Cosa ho che non va?

Salve a tutti
Vorrei sapere se è il caso di preoccuparmi su una serie di sintomi che continuo ad avere.
Sono una ragazza di 30 anni.
Ho un lavoro, un hobby e vivo da sola.
Ho difficoltà estrema nelle relazioni.
Da qualche anno soffro di ansia e ho paura di avere una malattia mentale (ho fatto psicoterapia dopo la rottura con il mio primo ragazzo poi dopo 2 anni ho interrotto).
Mi sento spesso triste e ansiosa.
Passo tanto tempo a casa e mi perdo.
Passa il tempo e non me ne accorgo.
Dimentico spesso le cose ma la sensazione più brutta è che non mi ricordo come ero prima e spesso sento una distanza strana con gli altri anche amici di una vita e con la mia famiglia. È come se fossero emotivamente estranei.
In terapia ho capito che a tratti queste sensazioni le ho sempre avute anche se per poco tempo.
Non so se sto esagerando, mi dispiace tanto essere un peso e non voglio giustificarmi delle mie azioni. A volte ho paura che la mia famiglia non mi dice che sono pazza per non farmi stare male anche se ultimamente me l'hanno fatto capire. O che mi allontanano per questo.
Le persone che mi conoscono meglio mi hanno detto a volte che sembra che ho due personalità. Mia sorella mi ha detto che a l'università ho avuto con lei uno scatto di rabbia e non l'ho parlato per una settimana (io non ricordo).
Io prima ci scherzavo, poi mi sono venute le paranoie che mi mentissero. A tratti penso che tutti mi odiano o sono contro di me, poi cerco di razionalizzare.
Durante la terapia mi ero allontanata da tutti e avevo paura di essere manipolata.
A volte che ero io manipolativa e cattiva.
Quando mi è successo in terapia è come se avessi avuto la conferma che sono matta. Non riuscivo più a distinguere le mie emozioni da quelle dell'altro, le mie paranoie dalla realtà, il passato dal presente. Anche se alcune cose erano vere. È come se avessi sempre avuto i prosciutti sugli occhi e finalmente mi fossi svegliata.
Poi sono diventata un automa senza pensieri
Poi rivivo a livello fisico sensazioni forte che ho già vissuto e spesso mi chiedo se è frutto della mia immaginazione, se sto inventando se è solo un brutto sogno.
Ho pochi ricordi, sia passati che recenti. Ma anche di quello che sentivo. A tratti mi vengono.
Almeno un'ora al giorno la dedico a cercare i disturbo psichiatrici per alleviare l'ansia.
Non riesco a definirmi o ad avere un'immagine coerente di me, il che va bene però spesso mi sento fratturata
È come se facessi le cose ma non le sento o non so il perché le faccio e poi a volte mi ritorna il perché.
Tendo tanto ad autoisolarmi. Ho cercato ultimamente di aprirmi di più
Non mi sento quasi mai al sicuro e faccio spesso incubi.
Un periodo mi svegliavo con la paura che uno psicopatico entrasse in casa.
Da qualche giorno mi sta rivenendo questa paura.
Ho paura di stare da sola ma anche con gli altri.
E mi sento sempre ipervigile a cercare di capire le intenzioni dell'altra persona.
Mi vergogno tanto di questo e penso di non avere nessun diritto a "analizzare" gli altri per capire se fidarmi o meno. Prima sui possibili loro disturbi mentali. Vedevo narcisisti dappertutto. Poi ho pensato di esserlo io. Lo chiedevo spesso alla psicologa e mi ha sempre detto di no. Anche qui avevo paura che mi nascondesse qualcosa e pensava che ero un mostro.
Altre volte invece non mi ferisce nulla, non mi importa di nulla. È come se spegnersi il cervello.
Ho spesso crisi di pianto, cerco di nasconderle perché ho paura che pensano che sono pazza (ho paura di esserlo).
Altre volte ho scatti di rabbia. Soprattutto se mi sento presa in giro o se mi dicono che voglio fare la vittima o debole. Voglio essere ascoltata, non voglio giudizi.
Penso di avere tanta rabbia repressa.
E non voglio ferire gli altri per questo.
Non voglio essere cattiva.
Poi ho notato che spesso quando parlo con le persone mi ci rivedo in aspetti loro caratteriali. Anche se non ho un'immagine fissa di me e degli altri. Ho paura di proiettare aspetti negativi di me negli altri.
È come se ogni giorno mi svegliassi senza identità, senza storia, vuota. Non so spiegarlo.
Mi chiudo spesso in casa che è come se fosse il posto in cui posso essere me stessa e allo stesso tempo la mia prigione. Non riesco a casa a concentrarmi sulle attività da svolgere (trascuro la casa) è come se entrassi nel mio mondo, fatto di paure e paranoie. Da piccola passavo spesso il tempo nella stanzetta con mia sorella e con la musica (cosa che faccio ancora adesso).
Non ho una vita sessuale (ho avuto pochissime esperienze e anche lì avevo flash e paura che l'altra persona fosse uno psicopatico) e pochi contatti sociali amichevoli anche se mi sentivo così tanto alienata che mi sono impegnata nel crearne nuovi, senza idealizzare nessuno.
Sono spesso comunque sulla difensiva anche se mantengo una maschera di tranquillità che pian piano sta cadendo e adesso si vede di più la mia instabilità. Ma lo preferisco perché non voglio presentarmi come una persona diversa. Io mi sento di essere sia comprensiva e tranquilla che instabile e psicopatica.
In terapia la psicologa mi diceva che dovevo scegliere le cosa da sola. Adesso lo faccio sulle cose quotidiane ma ho la sensazione interna che devo risolvere qualcosa. Mi sento bloccata. Lo so che devo rimettere in sesto la mia vita e ci vuole lavoro ma adesso voglio capire.
Continuo ad avere flashback anche sulle sedute. Sto vivendo nel passato
Mi sento senza speranza
Scusate

Che cosa ho che non va?
Dr.ssa Elisabetta Carbone Psicologo, Sessuologo 251 10
Buongiorno,

La ringrazio per aver condiviso con tanta apertura e coraggio un vissuto così complesso e articolato. Il suo racconto trasmette una profonda sofferenza interiore, ma anche un forte desiderio di comprensione, chiarezza e cambiamento, elementi fondamentali in un percorso psicologico.

I sintomi che descrive, come il senso di vuoto, la frammentazione dell’identità, l’ipersensibilità relazionale, l’alternanza emotiva, l’autoisolamento, i flashback, le difficoltà mnestiche e le paure irrazionali, meritano attenzione clinica accurata. Non sono segnali da sottovalutare, ma nemmeno da affrontare con auto-diagnosi o con il timore di essere pazza . Piuttosto, sembrano esprimere un dolore psichico stratificato, probabilmente legato a esperienze affettive precoci o vissuti relazionali importanti che hanno lasciato un segno profondo, oggi riattivato o riacutizzato.

Il bisogno di capire cosa stia accadendo dentro di sé, così come il timore di essere cattiva o manipolativa , sono elementi che ritornano spesso in chi sta vivendo un momento di grande confusione identitaria ed emotiva. Anche la difficoltà a fidarsi e il continuo interrogarsi sulle proprie reazioni o su quelle degli altri possono essere legate a un senso di insicurezza relazionale profondo e a una sensibilità particolarmente acuta.

Ha già fatto un primo percorso terapeutico e, da quanto scrive, ha tratto da quell’esperienza anche degli spunti di consapevolezza. Oggi, però, sembra esserci bisogno di una nuova fase di lavoro psicologico, con uno spazio che la accolga senza giudizio e in cui lei possa sentirsi compresa, riconosciuta e soprattutto aiutata a rimettere ordine nella sua esperienza interiore.

Resto a disposizione,

Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483

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