Compagno tossicodipendente da eroina
Salve, ho seriamente bisogno di aiuto.
Il mio compagno, 34 anni, padre dei miei due figli, è tossicodipendente da eroina (la fuma) da quando ha 16 anni.
Ha smesso nel 2016 fino al 2019, con metadone a scalaggio, tanta fatica e buona volontà.
Poi è nato il secondo figlio e da lì l'oblio.
Ha perso la patente, il lavoro, sono intervenuti assistenti sociali, non vive più con noi per (corretta) decisione del giudice minorile.
In questi anni ha provato ad uscirne con il metadone, metodo quasi sempre fallimentare per sua scarsa motivazione personale, un paio di comunità durante poco e niente.
In questo castello di bugie, problemi di soldi, bambini che ingiustamente soffrono, io ho seguito diversi percorsi psicologici, di cui uno duraturo, ma mi sento comunque sempre male e ho iniziato con la psichiatra un antidepressivo.
Il mio compagno ha fatto un anno di comunità da settembre 2024 e ha interrotto questo settembre, speravo fosse la volta buona, invece la prima cosa che ha fatto dopo essere uscito è drogarsi di nuovo e raccontarmi le solite balle.
Anche se distanti ormai fisicamente (non vivendo più con me e i bambini) io non riesco mai a smettere di sperare che lui ne esca (mi è stata riconosciuta una dipendenza affettiva da parte della psicologa).
Vorrei sapere, come posso davvero fare per aiutarlo: devo allontanarmi per lasciarlo sprofondare?
Devo ascoltarlo?
Io ho l'impressione che più lo sostengo, lo ascolto, più lui se ne approfitta e non riusciamo ad uscire da questo inferno.
Voglio aiutarlo ma non so come fare.
Grazie
Il mio compagno, 34 anni, padre dei miei due figli, è tossicodipendente da eroina (la fuma) da quando ha 16 anni.
Ha smesso nel 2016 fino al 2019, con metadone a scalaggio, tanta fatica e buona volontà.
Poi è nato il secondo figlio e da lì l'oblio.
Ha perso la patente, il lavoro, sono intervenuti assistenti sociali, non vive più con noi per (corretta) decisione del giudice minorile.
In questi anni ha provato ad uscirne con il metadone, metodo quasi sempre fallimentare per sua scarsa motivazione personale, un paio di comunità durante poco e niente.
In questo castello di bugie, problemi di soldi, bambini che ingiustamente soffrono, io ho seguito diversi percorsi psicologici, di cui uno duraturo, ma mi sento comunque sempre male e ho iniziato con la psichiatra un antidepressivo.
Il mio compagno ha fatto un anno di comunità da settembre 2024 e ha interrotto questo settembre, speravo fosse la volta buona, invece la prima cosa che ha fatto dopo essere uscito è drogarsi di nuovo e raccontarmi le solite balle.
Anche se distanti ormai fisicamente (non vivendo più con me e i bambini) io non riesco mai a smettere di sperare che lui ne esca (mi è stata riconosciuta una dipendenza affettiva da parte della psicologa).
Vorrei sapere, come posso davvero fare per aiutarlo: devo allontanarmi per lasciarlo sprofondare?
Devo ascoltarlo?
Io ho l'impressione che più lo sostengo, lo ascolto, più lui se ne approfitta e non riusciamo ad uscire da questo inferno.
Voglio aiutarlo ma non so come fare.
Grazie
Non è detto che lei possa aiutare il suo compagno ad uscire dal problema della tossicodipendenza. Spesso è necesssario l'intervento di uno psicologo che individui il problema alla base del disagio che sostiene la dipendenza da eroina e potrebbe essere necessario anche il coinvolgimento dei genitori nel percorso terapeutico, anche se, poiché il suo compagno è maggiorenne, psicoterapie che utilizzino, se necessario, tecniche di role playing sono più indicate per fare a meno di un tale coinvolgimento.
La Terapia della Gestalt è un approccio del genere in grado di migliorare relazioni e comunicazione con altri significativi e può essere utile anche per lei, se il suo compagno non fosse disponibile a farsi seguire, proprio per adottare comunicazione e modo di rapportarsi efficaci.
Darle delle indicazioni concrete su come comportarsi sarebbe rischioso o fuorviante perché sono necessarie altre informazioni su convinzioni, atteggiamenti, stati emotivi, modo di rapportarvi e di comunicare, situazione sociale economica e familiare e quant'altro è necessario per avere un quadro della situazione che permetta di darle strumenti per rapportarsi in modo adeguato, e solo almeno un colloquio psicologico può fornire tutto ciò.
La Terapia della Gestalt è un approccio del genere in grado di migliorare relazioni e comunicazione con altri significativi e può essere utile anche per lei, se il suo compagno non fosse disponibile a farsi seguire, proprio per adottare comunicazione e modo di rapportarsi efficaci.
Darle delle indicazioni concrete su come comportarsi sarebbe rischioso o fuorviante perché sono necessarie altre informazioni su convinzioni, atteggiamenti, stati emotivi, modo di rapportarvi e di comunicare, situazione sociale economica e familiare e quant'altro è necessario per avere un quadro della situazione che permetta di darle strumenti per rapportarsi in modo adeguato, e solo almeno un colloquio psicologico può fornire tutto ciò.
Valentina Sciubba Psicoterapeuta
Terapia Breve strategico-gestaltica
Colloqui a distanza
www.valentinasciubba.it
3381762781
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 301 visite dal 02/10/2025.
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