Emetofobia invalidante
Buongiorno a tutti, mi chiamo D.
ed ho 41 anni.
Da che ho memoria ho sempre avuto il terrore di vomitare, che si trattasse di una fobia con un nome l'ho scoperto qualche anno fa, ed ho sempre avuto manifestazioni ansiose proprio a livello intestinale/gastrointestinale.
Negli anni per ansia e attacchi di panico ho fatto diversi percorsi di psicoterapia e cure farmacologiche ed ora, che sono mamma di una bambina di quasi 3 anni, il "mostro" è tornato più forte di prima.
Ho ripreso da circa un anno un percorso di psicoterapia, so perchè mi trovo in questo stato (il papà di mia figlia mi ha lasciata quando lei aveva solo 6 mesi e quindi sono crollata) e non è tanto l'ansia o la depressione a farmi paura ma questa maledetta fobia.
Non mangio da almeno 2 anni, spizzico per sopravvivere e reggermi in piedi ma non posso dire di mangiare.
Inutile elencare i comportamenti evitanti che metto in atto perchè credono siano standard per noi fobici: non faccio guidare nessuno, non mangio, se mia figlia ha un virus entro in paranoia e vivo di Plasil, lavo mille volte le mani e via dicendo
Però sono stanca, stanchissima di vivere così.
Voglio tornare quella persona spensierata e simpatica che ero fino a qualche anno fa.
Da fuori, chi non mi conosce, vede un'ingegnerA perfetta, sempre curata e sorridente ma dentro mi sento vuota.
La psicoterapia mi sta aiutando soprattutto ad accettare il fatto che crescere una figlia da sola, o meglio con l'aiuto della mia famiglia di origine, non sia un male di morte e non devo sentirmi in difetto ma la fobia resta.
Ho ricontattato uno psichiatra, che mi ha prescritto il Daparox ma non ho il coraggio di iniziarlo per paura degli effetti collaterali (ovviamente nausea) e perchè mi ricordo che anni fa per scalare e smettere il citalopram sono stata malissimo.
Quello che voglio chiedere è: si guarisce del tutto dalle fobie?
o esistono solo dei periodi di apparente serenità ma poi alla prima difficoltà tornerò sempre ad essere una bambina bisognosa di mamma e papà che la aiutino/rassicurino?
Vi ringrazio per aver letto la mia storia
D.
ed ho 41 anni.
Da che ho memoria ho sempre avuto il terrore di vomitare, che si trattasse di una fobia con un nome l'ho scoperto qualche anno fa, ed ho sempre avuto manifestazioni ansiose proprio a livello intestinale/gastrointestinale.
Negli anni per ansia e attacchi di panico ho fatto diversi percorsi di psicoterapia e cure farmacologiche ed ora, che sono mamma di una bambina di quasi 3 anni, il "mostro" è tornato più forte di prima.
Ho ripreso da circa un anno un percorso di psicoterapia, so perchè mi trovo in questo stato (il papà di mia figlia mi ha lasciata quando lei aveva solo 6 mesi e quindi sono crollata) e non è tanto l'ansia o la depressione a farmi paura ma questa maledetta fobia.
Non mangio da almeno 2 anni, spizzico per sopravvivere e reggermi in piedi ma non posso dire di mangiare.
Inutile elencare i comportamenti evitanti che metto in atto perchè credono siano standard per noi fobici: non faccio guidare nessuno, non mangio, se mia figlia ha un virus entro in paranoia e vivo di Plasil, lavo mille volte le mani e via dicendo
Però sono stanca, stanchissima di vivere così.
Voglio tornare quella persona spensierata e simpatica che ero fino a qualche anno fa.
Da fuori, chi non mi conosce, vede un'ingegnerA perfetta, sempre curata e sorridente ma dentro mi sento vuota.
La psicoterapia mi sta aiutando soprattutto ad accettare il fatto che crescere una figlia da sola, o meglio con l'aiuto della mia famiglia di origine, non sia un male di morte e non devo sentirmi in difetto ma la fobia resta.
Ho ricontattato uno psichiatra, che mi ha prescritto il Daparox ma non ho il coraggio di iniziarlo per paura degli effetti collaterali (ovviamente nausea) e perchè mi ricordo che anni fa per scalare e smettere il citalopram sono stata malissimo.
Quello che voglio chiedere è: si guarisce del tutto dalle fobie?
o esistono solo dei periodi di apparente serenità ma poi alla prima difficoltà tornerò sempre ad essere una bambina bisognosa di mamma e papà che la aiutino/rassicurino?
Vi ringrazio per aver letto la mia storia
D.
Gentile D.,
la ringrazio per aver condiviso con tanta onestà e profondità la sua esperienza. Le sue parole restituiscono con chiarezza non solo la fatica quotidiana, ma anche la forza con cui sta cercando di affrontare una condizione che spesso viene sottovalutata.
Il fatto che abbia già intrapreso percorsi di psicoterapia e che continui a cercare strade per stare meglio è un segno prezioso. Spesso, quando l’ansia si manifesta in modo così fisico come nel caso dell’emetofobia può essere utile affiancare al lavoro psicologico anche un approccio che coinvolga direttamente il corpo.
In molti casi ho visto risultati interessanti, anche su fobie radicate, attraverso l’uso integrato di tecniche come l’ipnosi clinica o l’agopuntura, che agiscono in profondità sul sistema nervoso autonomo, aiutando a ridurre le risposte di allerta, il controllo e la paura anticipatoria.
Naturalmente ogni percorso è personale e va calibrato con delicatezza, ma esistono strumenti capaci di aiutare la mente e il corpo a disimparare alcune risposte di paura che oggi sembrano automatiche.
Non sempre si tratta di eliminare del tutto una fobia, ma spesso è possibile rimetterla al suo posto, e tornare a vivere con più spazio, più fiducia e meno sorveglianza.
Le auguro sinceramente di trovare il suo modo unico e autentico per farlo.
la ringrazio per aver condiviso con tanta onestà e profondità la sua esperienza. Le sue parole restituiscono con chiarezza non solo la fatica quotidiana, ma anche la forza con cui sta cercando di affrontare una condizione che spesso viene sottovalutata.
Il fatto che abbia già intrapreso percorsi di psicoterapia e che continui a cercare strade per stare meglio è un segno prezioso. Spesso, quando l’ansia si manifesta in modo così fisico come nel caso dell’emetofobia può essere utile affiancare al lavoro psicologico anche un approccio che coinvolga direttamente il corpo.
In molti casi ho visto risultati interessanti, anche su fobie radicate, attraverso l’uso integrato di tecniche come l’ipnosi clinica o l’agopuntura, che agiscono in profondità sul sistema nervoso autonomo, aiutando a ridurre le risposte di allerta, il controllo e la paura anticipatoria.
Naturalmente ogni percorso è personale e va calibrato con delicatezza, ma esistono strumenti capaci di aiutare la mente e il corpo a disimparare alcune risposte di paura che oggi sembrano automatiche.
Non sempre si tratta di eliminare del tutto una fobia, ma spesso è possibile rimetterla al suo posto, e tornare a vivere con più spazio, più fiducia e meno sorveglianza.
Le auguro sinceramente di trovare il suo modo unico e autentico per farlo.
Dott. Salvatore Valenti
Medico Odontoiatra, Psicologo - Agopuntura e Ipnosi
Prof. a c. Università di Roma - Whatsapp 3470021365
Utente
Non avevo mai preso in considerazione l'agopuntura o simili per risolvere la mia problematica, al rientro delle ferie cercherò di informarmi anche su questa possibilità.
La ringrazio per la risposta e per il suo augurio
Un caro saluto
La ringrazio per la risposta e per il suo augurio
Un caro saluto
Sono lieto che il mio contributo possa esserle stato utile. Spesso la consapevolezza di non essere soli rappresenta un elemento fondamentale nel percorso di recupero.
Rimango a disposizione per ulteriori informazioni.
Rimango a disposizione per ulteriori informazioni.
Dott. Salvatore Valenti
Medico Odontoiatra, Psicologo - Agopuntura e Ipnosi
Prof. a c. Università di Roma - Whatsapp 3470021365
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 397 visite dal 05/08/2025.
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