Ansia e pressione alta

Buongiorno,
vi espongo il mio problema sperando in qualche vostro utile consiglio. Sono una quarantenne, sposata con due figli, gestisco un’azienda nel ramo dell’abbigliamento e sono molto soddisfatta del mio lavoro. Fino a circa un mese fa la mia vita scorreva nel complesso serenamente fino a quando un giorno, mentre ero seduta alla mia scrivania, ho iniziato ad avvertire sensi di svenimento, nausea e vertigini. Ho quindi verificato la pressione, che era 110/170! Il problema si è poi ripresentato nei giorni seguenti, infatti sono stata male al punto che mi hanno portata al pronto soccorso. Per risolvere la questione mi sono recata da un cardiologo il quale mi ha fatto fare moltissime analisi, tra cui analisi del sangue, delle urine, compreso il dosaggio delle catecolamine, monitoraggio della pressione e tanto altro. Tutte queste analisi hanno avuto risultati negativi. Il cardiologo ha quindi dedotto che dal punto di vista fisico sono a posto ed ha attribuito il mio problema all’ansia. Mi ha quindi consigliato di prendere un periodo di pausa, di praticare sport ed in più di assumere 10 gocce di lexotan al mattino e 10 alla sera. Ho seguito alla lettera i suoi consigli, per una settimana ho smesso di lavorare (ed è stato un sacrificio), ho praticato nuoto, corsa e tennis per due ore al giorno e assunto il lexotan. In questa settimana di vacanza la pressione oscillava tra gli 85 di minima e 130 di massima. Pensavo che il problema fosse finalmente risolto ed ero pronta a ritornare al mio lavoro, pur continuando a fare sport e a prendere il lexotan. Non appena però ho svolto la mia prima mezza giornata in ufficio, la pressione è di nuovo risalita a 110/160 e ho avvertito sensazioni di svenimento. Ho notato che prendendo il lexotan la pressione tende a scendere, ma io non voglio diventare dipendente dal farmaco, che comunque continuo a prendere seguendo le indicazioni del medico. Comunque ogni volta che mi cimento in qualcosa che richieda un minimo di impegno la pressione sale, ho anche notato che tende a scendere un po’ se mi stendo a letto. Sono completamente bloccata da questo problema che non mi permette più di vivere più una vita normale. Il medico dice che devo avare pazienza in quanto si tratta di un problema transitorio che passerà. Voi che ne pensate? È un problema transitorio? Cos’altro posso fare che non ho ancora fatto? Grazie in anticipo.
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Dr. Luca Pizzonia Psicologo, Psicoterapeuta 58 3 2
Cortese utente,
diffile dire se è un problema transitorio senza conoscere Lei o la Sua storia.
Solo in sede di valutazione psicodiagnostica è possibile stabilire se si tratta di ansia legata ad uno specifico periodo della sua vita oppure di un vero e proprio disturbo d'ansia.
Non credo che la pazienza possa essere la soluzione in quanto SE si è in presenza di un vero e proprio disturbo d'ansia bisogna affrontarlo in sede psicoterapeutica (o anche farmacologicamente, nei casi in cui i sintomi sono estremamente invalidanti).
Vorrei però sapere se questo problema si verifica solo al lavoro oppure anche nelle altre sfere della sua vita.
Saluti

Dr. Luca Pizzonia
Psicologo Psicoterapeuta
Napoli
www.lucapizzonia.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Sono sempre stata una persona un po' ansiosa, anche se quest'ansia non mi ha mai portato alcun problema. Questi problemi si sono verificati anche al di fuori della sfera lavorativa, ma la pressione sale particolarmente quando mi dedico a questioni relative al lavoro, anche se sono poco impegnative. Grazie.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara signora,

quella dell'ansia che passa da sola è un'orribile banalità che alcuni medici comunicano ai propri pazienti fraintendendo la natura del problema e la sua portata, come se fossero tutte "storie" o esagerazioni o si trattasse di una malattia immaginaria.

L'ansia è una cosa seria, molto seria, può determinare molteplici somatizzazioni, peggiorare e complicarsi se non trattata.
Di sicuro non scompare da sola.
A volte se ne può avere la sensazione, ma in realtà si tratta di attenuazioni temporanee seguite da riacutizzazioni che compaiono in particolare in momenti di particolare stress o di cambiamento.
Al riguardo le segnalo questi articoli:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/631-e-solo-ansia-stia-tranquillo.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/832-sconfiggere-ansia-e-depressione-non-e-una-questione-di-buona-volonta.html

Se lei era già prima una persona ansiosa è possibile che il suo repentino peggioramento, che si manifesta sul piano corporeo, sia stato determinato dall'azione di qualche evento scatenante sul preesistente substrato ansioso.

Immagino che i rialzi pressori le diano qualche sintomo o fastidio, visto che se ne rende subito conto.
Se questa reazione si è estesa a tutto ciò che è impegnativo urge un intervento psicologico per inquadrare la situazione e porvi rimedio.
Potrebbe ad es. utilizzare una tecnica di rilassamento, ma anche l'affidarsi ad uno psicologo potrebbe esserle in sè utile a sentirsi meno sola e appoggiata da un esperto nella gestione di questo problema.

Ci pensi!
[#4]
dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
La ringrazio per la cortese risposta. Effettivamente la pressione sale ogni volta che mi cimento in qualcosa di impegnativo. Valuterò la possibilità di iniziare una psicoterapia. Quali tecniche di rilassamento potrebbero fare al caso mio? Grazie.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Non è detto che le serva una psicoterapia, senza una valutazione diagnostica non è possibile dirglielo e può anche essere una situazione non così grave o impegnativa.

Per farle un esempio, una tecnica molto utile in questi casi è il Training Autogeno:
www.medicitalia.it/minforma/Psicologia/652/Il-Training-Autogeno-nel-trattamento-dei-sintomi-psicologici-e-psicosomatici

Mentre prende una decisione fossi in lei accetterei comunque l'indicazione del suo medico per affrontare almeno i momenti peggiori.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le utente,
la valutazione dell'opportunità di integrare la psicoterapia con una tecnica di rilassamento è opportuno che sia effettuata dallo psicologo-psicoterapeuta al quale si rivolgerà, in questo sito può fare una ricerca mirata degli specialisti nella sua città verificando attraverso la consultazione della scheda professionale chi utilizza tali tecniche.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Grazie per le esaurienti risposte. Molto interessante l’articolo sul Training Autogeno. Desidererei sapere quali requisiti deve avere un buon insegnante di questa tecnica. Vorrei evitare di finire in uno di quei centri benessere dove insegnano di tutto, con sedicenti insegnanti senza alcuna valida referenza. Grazie.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Dovrebbe essere uno psicologo, che possa analizzare la situazione nella quale il TA sarebbe utilizzato (controindicazioni comprese) e seguire la persona in maniera appropriata.
Il TA è infatti una tecnica particolare, è utilizzata anche per la psicoterapia e quindi la scelta migliore è sicuramente affidarsi non ad un operatore generico ma a chi è in grado di effettuare una valutazione psicologica iniziale e un monitoraggio degli aspetti psicologici nel corso del periodo di apprendimento, soprattutto se il motivo per il quale si intende utilizzare il TA è legato all'ansia o a qualche disturbo di natura psicosomatica.
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