Come faccio a tutelarmi e che problema ha questa persona
Buongiorno,
sono un’insegnante di sostegno e non riesco a comprendere il perché dell'astio nei miei confronti da parte di un’altra docente di sostegno con cui condivido la stessa alunna. Di recente, in sala insegnanti, dopo averle semplicemente chiesto cosa avesse svolto nell’ultima lezione di Antologia, mi ha risposto davanti ai colleghi con tono accusatorio, dicendo che do troppi compiti per casa e che questi difficili. In realtà dopo il GLO avevamo concordato una riduzione (a cui mi sono attenuta) e dall’inizio del mese ne ho assegnati solo una decina che erano, a mio parere, alla sua portata (mi assicuro sempre che la bambina li sappia fare, magari iniziandoli insieme a voce). Ha poi cercato informazioni anche su una verifica di geometria, chiedendomi se la avessi fatta approvare alla docente curricolare, sottolineando che la collega è molto brava e io avrei quindi dovuto cercare un confronto con lei. La cosa mi ha colpita perché io mi ero già confrontata con la docente di matematica. Mi è sembrato un controllo immotivato, come se io chiedessi a lei se ha fatto approvare un compito di inglese dall’insegnante di inglese. La collega ha anche detto che io non collaboro e che ha un buon rapporto con l’OEPAC, ma non capisce perché non riesca ad averlo anche con me. Ha poi aggiunto che l’OEPAC le avrebbe riferito che durante la compresenza mi concentro solo sulla bambina (ha detto che in quell'ora devo occuparmi della classe, come se non sapessi quali sono i miei compiti), e che madre e figlia avrebbero detto che sono severa e che la bambina è a disagio. Tutto questo non mi era mai stato comunicato. Quando le ho chiesto perché non me l’avesse detto e perché parla di me con altri, ha risposto che, essendo coordinatrice, ha parlato lei con la famiglia e che parlare di me è lavorare in team. Mi ha anche detto che dovrei prendere le sue osservazioni come consigli, perché io non ho esperienza. Successivamente ho informato il referente del sostegno, che è anche mio collega in un’altra classe: mi ha riferito che la collega gli aveva chiesto come lavorassi con lui. La docente parla spesso negativamente della famiglia dell’alunna, mentre al GLO i genitori sono stati collaborativi. Ho incontrato la madre fuori da scuola: mi ha detto di non sapere nulla del termine severa né del disagio, che se la figlia è serena devo continuare come sto facendo. Comunque parlerò meglio con la mamma al colloquio antimeridiano che le ho chiesto di prenotare. Ho parlato con l’OEPAC, che ha negato le frasi attribuitele dalla collega. In passato, in occasione di due supplenze nella stessa classe, mi ha "suggerito" di non fare lezione di Italiano (che è la mia disciplina, oltre al sostegno), ma seguire la materia del docente assente. Entrando in classe e vedendo che stavo facendo lezione di Italiano mi ha detto con aria di sufficienza che poi avremmo dovuto parlare della cosa. Vorrei un parere su come interpretare questo comportamento e soprattutto su come comportarmi e tutelarmi. Grazie.
sono un’insegnante di sostegno e non riesco a comprendere il perché dell'astio nei miei confronti da parte di un’altra docente di sostegno con cui condivido la stessa alunna. Di recente, in sala insegnanti, dopo averle semplicemente chiesto cosa avesse svolto nell’ultima lezione di Antologia, mi ha risposto davanti ai colleghi con tono accusatorio, dicendo che do troppi compiti per casa e che questi difficili. In realtà dopo il GLO avevamo concordato una riduzione (a cui mi sono attenuta) e dall’inizio del mese ne ho assegnati solo una decina che erano, a mio parere, alla sua portata (mi assicuro sempre che la bambina li sappia fare, magari iniziandoli insieme a voce). Ha poi cercato informazioni anche su una verifica di geometria, chiedendomi se la avessi fatta approvare alla docente curricolare, sottolineando che la collega è molto brava e io avrei quindi dovuto cercare un confronto con lei. La cosa mi ha colpita perché io mi ero già confrontata con la docente di matematica. Mi è sembrato un controllo immotivato, come se io chiedessi a lei se ha fatto approvare un compito di inglese dall’insegnante di inglese. La collega ha anche detto che io non collaboro e che ha un buon rapporto con l’OEPAC, ma non capisce perché non riesca ad averlo anche con me. Ha poi aggiunto che l’OEPAC le avrebbe riferito che durante la compresenza mi concentro solo sulla bambina (ha detto che in quell'ora devo occuparmi della classe, come se non sapessi quali sono i miei compiti), e che madre e figlia avrebbero detto che sono severa e che la bambina è a disagio. Tutto questo non mi era mai stato comunicato. Quando le ho chiesto perché non me l’avesse detto e perché parla di me con altri, ha risposto che, essendo coordinatrice, ha parlato lei con la famiglia e che parlare di me è lavorare in team. Mi ha anche detto che dovrei prendere le sue osservazioni come consigli, perché io non ho esperienza. Successivamente ho informato il referente del sostegno, che è anche mio collega in un’altra classe: mi ha riferito che la collega gli aveva chiesto come lavorassi con lui. La docente parla spesso negativamente della famiglia dell’alunna, mentre al GLO i genitori sono stati collaborativi. Ho incontrato la madre fuori da scuola: mi ha detto di non sapere nulla del termine severa né del disagio, che se la figlia è serena devo continuare come sto facendo. Comunque parlerò meglio con la mamma al colloquio antimeridiano che le ho chiesto di prenotare. Ho parlato con l’OEPAC, che ha negato le frasi attribuitele dalla collega. In passato, in occasione di due supplenze nella stessa classe, mi ha "suggerito" di non fare lezione di Italiano (che è la mia disciplina, oltre al sostegno), ma seguire la materia del docente assente. Entrando in classe e vedendo che stavo facendo lezione di Italiano mi ha detto con aria di sufficienza che poi avremmo dovuto parlare della cosa. Vorrei un parere su come interpretare questo comportamento e soprattutto su come comportarmi e tutelarmi. Grazie.
Gentile utente,
pare di capire che la collega, oltre che collega, sia anche coordinatrice. E dunque, in un certo senso, una sua superiore. Ma non siamo certi di avere capito bene, dato che la Sua richiesta è molto tecnica dal punto di vista delle relazioni di ruolo. Ed inoltre: GLO .. OEPAC .. come pensare che noi sappiamo cosa siano?
"Come interpretare il comportamento della collega?" ci chiede.
Ma noi ci occupiamo unicamente di chi ci scrive.
E dunque, a Lei possiamo consigliare di rivolgersi al/la Su* superiore per chiarire il problema:
-è un problema di relazioni interpersonali?
-si tratta di un problema di ruoli? e di mancato riconoscimento/rispetto di essi?
-si tratta di una critica velata sulle competenze specificamente professionali?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
pare di capire che la collega, oltre che collega, sia anche coordinatrice. E dunque, in un certo senso, una sua superiore. Ma non siamo certi di avere capito bene, dato che la Sua richiesta è molto tecnica dal punto di vista delle relazioni di ruolo. Ed inoltre: GLO .. OEPAC .. come pensare che noi sappiamo cosa siano?
"Come interpretare il comportamento della collega?" ci chiede.
Ma noi ci occupiamo unicamente di chi ci scrive.
E dunque, a Lei possiamo consigliare di rivolgersi al/la Su* superiore per chiarire il problema:
-è un problema di relazioni interpersonali?
-si tratta di un problema di ruoli? e di mancato riconoscimento/rispetto di essi?
-si tratta di una critica velata sulle competenze specificamente professionali?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 314 visite dal 23/11/2025.
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