Relazione finita?
Salve, ho 29 anni e onestamente non so cosa fare della mia relazione.
Cerco di spiegarmi chiaramente.
Dopo un paio di anni di frequentazione mentre andavamo in università siamo andati a vivere insieme per questioni lavorative, forse quando entrambi eravamo ancora troppo immaturi e senza aver mai vissuto da soli (esclusi i reciproci coinquilini in contesto universitario).
Il risultato è che, complice il suo carattere molto tra le nuvole e il mio atteggiamento da sorella maggiore, il nostro rapporto ormai somiglia più a quello madre-figlio che altro.
La passione è andata da tempo e passiamo sempre meno tempo dí qualità insieme, soprattutto da soli (lui tende sempre a preferire attività in gruppo che solo noi due).
Questi elementi, per quanto pesanti, sarebbero anche risolvibili se in lui non riscontrassi zero voglia di condividere emozioni e problemi e una impossibilità di comprendere le mie emozioni e i miei bisogni.
La cosa che mi fa più male è il trovarmi ad aver dato moltissimo ad una relazione in cui l’altra parte non sembra capace di investire più del minimo necessario.
Il mio istinto mi dice di lasciarlo, ma c’è qualcosa che mi blocca.
Non mi sono mai considerata il tipo di donna che ha paura di rimanere da sola o di soffrire, ma tutta questa situazione mi sta facendo riflettere molto su me stessa.
O magari ho solo paura di ricominciare e scoprire di aver perso alcuni degli anni fondamentali della mia vita.
Cerco di spiegarmi chiaramente.
Dopo un paio di anni di frequentazione mentre andavamo in università siamo andati a vivere insieme per questioni lavorative, forse quando entrambi eravamo ancora troppo immaturi e senza aver mai vissuto da soli (esclusi i reciproci coinquilini in contesto universitario).
Il risultato è che, complice il suo carattere molto tra le nuvole e il mio atteggiamento da sorella maggiore, il nostro rapporto ormai somiglia più a quello madre-figlio che altro.
La passione è andata da tempo e passiamo sempre meno tempo dí qualità insieme, soprattutto da soli (lui tende sempre a preferire attività in gruppo che solo noi due).
Questi elementi, per quanto pesanti, sarebbero anche risolvibili se in lui non riscontrassi zero voglia di condividere emozioni e problemi e una impossibilità di comprendere le mie emozioni e i miei bisogni.
La cosa che mi fa più male è il trovarmi ad aver dato moltissimo ad una relazione in cui l’altra parte non sembra capace di investire più del minimo necessario.
Il mio istinto mi dice di lasciarlo, ma c’è qualcosa che mi blocca.
Non mi sono mai considerata il tipo di donna che ha paura di rimanere da sola o di soffrire, ma tutta questa situazione mi sta facendo riflettere molto su me stessa.
O magari ho solo paura di ricominciare e scoprire di aver perso alcuni degli anni fondamentali della mia vita.
Dr.ssa Anna Potenza
Psicologo
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Gentile utente,
ecco cosa scrive e le riflessioni che lei stessa dovrà fare al riguardo.
1. Ha iniziato una relazione perché entrambi fuori casa, "per questioni lavorative". Quello che avrebbe potuto essere un flirt è diventata una convivenza.
Senza un vero progetto e forse senza un vero innamoramento, niente di strano che i vostri rapporti si siano sviluppati come tra fratello e sorella e che "La passione è andata da tempo", intendendo forse che l'attrazione sessuale, già debole, è calata drasticamente. Quando mai c'è stata tra di voi "passione", nel senso reale di questo termine?
Niente di strano che nei progetti di vita e di coppia siate disallineati: "lui tende sempre a preferire attività in gruppo che solo noi due"; manifesta "zero voglia di condividere emozioni e problemi e una impossibilità di comprendere le mie emozioni e i miei bisogni".
Ma quando vi siete dati il tempo di verificare e discutere queste diverse prospettive della vita di coppia? E quando avete maturato quella comprensione per le preferenze dell'altro che pur non coincidenti con le proprie sono accettate perché gradite alla persona amata? Sembra invece che vi diate messi insieme senza conoscervi.
2. "La cosa che mi fa più male è il trovarmi ad aver dato moltissimo ad una relazione in cui l’altra parte non sembra capace di investire più del minimo necessario".
Il suo cruccio sembra il tempo trascorso in una relazione nella quale in realtà nessuno dei due ha costruito e nemmeno ha voluto farlo, ma questo era inevitabile, visto che siete partiti dal giovanile equivoco di aver già trovato l'anima gemella, senza nemmeno conoscervi né aver chiarito cosa vi aspettavate da una relazione.
3. Infine conclude: "ho solo paura di ricominciare e scoprire di aver perso alcuni degli anni fondamentali della mia vita".
"Persi"? "Fondamentali"? E poi "ricominciare" cosa, e con chi?
Sembra che lei, malgrado l'affermazione contraria "Non mi sono mai considerata il tipo di donna che ha paura di rimanere da sola", in realtà abbia ceduto al modello consumistico per cui una relazione bisogna sempre averla, quale che sia.
Riflettendo su tutto questo, con l'aiuto di un consulente se necessario, potrà accorgersi della "cecità" con la quale ha affrontato la sua attuale relazione, e solo dopo matura riflessione potrà decidere se lavorare su di essa per farne una sua/vostra costruzione voluta e apprezzata, o lasciarla andare, considerandola una tappa essenziale della sua maturazione.
Buone cose.
ecco cosa scrive e le riflessioni che lei stessa dovrà fare al riguardo.
1. Ha iniziato una relazione perché entrambi fuori casa, "per questioni lavorative". Quello che avrebbe potuto essere un flirt è diventata una convivenza.
Senza un vero progetto e forse senza un vero innamoramento, niente di strano che i vostri rapporti si siano sviluppati come tra fratello e sorella e che "La passione è andata da tempo", intendendo forse che l'attrazione sessuale, già debole, è calata drasticamente. Quando mai c'è stata tra di voi "passione", nel senso reale di questo termine?
Niente di strano che nei progetti di vita e di coppia siate disallineati: "lui tende sempre a preferire attività in gruppo che solo noi due"; manifesta "zero voglia di condividere emozioni e problemi e una impossibilità di comprendere le mie emozioni e i miei bisogni".
Ma quando vi siete dati il tempo di verificare e discutere queste diverse prospettive della vita di coppia? E quando avete maturato quella comprensione per le preferenze dell'altro che pur non coincidenti con le proprie sono accettate perché gradite alla persona amata? Sembra invece che vi diate messi insieme senza conoscervi.
2. "La cosa che mi fa più male è il trovarmi ad aver dato moltissimo ad una relazione in cui l’altra parte non sembra capace di investire più del minimo necessario".
Il suo cruccio sembra il tempo trascorso in una relazione nella quale in realtà nessuno dei due ha costruito e nemmeno ha voluto farlo, ma questo era inevitabile, visto che siete partiti dal giovanile equivoco di aver già trovato l'anima gemella, senza nemmeno conoscervi né aver chiarito cosa vi aspettavate da una relazione.
3. Infine conclude: "ho solo paura di ricominciare e scoprire di aver perso alcuni degli anni fondamentali della mia vita".
"Persi"? "Fondamentali"? E poi "ricominciare" cosa, e con chi?
Sembra che lei, malgrado l'affermazione contraria "Non mi sono mai considerata il tipo di donna che ha paura di rimanere da sola", in realtà abbia ceduto al modello consumistico per cui una relazione bisogna sempre averla, quale che sia.
Riflettendo su tutto questo, con l'aiuto di un consulente se necessario, potrà accorgersi della "cecità" con la quale ha affrontato la sua attuale relazione, e solo dopo matura riflessione potrà decidere se lavorare su di essa per farne una sua/vostra costruzione voluta e apprezzata, o lasciarla andare, considerandola una tappa essenziale della sua maturazione.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza
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Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 304 visite dal 14/08/2025.
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