità, è già un segnale importante.
A volte, quando qualcosa in noi o nella relazione cambia senza un motivo apparente, non si tratta tanto di cercare risposte immediate, quanto di avere il coraggio di restare nella domanda. È lì che, lentamente, iniziano ad emergere verità più profonde.
Spero che queste riflessioni possano esserle utili.
Resto a disposizione, un caro saluto
E.S.
Dott.ssa Elisa Scuderi
Psicologa | A Genova e online
📧 elisascuderi.ge@gmail.com
3774810243
www.psicologoagenova.wordpress.com
Utente
La ringrazio anzitutto per la celere risposta, completa. Cercherò di rispondere a quanti più interrogativi lei abbia posto nella sua stesura, nella speranza che questi siano validi . Sono molto passionale, romantico e la ricerca della nostra intimità nei due anni, da parte mia, è sempre rimasta viva. Mai invariata. Non per un bisogno fisico però, lungi da me. Quanto invece alla voglia, costante, di dar sfogo mi permetta il termine, al sentimento di cui le parlavo. Certo determinato anche dalla giovane età. Sottolineo, seppur con dei rifiuti nel corso. Giochiamo molto con i nostri corpi al di fuori dell’amplesso. I sono molto sicuro di me e, tramite ciò, cerco anche di annientare alcune sue insicurezze. Ma siamo molto affini, anche spogli di vesti. Solo che, non appena io faccia riferimento all’atto in sé Dall’altra parte vedo il muro. E anzi, m’è spesso venuto in mente che, in quelle 4 volte che sia successo, si sia trattato più di un lo faccio per lui e nulla più. Logorandomi quindi.
Gentile Utente,
colpisce la maturità con cui riesce a distinguere tra desiderio fisico e desiderio affettivo: in lei sembra esserci una spinta profonda a voler condividere, più che ottenere.
Eppure, nonostante questa apertura e la forte affinità, qualcosa si blocca proprio nel momento in cui l’intimità vorrebbe diventare anche sessuale. Si è chiesto cosa può rappresentare, per lei, quell’"atto in sé"? E cosa significa, per lei, sentirsi accolto in quel desiderio? Cosa succede, dentro di lei, quando si scontra con quel "muro"? È frustrazione, o è più una forma sottile di solitudine?
Il fatto che lei percepisca (anche solo come possibilità) che quelle poche volte siano avvenute "per farle un favore", è una sensazione che tocca nel profondo.
In che modo sta custodendo oggi questa parte ferita dentro di sé? E quale spazio sente di avere per esprimere ciò che davvero prova, senza timore di compromettere l’equilibrio della coppia?
E infine: se fosse possibile creare uno spazio in cui il desiderio potesse essere esplorato senza aspettative, senza dover riuscire in qualcosa, che cosa diventerebbe allora per voi la sessualità?
Naturalmente, queste osservazioni sono legate al vissuto che lei qui sta descrivendo: ma sarebbe opportuno conoscere anche il vissuto della sua partner, le sue sensazioni, ciò che sente. Come vive, lei, questa situazione? Cosa potrebbe significare per lei sentirsi desiderata? Ha mai avuto spazio per raccontare, senza paura di deludere, cosa prova davvero rispetto alla sessualità? Potrebbe essere che, più che mancare il desiderio, ci sia qualcosa che lo frena? Cosa teme, se cede a quel tipo di intimità? Di perdere sé stessa? Di sentirsi invasa? Di non essere compresa?
Quando i vissuti diventano complessi da decifrare da soli, può essere prezioso avere uno spazio protetto dove portare insieme queste domande. Il mio consiglio è quello di rivolgervi ad un professionista, che possa supportarvi nell'esplorazione di queste dinamiche.
Un luogo terzo, che non prende posizione, ma che aiuta entrambi a comprendersi con uno sguardo nuovo, più libero da paure, aspettative o interpretazioni silenziose.
Non è sempre segno di crisi, anzi. A volte, scegliere di farsi accompagnare in questo tratto del percorso significa proprio riconoscere il valore della relazione.
E offrire al legame una possibilità in più di evolversi, non contro le difficoltà, ma attraverso di esse.
Resto a disposizione, un caro saluto
E.S.
colpisce la maturità con cui riesce a distinguere tra desiderio fisico e desiderio affettivo: in lei sembra esserci una spinta profonda a voler condividere, più che ottenere.
Eppure, nonostante questa apertura e la forte affinità, qualcosa si blocca proprio nel momento in cui l’intimità vorrebbe diventare anche sessuale. Si è chiesto cosa può rappresentare, per lei, quell’"atto in sé"? E cosa significa, per lei, sentirsi accolto in quel desiderio? Cosa succede, dentro di lei, quando si scontra con quel "muro"? È frustrazione, o è più una forma sottile di solitudine?
Il fatto che lei percepisca (anche solo come possibilità) che quelle poche volte siano avvenute "per farle un favore", è una sensazione che tocca nel profondo.
In che modo sta custodendo oggi questa parte ferita dentro di sé? E quale spazio sente di avere per esprimere ciò che davvero prova, senza timore di compromettere l’equilibrio della coppia?
E infine: se fosse possibile creare uno spazio in cui il desiderio potesse essere esplorato senza aspettative, senza dover riuscire in qualcosa, che cosa diventerebbe allora per voi la sessualità?
Naturalmente, queste osservazioni sono legate al vissuto che lei qui sta descrivendo: ma sarebbe opportuno conoscere anche il vissuto della sua partner, le sue sensazioni, ciò che sente. Come vive, lei, questa situazione? Cosa potrebbe significare per lei sentirsi desiderata? Ha mai avuto spazio per raccontare, senza paura di deludere, cosa prova davvero rispetto alla sessualità? Potrebbe essere che, più che mancare il desiderio, ci sia qualcosa che lo frena? Cosa teme, se cede a quel tipo di intimità? Di perdere sé stessa? Di sentirsi invasa? Di non essere compresa?
Quando i vissuti diventano complessi da decifrare da soli, può essere prezioso avere uno spazio protetto dove portare insieme queste domande. Il mio consiglio è quello di rivolgervi ad un professionista, che possa supportarvi nell'esplorazione di queste dinamiche.
Un luogo terzo, che non prende posizione, ma che aiuta entrambi a comprendersi con uno sguardo nuovo, più libero da paure, aspettative o interpretazioni silenziose.
Non è sempre segno di crisi, anzi. A volte, scegliere di farsi accompagnare in questo tratto del percorso significa proprio riconoscere il valore della relazione.
E offrire al legame una possibilità in più di evolversi, non contro le difficoltà, ma attraverso di esse.
Resto a disposizione, un caro saluto
E.S.
Dott.ssa Elisa Scuderi
Psicologa | A Genova e online
📧 elisascuderi.ge@gmail.com
3774810243
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Utente
Lieto d’una sua ulteriore risposta, mi auguro che la conversazione non svanisca. Le spiego; essere accolto in quel desiderio e dunque, buttar giù quel muro metaforicamente parlando, significherebbe fondere ancor più le nostre anime. I corpi anch’essi, in una ballata dove vi siano solo i sentimenti, l’ardore della passione e qualche pizzico di vulnerabilità. Sono un grande ascoltatore ancor prima dell’essere un mediocre scrittore e questo, mi ha aiutato nel corso di questi due anni a tirar fuori l’argomento. Sporadicamente, poiché non le arrecassi disagio. Nella maniera quanto più delicata e dolce possibile. Cercando di capire dove, quando, perché e a causa di cosa ci fosse questa situazione. Si è espressa solo dicendo sia svanita la voglia dell’atto insomma. Dottoressa, mi chiedeva come impiegassi le mie sensazioni e tutto ciò che posso dirle è che lascio trovino spazio dentro di me. Se non con la mia lei, non ho null’altri con cui parlarne.
E' evidente quanto amore, rispetto e profondità stia mettendo in questo legame e quanto dolore, altrettanto silenzioso, si sia fatto spazio nel tempo.
Lei parla di corpi che si fondono in una ballata fatta di sentimento, passione e vulnerabilità. Eppure, proprio lì dove desidera essere accolto pienamente, qualcosa si ferma. E resta non detto.
Accade, a volte, che in una coppia uno dei due senta il bisogno di contenere ciò che prova, per non turbare l’altro. Ma nel farlo, rischia di allontanarsi da sé.
Ha già fatto molto: ha posto domande, ha ascoltato, ha atteso. Forse ora la domanda più importante è: chi accoglie lei, quando questo bisogno resta sospeso?
Ci sono spazi in cui ciò che non può essere detto con chi si ama può comunque trovare voce. Per non restare chiuso dentro.
E per continuare a proteggere l’amore, senza perdere sé stessi.
Un caro saluto
E.S.
Lei parla di corpi che si fondono in una ballata fatta di sentimento, passione e vulnerabilità. Eppure, proprio lì dove desidera essere accolto pienamente, qualcosa si ferma. E resta non detto.
Accade, a volte, che in una coppia uno dei due senta il bisogno di contenere ciò che prova, per non turbare l’altro. Ma nel farlo, rischia di allontanarsi da sé.
Ha già fatto molto: ha posto domande, ha ascoltato, ha atteso. Forse ora la domanda più importante è: chi accoglie lei, quando questo bisogno resta sospeso?
Ci sono spazi in cui ciò che non può essere detto con chi si ama può comunque trovare voce. Per non restare chiuso dentro.
E per continuare a proteggere l’amore, senza perdere sé stessi.
Un caro saluto
E.S.
Dott.ssa Elisa Scuderi
Psicologa | A Genova e online
📧 elisascuderi.ge@gmail.com
3774810243
www.psicologoagenova.wordpress.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 739 visite dal 22/07/2025.
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