Per la dottoressa Carbone

Buonasera dottoressa.
Volevo parlarle di un ossessione che è sorta ieri e di cui non riesco a liberarmi.
Il contenuto le sembrerà bizzarro ma mi sta recando parecchia ansia.
Ieri ho controllato allo specchio che i miei denti fossero abbastanza puliti.
Subito dopo mi sono messo a letto ed è sorto un dubbio ossessivo molto articolato con questo contenuto: e se nel controllarli avessi creato un ricordo negativo dei tuoi denti e non li mostrassi più?
Se non sorridessi più quando sei con gli altri e da ora in poi nascondessi il tuo sorriso?
Preso da questo dubbio ho iniziato a controllarli allo specchio ripetutamente senza riuscire a smetterla per cercare di creare un ricordo positivo.
Nonostante lo abbia fatto ripetutamente non riesco a uscirne.
Dr.ssa Elisabetta Carbone Psicologo, Sessuologo 251 10
Buonasera,

Mi ricordo di lei e delle preoccupazioni che, in diverse forme, tende a condividere e ad affrontare.

Quella che descrive è un’esperienza che, per quanto possa sembrare insolita o "bizzarra", ha radici ben precise e riconoscibili in alcuni meccanismi della mente che tendono a irrigidirsi attorno a pensieri intrusivi e circolari. Il bisogno di riparare un pensiero negativo, di neutralizzarlo con azioni ripetute, è qualcosa che può generare una grande stanchezza mentale e impedire di vivere con serenità anche i gesti più semplici.

Capisco quanto possa essere disturbante sentirsi prigionieri di queste domande e di questi automatismi, ma le assicuro che è possibile alleggerire il peso che portano con sé e ritrovare una maggiore libertà emotiva. A volte serve solo uno spazio stabile dove poter riconoscere ciò che accade, comprenderlo e acquisire strumenti per ridare respiro e flessibilità al pensiero. Le consiglierei come forse avevo già fatto di intraprendere un percorso, per poter acquisire gli strumenti per "uscirne".

Resto a disposizione,

Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483

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Grazie dottoressa. Questi pensieri ossessivi portano con sé un grande senso di colpa. Volevo chiederle se nel caso di questa ossessione debba fare qualcosa, oppure lasciare irrisolto il dubbio senza mettere in atto le compulsioni. Se solo capissi di essere una brava persona guarirei da questo disturbo che mi fa sentire tanto cattivo
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Dr.ssa Elisabetta Carbone Psicologo, Sessuologo 251 10
Comprendo quanto possa essere logorante convivere con pensieri ossessivi che fanno dubitare di chi è, del suo valore e della sua bontà. L’ossessione, per sua natura, chiede una risposta, una certezza, una soluzione definitiva, ma ogni tentativo di placarla con compulsioni (mentali o comportamentali) finisce per rafforzare il circolo vizioso: più cerchiamo di rassicurarci, più il dubbio cresce.

La chiave terapeutica, come sta intuendo, non è trovare una risposta "definitiva", ma imparare a tollerare la sua presenza. Il senso di colpa che prova non è una prova della sua cattiveria, ma un sintomo da ascoltare. È un colpa costruita su standard morali, spesso molto più severi di quelli che userebbe per chiunque altro.

Il processo di guarigione non significa convincersi di essere "una brava persona", ma porsi un altro tipo di domande.

Un caro saluto,

Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483

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Grazie dottoressa, veramente. Intraprenderò al più presto un percorso terapeutico.
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Buonasera dottoressa. Rileggevo la sua risposta e mi chiedevo se ci fosse una domanda in particolare che posso farmi per avviarmi verso la guarigione.
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