Sensazione di schifo

Ciao,
mi capita a volte (raramente, a dire la verità) di provare una sensazione di schifo che parte dalla vagina. è come se fossi sporca, ma anche dopo la doccia, continuo a provare tale sensazione. A volte la provo dopo (sia appena dopo, ma più spesso il giorno seguente) un rapporto più intimo con un ragazzo. è una sensazione molto spiacevole, e a volte l'unico modo per sentirmi meglio è quello di sedermi sul water come se dovessi fare pipì, ma senza realmente farla. Dopo una mezz'ora (a volte più) mi passa, ma vorrei capire perché mi accade questo.
Grazie a tutti coloro che mi risponderanno :-)
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara ragazza,

senza sapere altro di te è davvero impossibile risponderti in maniera fondata.

In linea di massima si può presumere che questa sensazione abbia a che fare con un disagio che riguarda la tua vita sessuale e/o la tua identità femminile o anche con l'idea del sesso in generale, dal momento che ci riferisci di provare una sensazione di sporco che ci mette un po' a passare.

Ti ricordi quando ti è successo per la prima volta e se in quell'occasione ti era accaduto qualcosa di spiacevole?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Purtroppo non ricordo quando sia accaduto la prima volta, poiché si tratta di 2 anni fa, ma col tempo tali episodi diventano sempre meno frequenti. In ogni caso, non sempre tali sensazioni si verificano dopo un rapporto sessuale. Inizialmente credevo fosse un qualcosa di fisico, qualcosa tipo cistite, ma non ho necessità di andare continuamente in bagno e non ho perdite di sangue, né di alcun tipo e questo fastidio sparisce da sé in tempi brevi. Per questo ho ipotizzato successivamente che fosse un qualcosa legato ad un fatto psichico. Non so come meglio spiegare questa sensazione di sporco, di disagio che provo. :-(
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Ragazza,
quali pensieri accompagnano la sensazione che prova?
Con quali pensieri riesce ad allontanarla?

Saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
le sensazioni che si sperimentano correlate a particolari organi, solitamente correlano al significato simbolico che a tali organi viene attribuito.
Le sensazioni di sporco e di schifo, credo correlino al suo vissuto nei confronti della sessualità e della sua genitalità.
Che tipo di educazione ha ricevuto?
Cattolica?
Ha ricevuto educazione emozionale e sessuale?

Saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta 479 13 31
Le osservazioni e le domande dei colleghi la aiuteranno (e ci aiuterebbero) a comprendere meglio il quadro di cui stiamo parlando. Io le chiederei anche che tipo di relazione ha con il/i ragazzi, poiché dal suo racconto emerge che la sensazione la prova (anche ma non solo) dopo "un rapporto più intimo con un ragazzo". Si tratta sempre della stessa persona? Cambia spesso partner? che relazione ha con i/il partner con cui ha questi rapporti più intimi?

Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it

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dopo
Utente
Utente
Forse avrei dovuto sottolineare che soffro d'ansia :-)
-Dr.ssa Paola Scalco: non ci sono dei pensieri specifici che accompagnano la sensazione che provo, sono troppo presa dai "sintomi" che essa comporta. Al massimo, sento il bisogno di lavarmi. Solitamente la sensazione va via da sola. Gli unici rimedi sono o sedermi sul water (che è quello più funzionante) o premermi con una modesta pressione l'organo genitale.
-Dr.ssa Valeria Randone: sono cresciuta in una famiglia patriarcale. Mio padre ha il pieno "potere", mentre mia madre, fino a qualche tempo fa, era sottomessa a questo "potere", dettato da una forte gelosia e bisogno di prevalere per affermarsi. Di conseguenza spesso il sesso è stato un tabù, mentre i sentimenti, troppo intensi ed emotivi, spesso sono stati causa di sofferenze e vissuti all'estremo (negativo).
-Dr. Alessandro Raggi: ho la tendenza ad attaccarmi morbosamente alla persona con cui sto. A volte, però, a relazione conclusa, mi rendo conto di non aver tenuto particolarmente alla persona in questione. Spesso finisco col sopravvalutare i miei sentimenti, ma di questo me ne rendo conto solo quando la relazione è finita. In realtà riesco a stare bene solo se ho una persona con cui andare a sostituire quella persa, in quanto non riesco a stare da sola, perché in quel caso mi sentirei oppressa dall'ansia (ansia che adesso inizia a manifestarsi anche quando sto con qualcuno). Difatti cambio spesso ragazzo, ma non perché io voglia. Diciamo che raramente incontro la persona giusta con cui stare, e a volte la mia "ossessione" spinge i ragazzi a respingermi (ma questo non sempre e non sempre fino a tali livelli). In ogni caso, le mie storie sentimentali vengono prese da me seriamente e attribuisco loro una notevole importanza. La prima volta che ho provato tale sensazione ero impegnata con il mio ragazzo più importante, con cui sono stata per 2 anni (storia travagliata, piena di litigi e bugie da parte sua). Adesso mi sto sentendo da poco con l'ennesimo ragazzo, con cui pare andare tutto bene. Vorrei anche precisare che fino a poco fa con i ragazzi non riuscivo a raggiungere l'orgasmo, nonostante una normale fase di eccitamento e sensazioni pur sempre piacevoli. Invece con questo ragazzo sono riuscita a raggiungerlo attraverso la masturbazione (ancora non abbiamo avuto un rapporto sessuale completo).

Spero che queste informazioni siano sufficienti e non troppo dispersive, grazie comunque a tutti per l'attenzione prestatami :-)
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Credo che queste dinanamiche vadano affrontate all'interno di un setting psicoterapico, al fine di poter trasformare il disagio in piacere.
Saluti
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Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta 479 13 31
si, se può servire concordo perfettamente con la collega.
Mi sembra che siano già emersi tutti gli elementi utili per lei a comprendere che la sua forma di disagio, che ha la sua particolare manifestazione, è in qualche modo connessa al suo disagio interiore.
Lo potrà affrontare efficacemente con l'aiuto di uno psicoterapeuta esperto.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Forse avrei dovuto sottolineare che soffro d'ansia :-)"

Tranquilla, non ce n'era bisogno.

Oltre a questo hai aggiunto che nella tua famiglia c'è una forte chiusura nei confronti del sesso e la prevalenza della figura di tuo padre che sovrasta tutti e che, immagino, la prenderebbe molto male se sapesse che hai una vita sessuale attiva.
E' così?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Cosa significa che << i sentimenti, troppo intensi ed emotivi, spesso sono stati causa di sofferenze e vissuti all'estremo (negativo).>>?

E perché sua madre è stata sottomessa a suo padre "fino a qualche tempo fa": è successo qualcosa che ha cambiato il loro rapporto?
[#11]
dopo
Utente
Utente
-Dr.ssa Valeria Randone e Dr. Alessandro Raggi: grazie per il consiglio.
-Dott.ssa Flavia Massaro: mio padre ha saputo che ho una vita sessuale attiva e quindi mi ha riempita di insulti e il suo disprezzo me lo dimostra spesso.
-Dr.ssa Paola Scalco: nel senso che il modo che ha mio padre di esprimere il suo amore è spesso accompagnato da gelosie e violenze. anche io mi rendo conto che il mio amore verso di lui non è puro, mi fa venire da piangere, come se mi facesse soffrire. Mia madre se n'è andata di casa per un breve periodo ed è tornata solo se lui avesse seguito le sue regole. E fino ad ora pare le stia seguendo.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza, "crescere" implica anche il fatto che si comincino a delimitare i confini entro i quali la propria vita non è più condivisa con mamma e papà.

E questo vale anche al contrario: i suoi genitori sono una coppia, prima che essere suoi genitori. Pertanto, anche se le dispiace vederli in conflitto, sono affari loro.

Le chiedo di rileggere la frase precedente, e di valutare cosa prova emotivamente, nel leggerla.

In merito al suo comportamento, secondo un'ottica cognitivo-comportamentale tutti i comportamenti che mettiamo in atto per evitare una emozione negativa (ad es., il disgusto) sul momento abbassano il disagio, ma a lungo termine possono diventare come dei "rituali" di cui sentiamo l'esigenza.

E' questo quello che le capita?
[#13]
dopo
Utente
Utente
-Dr. Gianluca Cali: non riesco a definire bene tale sensazione e quindi mi è difficile capire se i miei sono dei rituali o meno. So solo che funzionano, quindi per me sono utili.
"E questo vale anche al contrario: i suoi genitori sono una coppia, prima che essere suoi genitori. Pertanto, anche se le dispiace vederli in conflitto, sono affari loro.": sono d'accordo con questo e già lo metto in pratica.
""crescere" implica anche il fatto che si comincino a delimitare i confini entro i quali la propria vita non è più condivisa con mamma e papà": questo è ciò che forse dovrei mettere in pratica. è vero che la vita è influenzata tantissimo dai genitori, dal rapporto con loro e dall'infanzia ed educazione ricevuta. Ma credo di essermi immessa in una sorta di bolla in cui ogni cosa negativa viene rimandata a mio padre. Dovrei uscirne e iniziare a vivere la mia vita a prescindere da lui, crescere appunto.
Grazie per per questa giusta puntualizzazione a cui non avevo mai pensato :-)
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>mi è difficile capire se i miei sono dei rituali o meno. So solo che funzionano, quindi per me sono utili

"Funzionano" nel senso che abbassano lo stato di tensione, di disgusto? Se sì, forse non sono "utili"; probabilmente sono solo un sistema (forse il migliore che ha trovato finora) per "gestire" una difficoltà emotiva (la reazione di disgusto) e comportamentale ("cosa faccio?").

Il problema è che, se la mia ipotesi regge, in genere i comportamenti che hanno questa funzione cominciano a diventare necessari: "un'abitudine, se non contrastata, diviene presto una necessità" (S. Agostino).

Quindi, l'ipotesi che le propongo è quella di cercare un aiuto terapeutico per apprendere altri modi per regolare e gestire le sue emozioni, che non la rendano eventualmente schiava di comportamenti per lei indesiderati.

>>credo di essermi immessa in una sorta di bolla in cui ogni cosa negativa viene rimandata a mio padre. Dovrei uscirne e iniziare a vivere la mia vita a prescindere da lui, crescere appunto

Ha scritto una cosa molto importante. Si chiama "assunzione di responsabilità": finchè siamo convinti che i nostri problemi dipendano dagli altri, non potremo mai risolverli, se non cambiando gli altri.

Un sincero "Brava!" ed un invito: come le hanno suggerito i colleghi, valuti seriamente la possibilità di un percorso terapeutico. A mio avviso, un lavoro focalizzato sui problemi e centrato sugli obiettivi potrebbe aiutarla a fare quei passi che ancora le potrebbero mancare per "assumersi le sue responsabilità" nei confronti della sua vita.

Cordialmente