Meritarsi di risalire

soffro di un disturbo alimentare,con diagnosi formale di anoressia, anche se non c'è modo di convincermi che sia davvero così, tanto che questa parolaccia non riesco nemmeno a pronunciarla ad alta voce.
ho iniziato un percorso terapeutico serio, dopo tanti incontri sfortunati e finora sono stata proiettata al 100% verso la "guarigione", verso una vita più normale.
è da un pò,però, che non so cosa fare. sono dilaniata tra 2 spinte opposte: da un lato quella che mi porterebbe a lasciarmi aiutare finalmente, con enorme sollievo anche, visto che di vivere così non ne posso davvero più; dall'altra quella che invece mi attira inesorabilmente verso il basso, nella convinzione che prima di potermi concedere di essere aiutata, devo davvero toccare il fondo, devo meritare l'aiuto che mi viene offerto. così mi sento solo una fallita, perchè non ho mai raggiunto pesi chissà quanto bassi, non ho mai raggiunto il niente cui aspiravo e quindi non mi sembra di stare abbastanza male da meritare di essere salvata. non so se questo ha senso per voi. nella mia testa c'è un peso, fisso (il cui valore numerico è variato negli anni, con le varie fasi di questa situazione), che devo assolutamente raggiungere, non perchè io pensi che arrivata a quel punto i miei problemi saranno magicamente risolti, ma perchè DEVO arrivarci, per poi poter finalmente risalire e lasciarmi aiutare. ma prima devo provare che posso arrivarci, anche se è un peso troppo basso, anche se devo stare da cani per arrivarci, io devo arrivarci. mi sento una fallita anche come anoressica, perchè loro mi definiscono tale, ma io non mi ci sento nè mai mi ci sentirò se non arriverò a quel peso. non mi interessa,però, di venire etichettata come anoressica o meno, non è questo che cerco. io sento solo questo bisogno assurdo di scendere fino ad annullarmi, fino a quel numeretto, per poter toccare il fondo con le mie mani e poter dire "ok, ora puoi permetterti di vivere". solo che il mio limite di sopportazione fisico non coincide con quello psicologico. l'ultima volta che sono scesa velocemente di peso, ho dato fuori di matto prima ancora di avvicinarmi lontanamente a quel numero, non ragionavo più. però non riesco a schiodarmi di testa questa ossessione e ho paura che se davvero almeno una volta non arrivo giù fin dove dico io, non riuscirò mai a lasciarmi aiutare per bene, perchè nella testa avrò sempre stabile questo senso di fallimento e questa attenzione per quel numero, mi sentirò sempre come se ciò che mi viene dato non lo merito, perchè non sto male abbastanza.
non so come fare.. assecondare questo pensiero? provare ad oppormi? ce l'ho fisso in testa però, non riesco a far finta di niente..
spero che quello che ho scritto sia abbastanza chiaro, in caso contrario mi scuso, è difficile mettere per iscritto la confusione..
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza, non mi è chiaro se attualmente sei ancora seguita oppure no.

Ad ogni modo è evidente da ciò che scrivi che il controllo e il potere sono centrali per te.

Ritieni di non poter gestire questi due temi importanti in altro modo, se non arrivando al tuo peso prefissato?

A quanto, secondo te, dovresti arrivare?

Che cosa devi dimostrare? Io sono certa che il tuo valore sia implicito nella tua persona e che non sia possibile calcolare il valore di una persona dalla magrezza, nè dal controllo esercitato sulla fame.

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
sì, sono ancora seguita, solo che di questo specifico aspetto non riesco a parlare apertamente, già è stato tanto scriverne.

il controllo è fondamentale, ha ragione. per me è importante al limite del ridicolo! ma me ne accorgo solo ora che lo esercito in questo modo su ciò che mangio e sul mio corpo. prima non mi sono mai posta il problema e, anche pensandoci ora, non mi sembra di essere stata particolarmente fissata con il controllo, in passato.
non saprei come altro gestirlo, sinceramente. perchè questa serie di comportamenti, per quanto disfunzionali possano essere, sono gli unici che mi lasciano quella sensazione di forza e controllo totale, che mi fanno sentire che è tutto a posto e che posso farcela. anche se in realtà così facendo mi faccio solo del male. anche pensandoci, non saprei proprio in che altro modo comportarmi, sono meccanismi ben radicati e a cui io stessa mi attacco nel momento del bisogno. controllo tutto attraverso di questo: corpo, emozioni, mente, pensiero.. se mi si toglie questo, non resta nulla..


però sì, a quel peso devo arrivarci per forza, perchè essendo possibile scendere fino a quel punto, non è possibile che io non ci arrivi. cioè è un'opzione che nella mia testa non può nemmeno essere contemplata.
il numero, come dicevo, è cambiato. ora come ora, nella versione attuale, dovrebbero essere 36 kg. mi rendo conto che sono pochi,sarebbero 10 kg in meno dell'ultima scivolata che ho avuto, ma mi rendo anche conto che sarebbe teoricamente possibile. ci si può arrivare, quindi ci devo arrivare. non per dimostrare qualcosa agli altri, ma per mettermi a posto la coscienza, possiamo dire. perchè se arrivassi a quel punto, allora potrei zittire quella parte di me che mi tartassa con questo desiderio di rimpicciolirmi fino a sparire e potrei finalmente lasciarmi aiutare senza avere rimorsi in seguito, perchè comunque mi sarò fatta aiutare, ma solo dopo aver toccato il fondo. non è per gli altri, è per me stessa. sono d'accordo anche io con lei nel dire che il valore di una persona non dipende da un peso o dal controllo sulla fame, io stessa non valuto di certo così le persone! ma per me stessa è diverso, non so perchè applico questo metro di giudizio tutto particolare.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Che tipo di terapia stai seguendo?
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Utente
Utente
sono seguita da una psicologa specializzata in dca (il cui indirizzo potrebbe essere psicologia dinamica e famigliare..ma non vorrei dire una stupidaggine) e da uno psichiatra che mi ha prescritto una compressa di fluoxetina per la depressione ed il pensiero dai tratti ossessivi
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Solo per fare chiarezza: la specializzazione in DCA non esiste.
E' invece importante assicurarsi che la psicologa che ti segue sia anche psicoterapeuta (tutti gli psicoterapeuti possono trattare i DCA), anche se il trattamento migliore per questi disturbi è la terapia sistemico-relazionale.

I tuoi genitori sono coinvolti dalla psicoterapeuta?
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Utente
Utente
le chiederò, me ne aveva parlato all'inizio della terapia, ma sinceramente non mi ricordo bene! anche perchè da questa dottoressa sono stata mandata su consiglio di una collega, non l'ho "scelta" per l'orientamento che seguiva.

no, i miei genitori non sono coinvolti direttamente, almeno al momento. abbiamo fatto solo 2 sedute insieme, che però ho trovato davvero molto difficili e soprattutto non molto utili perchè in loro presenza non sono in grado di parlare apertamente come farei se fossi da sola, così va a finire che passo l'intera ora in silenzio e non contribuisco in alcun modo alla terapia. e poi non voglio che siano coinvolti. ho provato a sforzarmi quelle 2 volte, ma è proprio più forte di me. anche la psicologa è quindi stata d'accordo che per il momento è più utile proseguire le sedute solo noi 2. metterli in mezzo non porta altro che ulteriori difficoltà, anche perchè non sono delle persone molto facili con tutti trattare di certi argomenti.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Con la psicologa che ti segue o con lo psichiatra hai parlato del tuo proposito di arrivare a 36 Kg?

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Utente
Utente
eh no, è qui il punto dolente!
non ce la faccio a dirlo a qualcuno,l'idea di farlo mi spaventa e mi imbarazza allo stesso tempo.
e mi giustifico dicendo che tanto se non ci arrivo, allora non è un problema che non lo sappiano, visto che comunque non è successo niente. e se invece ci arrivo, se ne accorgeranno senza che io lo dica apertamente. lo so che loro non possono leggermi nella mente e che se non mi sforzo un pò anche io per aiutarli nel loro lavoro, non possono fare tanto ma non so come fare a dire una cosa del genere..e poi, non so se è il caso di dirla o meno
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Se una persona non raggiunge un obiettivo, anche molto importante, che succede secondo te?
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Utente
Utente
la domanda è una, ma le risposte sono 2: in generale, pur dipendendo da obiettivo a obiettivo, direi che non è la fine del mondo. niente è irrimediabile, in teoria, quindi se non si raggiunge un obiettivo, anche se ne derivano ovviamente sensazioni negative e frustrazioni, non succede niente di tragico. ci si riprende e si può riprovare (se ciò è possibile) oppure si può aggiustare il tiro e cercare un obiettivo più realizzabile. questo parlando in generale ed in modo molto astratto. e questo è ciò che direi a chiunque mi chiedesse consiglio o cosa ne penso in generale.
ma se devo pensare che a non raggiungere quell'obiettivo sarò io, allora la risposta cambia del tutto! perchè allora mi sembra quasi la fine del mondo. che l'obiettivo in questione siano 36 kg o qualsiasi altra cosa, non riuscirci sarebbe terribile. sarebbe un fallimento enorme, mi sentirei solo una fallita. sarei una delusione per me stessa e per gli altri, sulla base delle loro aspettative nei miei confronti (reali o presunte che siano). mi vergognerei di me stessa, mi sentirei schiacciata. non che io pensi di essere chissà chi, ma non è possibile che se una cosa dipende esclusivamente da me, non riesca a farla. perchè allora,se niente altro ha influito, sarebbe tutta colpa mia, un mio non essere abbastanza. dovrei riprovarci fino a riuscirci. fallire sarebbe non essere all'altezza e mi fa paura.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
E su questi aspetti (delusione, aspettative di altri, colpa, ecc...) che hai descritto molto bene avete lavorato in terapia?
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Utente
Utente
stiamo lavorando molto sul senso di colpa, visto che è molto forte. non ho ancora capito perchè,ma a conti fatti mi sento in colpa praticamente per ogni cosa. ne parliamo, la dottoressa riesce a farmi ragionare,razionalizzo, sono d'accordo con ciò che dice però alla fine quando viene il momento mi sento in colpa comunque. non so se è una mancanza mia che non sto lavorando bene o semplicemente ci vuole più tempo.
per quanto riguarda le aspettative degli altri,anche di questo abbiamo iniziato a parlare. spesso sono io che carico troppo le aspettative degli altri. cioè credo che loro si aspettino da me molto più di quanto in realtà non facciano, è come se mi facessi pressioni da sola,in un certo senso. e mi sento sempre una delusione per me stessa, sono intransigente da questo punto di vista, quindi automaticamente penso e temo che gli altri mi giudichino così come faccio io. quindi ho paura di deluderli tanto quanto deludo me stessa o, se non lo faccio, che questo succeda solo perchè non sanno chi sono davvero e si illudono di conoscermi quando invece vedono solo una "maschera" e non sanno lo schifo che c'è sotto.
più o meno sono cose di cui abbiamo accennato, ma ogni volta saltano fuori talmente tanti nuovi aspetti che sono molto confusa. non sono molto brava con l'introspezione!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Io ritengo invece che tu abbia descritto bene il modo in cui ti senti. Alla tua dottoressa riesci a dirle così bene queste cose?
Senti che lei ti è di aiuto?
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Utente
Utente
sento che la dottoressa mi è di aiuto, per fortuna, anche se i tempi sono molto più lunghi di quanto io (a questo punto ingenuamente!) credessi. come dicevo, ho girato diversi specialisti prima di trovare questa dottoressa, quindi un minimo di "esperienza", seppur negativa, l'ho fatta. e credo di poter dire tranquillamente che stavolta è diverso, che la terapia con questa dottoressa può andare a buon fine.
riesco sì a parlare anche di questioni molto spinose o che mi causano molta difficoltà, ma non con la stessa scioltezza con cui potrei scriverne, protetta dall'anonimato e da uno schermo. credo, però, che sia normale. sono molto chiusa di carattere, quindi è normale che faccia fatica. di queste cose comunque ho parlato anche con lei.
e sento che la dottoressa sta facendo bene il suo lavoro con me, l'unica cosa di cui non sono sicura è se io sto rispondendo bene. so che è soggettivo, ma a questo proposito vorrei chiederle un'altra cosa, se possibile: quanto durano, in genere, questi percorsi? ho provato a chiederlo alla psicologa, che però non mi ha dato una risposta precisa, dicendomi che il problema è complesso, che sono molto "invischiata" nella cosa e ormai è ben radicata in me, quindi il lavoro sarà duro e difficile. sicuramente possibile,ma comunque molto lungo. ora mi chiedo: potrebbero essere addirittura diversi anni? non mi ero mai posta il problema prima, pensavo "bene, ora che ho deciso di uscirne davvero,vado da qualcuno ed è fatta!", ingenua come visione. saprebbe, lei, darmi altre indicazioni, anche solo di carattere generale, dato che ovviamente non mi conosce?
e poi,secondo lei dovrei parlare anche di questa questione dei 36, per esempio, o è qualcosa che non merita troppa attenzione ed è meglio non dargliela per non peggiorare la cosa?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Cara Ragazza,
i consulti online contengono limiti e regole, non è possibile approfondire di molto l'argomento, nè dare suggerimenti.
Credo che dovrebbe però condividere con il suo psicologo il suo progetto ed analizzarlo in terapia, solo così potrà comprenderne il significato reale.
Le auguro ogni bene, ci tenga aggiornati, se le fa piacere.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Hai ragione, è molto ingenuo pensare che un DCA possa risolversi velocemente perchè, come hai avuto modo di capire dalla terapia e di confermare anche qui, che soffre di questi disturbi spesso ha una rigidità mentale tale che non può essere modificata in tempi brevi.
Inoltre ci sono dei temi importanti, accennati anche qui, che possono essere affrontati solo all'interno di una psicoterapia e non frettolosamente.
Hai dalla tua il fatto di essere molto giovane.

E' impossibile rispondere alla domanda sulla durata della terapia, in quanto ogni persona è diversa.

L'errore per te è di pensare "...non sono sicura è se io sto rispondendo bene..." perchè così si attiva una competizione tale (la stessa che utilizzi per il controllo sul cibo) che non ti porta lontano. Risponderai alla terapia secondo i TUOI tempi e le TUE modalità.

Attenzione anche al fatto che non devi mica compiacere la tua terapeuta: certamente devi dirle che vuoi arrivare a 36 Kg, se no come potrebbe aiutarti?

E poi perchè proprio 36?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
credo che l'utilizzo migliore che tu possa fare di questa consulenza on line sia riprendere gli aspetti emersi all'interno del colloquio, un po' alla volta rispettando i tuo tempi ma evitando di nasconderti dietro ad eventuali alibi.
In bocca al lupo.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#18]
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Utente
Utente
per rispondere alla dott. Pileci, la ringrazio per la spiegazione. rifletterò sulle sue parole, per riuscire a capirle bene anche "di pancia" e non solo razionalmente. il sottile bisogno di compiacere, anche la psicologa, è sempre presente: non vorrei che le persone restassero deluse o si stancassero di me. ed in questo caso, secondo la mia logica, con la psicologa potrebbe avvenire dopo un determinato periodo in cui non ho fatto sufficienti miglioramenti. capisco da sola l'errore,quindi mi resta solo di riuscire a bloccare questo circolo vizioso nel ragionamento.
perchè proprio 36 non lo so, mi sono fissata con questo numero. prima erano solo un tentativo di raggiungere il numero più basso umanamente possibile, che quindi potrebbe essere molto sotto i 36, poi c'è stato il periodo dei 48, poi una volta raggiunti mi sono sembrati nulla e ho spostato il target e così via. ora ho saltato tutte le tappe intermedie e ho fisso in mente questo 36, come se rappresentasse la soglia alla quale potrò finalmente alzare la testa ed ammettere che non ce la faccio più. non so perchè 36, il mio cane pesa 36 kg,non ho idea di come sia avvenuto il collegamento. ero dal veterinario quando l'ha pesato e da quel giorno ho cominciato a pensare che invece che 40 (che erano la fissa precedente) sarebbe stato giusto raggiungere i 36. non mi chieda che c'entra, non ne ho idea. comunque cercherò di parlarne apertamente con la dottoressa.

vi ringrazio tutti infinitamente per le vostre risposte ed il tempo dedicatomi, non avrei creduto che scriverne qui potesse aiutare davvero. ora, come suggerito, piano piano affronterò a viso aperto tutto questo anche (soprattutto!) con la psicologa che mi segue.

vi ringrazio ancora,
buona giornata!
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
l'anoressia solitamente prevede una presa in carico a 360° non solo da un punto di vista psicoterapeutico ma anche nutrizionale, parlane con la psicologa, ed eventualmente valuta la possibilità di integrare la psicoterapia con un intervento da parte dell'équipe multidisciplinare di un centro specializzato qui trovi i riferimenti nella tua città:
http://www.bulimianoressia.it/
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dopo
Utente
Utente
sì, grazie, purtroppo lo so.
dopo tanto discuterne già con la mia psicologa, ho accettato da qualche mese di affidarmi anche ad uno psichiatra e un nutrizionista! in teoria le basi ci sono tutte, ora devo metterci la mia!
grazie
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Bene, allora in bocca al lupo.
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