Periodo di forte stress/ansia
Salve dottori, innanzitutto ringrazio chiunque spenderà 5 minuti per leggere tutto ciò.
Parto col dire che il tutto è iniziato circa meta giugno (di quest'anno).
Ho iniziato a senitrmi spossato, quasi come influenzato... presi un 'antidolorifico' pensando al tipico "mi sento cosi perché ho dormito col condizionatore acceso'
Invece qualche giorno dopo, ho iniziato ad avvertire strane sensazioni, distacco dalla realtà, senso di estraneazione verso tutto, familiari, posti che conosco come le mie tasche... non mi sembrano più "miei".
Ecc ecc ecc non sto qua a spiegare ogni mia minima sensazione, perché finirei di scrivere domattina.
Ho effettuato una visita psichiatrica, da cui mi è stato detto di soffrire di depersonalizzazione di natura ansiosa.
Queste sensazione ci sono 24 ore su 24, varia solo l'intensità con cui mi creano disagio.
A volte riesco ad ignorarle, altre volte sono cosi forti da debilitarmi in tutto.
Premetto che l'ultimo anno è stato un anno "faticoso" ho dovuto affrontare qualche periodo "buio" per quanto riguarda il lato economico, ho dovuto affrontare un periodo di gastrite (poi scoperto essere causata da ansia/stress).
Ho molta paura di prendere farmaci, lo psichiatra mi ha prescritto xanax e aripiprazolo.
Ma sono TERRORIZZATO dall'iniziare la terapia.
Chiedo a voi gentili dottori.
Il tutto si può risolvere con la psicoterapia?
(Lo psichiatra non me ne ha proprio parlato) è possibile guarire facendo sedute di psicoterapia?
Mi sento "estraniato" da tutto.
Ho letto su internet che queste sensazioni sono generalmente trattate dallo psicoterapeuta.
È che i farmaci farebbero solo da "ponte" per farmi stare un attimo meglio.
Parto col dire che il tutto è iniziato circa meta giugno (di quest'anno).
Ho iniziato a senitrmi spossato, quasi come influenzato... presi un 'antidolorifico' pensando al tipico "mi sento cosi perché ho dormito col condizionatore acceso'
Invece qualche giorno dopo, ho iniziato ad avvertire strane sensazioni, distacco dalla realtà, senso di estraneazione verso tutto, familiari, posti che conosco come le mie tasche... non mi sembrano più "miei".
Ecc ecc ecc non sto qua a spiegare ogni mia minima sensazione, perché finirei di scrivere domattina.
Ho effettuato una visita psichiatrica, da cui mi è stato detto di soffrire di depersonalizzazione di natura ansiosa.
Queste sensazione ci sono 24 ore su 24, varia solo l'intensità con cui mi creano disagio.
A volte riesco ad ignorarle, altre volte sono cosi forti da debilitarmi in tutto.
Premetto che l'ultimo anno è stato un anno "faticoso" ho dovuto affrontare qualche periodo "buio" per quanto riguarda il lato economico, ho dovuto affrontare un periodo di gastrite (poi scoperto essere causata da ansia/stress).
Ho molta paura di prendere farmaci, lo psichiatra mi ha prescritto xanax e aripiprazolo.
Ma sono TERRORIZZATO dall'iniziare la terapia.
Chiedo a voi gentili dottori.
Il tutto si può risolvere con la psicoterapia?
(Lo psichiatra non me ne ha proprio parlato) è possibile guarire facendo sedute di psicoterapia?
Mi sento "estraniato" da tutto.
Ho letto su internet che queste sensazioni sono generalmente trattate dallo psicoterapeuta.
È che i farmaci farebbero solo da "ponte" per farmi stare un attimo meglio.
Buonasera,
la ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza e profondità quello che sta vivendo.
Le sensazioni che descrive (il senso di estraniazione, la percezione alterata della realtà, la fatica nel riconoscere luoghi e persone familiari) sono compatibili con un’esperienza di depersonalizzazione e derealizzazione, spesso legata a stati di sofferenza psichica intensa, soprattutto in presenza di ansia prolungata e stress cronico.
Il fatto che queste esperienze siano iniziate in concomitanza con un periodo particolarmente difficile (sia dal punto di vista economico che somatico, come la gastrite da stress) non è affatto secondario. Il corpo e la mente hanno spesso modalità particolari di manifestare la sofferenza: quando l’ansia supera una certa soglia, può trasformarsi in uno stato costante di allerta, e la derealizzazione diventa una sorta di difesa estrema , come se il sistema nervoso cercasse un modo per proteggersi dal troppo sentire.
Per quanto riguarda la terapia, sì: la psicoterapia può rappresentare un percorso efficace per affrontare e trasformare queste esperienze. In particolare, un lavoro psicologico può aiutarla a comprendere meglio le dinamiche che hanno contribuito alla comparsa dei sintomi, a riconoscere le sue risorse interne e a ritrovare gradualmente una percezione più integra e sicura di sé e del mondo.
È vero anche che, in alcuni casi, l’associazione con un trattamento farmacologico può essere utile per ridurre l’intensità dei sintomi e permettere al lavoro terapeutico di agire in modo più profondo. Ma la paura che lei esprime rispetto ai farmaci merita ascolto: è importante che ogni scelta avvenga nel rispetto dei suoi tempi, dei suoi bisogni e soprattutto della sua possibilità di sentirsi al sicuro nel percorso che intraprenderà.
Le consiglierei di valutare con serenità l’idea di un colloquio, anche solo per orientarsi meglio. Non deve scegliere subito tra "solo farmaci" o "solo psicoterapia": non esiste una ricetta unica, ma un percorso personalizzato, e lei ha già fatto il primo passo importante, chiedere aiuto.
Resto a disposizione,
la ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza e profondità quello che sta vivendo.
Le sensazioni che descrive (il senso di estraniazione, la percezione alterata della realtà, la fatica nel riconoscere luoghi e persone familiari) sono compatibili con un’esperienza di depersonalizzazione e derealizzazione, spesso legata a stati di sofferenza psichica intensa, soprattutto in presenza di ansia prolungata e stress cronico.
Il fatto che queste esperienze siano iniziate in concomitanza con un periodo particolarmente difficile (sia dal punto di vista economico che somatico, come la gastrite da stress) non è affatto secondario. Il corpo e la mente hanno spesso modalità particolari di manifestare la sofferenza: quando l’ansia supera una certa soglia, può trasformarsi in uno stato costante di allerta, e la derealizzazione diventa una sorta di difesa estrema , come se il sistema nervoso cercasse un modo per proteggersi dal troppo sentire.
Per quanto riguarda la terapia, sì: la psicoterapia può rappresentare un percorso efficace per affrontare e trasformare queste esperienze. In particolare, un lavoro psicologico può aiutarla a comprendere meglio le dinamiche che hanno contribuito alla comparsa dei sintomi, a riconoscere le sue risorse interne e a ritrovare gradualmente una percezione più integra e sicura di sé e del mondo.
È vero anche che, in alcuni casi, l’associazione con un trattamento farmacologico può essere utile per ridurre l’intensità dei sintomi e permettere al lavoro terapeutico di agire in modo più profondo. Ma la paura che lei esprime rispetto ai farmaci merita ascolto: è importante che ogni scelta avvenga nel rispetto dei suoi tempi, dei suoi bisogni e soprattutto della sua possibilità di sentirsi al sicuro nel percorso che intraprenderà.
Le consiglierei di valutare con serenità l’idea di un colloquio, anche solo per orientarsi meglio. Non deve scegliere subito tra "solo farmaci" o "solo psicoterapia": non esiste una ricetta unica, ma un percorso personalizzato, e lei ha già fatto il primo passo importante, chiedere aiuto.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 214 visite dal 04/08/2025.
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