Rassegnarsi a un un nuovo tipo di lavoro

Gentili psicologi, ho 50 anni avverto che in questo periodo la mia mente e' moltissimo affaticata dal pensiero fisso del lavoro che purtroppo manca in un periodo di crisi nerissima come stiamo attraversando.
Dall'eta di 22 anni ho iniziato a lavorare in commercio in quella che era un attivita' gia avviata lasciata da uno zio poi continuata assieme al mio caro papa' oggi scomparso, ( ma erano altri tempi) non pago affitto del fondo in quanto' e' di mia proprieta' idem dicasi anche per l'appartamento dove vivo attualmente, sono sposato da 22 anni con mia moglie che anche Lei lavora e ho una figlia di 19 che lavora autonomamente che vive in casa assieme a noi.
Il problema e' che il lavoro nell'attivita' commerciale dove ci sono da ben 28 anni non va per nulla bene ( crisi del settore) e mia moglie mi continua a ripetere da due anni a questa parte di cercare di vendere e di trovarmi un altra occupazione ( cosa non facile di questi tempi e a 50 anni).
Credo che dopo tanto tempo trascorso in commercio dove tutti mi conoscono e ci conosciamo non sia per niente facile prendere una decisone cosi' a cuor leggero come mi vorrebbe far prendere mia moglie ( con giuste ragioni ) oltretutto decisioni anche vincolate da ricordi passati con persone che purtroppo oggi non ci sono piu'.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile utente,

nessuno ritiene che sia una decisione facile, nè da prendere a cuor leggero.
Dovrebbe infatti valutare con molta attenzione vantaggi e svantaggi di una scelta del genere, considerando non solo il difficile momento attuale, ma anche altre circostanze: l'età e la possibilità di inserimento in altro o analogo contesto, l'esperienza (ha in mente lo stesso settore per un eventuale scelta?) che sicuramente è notevole ma che deve promuovere nelle Aziende.

Io Le suggerisco di rivolgersi ai servizi della Sua Provincia o Comune che sapranno aiutarLa a vedere le possibilità che ha e le possibili strade, oltre a fornirLe strumenti operativi per potersi riproporre sul mercato del lavoro (ad esempio come scrivere un cv, una lettera di marketing, presentarsi, ecc...)

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro signore,

è comprensibile il suo stato d'animo rispetto alla non facile decisione che le viene chiesta da sua moglie e dalla situazione.
Ricollocarsi nel mondo del lavoro non è mai stato facile a 50 anni ed oggi lo è ancora meno.

Un altro aspetto importante da considerare è il fatto che lei ha sempre lavorato in proprio e, nel ritrovarsi a lavorare "sotto padrone", dovrebbe modificare la sua modalità di approccio al lavoro; anche questa è cosa non da poco e da non sottovalutare.

Ci sono poi tutti gli altri aspetti pratici che noi non conosciamo (che tipo di attività svolge? Potrebbe ricollocarsi nello stesso settore? In quanto tempo riuscirebbe a vendere l'attività? Che tipo di ricavo potrebbe ottenerne? Per quanto tempo ancora può permettersi di rimanere aperto senza guadagno?); tutti questi ed altri aspetti, di natura non psicologica, avranno poi un effetto sul suo sentire e sulle sue conseguenti scelte.

Non è possibile per noi darle un consiglio, non conoscendola personalmente e non avendo tutti gli elementi necessari ad una corretta valutazione; e, in realtà, credo che nessuno possa darle consigli; la scelta è solo sua e dovrebbe essere conseguente ad una attenta valutazione di tutti gli elementi in gioco: un bilancio tra costi e benefici che tenga conto delle conseguenze pratiche e psicologiche potrebbe aiutarla a prendere una decisione.

Un caro saluto

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Signore,
le "giuste ragioni" che stanno dietro la richiesta di sua moglie, forse riescono a convincere in parte la sua testa, ma mi pare che non persuadano il suo cuore.
Riferisce di un certo affaticamento mentale in relazione a questa delicata situazione.
Ma la mia impressione (con i pesanti limiti di un consulto on line) è che ci sia dell'altro che contribuisce a non farla vivere con serenità.
Mi sbaglio?
Quella che state vivendo può essere, in alcuni casi, una fase critica della coppia: a parte la questione lavorativa, come vanno le cose tra voi?

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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dopo
Utente
Utente
Ringrazio i gentili psicologi che mi hanno risposto.
Rispondo brevemente alla Dott.ssa Scalco:
D " giuste ragioni mi pare che non persuadano il suo cuore"
R: Certamente e' cosi' perche' in primo luogo sono decisioni da prendere anche in relazione all'affetto familiare di persone scomparse di luoghi a me cari, di innovazione e ristrutturazione fatta con il frutto della mia fantasia. Inoltre mia moglie' gia da anni abituata a lavorare alle dipendenze cosa che io non ho mai fatto in tutta la mia vita mi ritroverei a farlo ora a 50 anni e gia questo per me e' motivo di una brusca frenata in avanti.....Sapete, tutti noi siamo buoni a dare giusti consigli, ma spesso ci sono motivi ostativi che impediscono di attuarli anche volendo.
D: " La mia impressione che ci sia dell'altro che contribuisce a non farla vivere con serenita'
R: Cosa intende? Il rapporto sessuale? O cosa?

Dott. Callina:

Lei ha centrato in pieno il problema! E' vero cio che dice: PER QUANTO TEMPO PUO' PERMETTERSI DI RIMANERE APERTO SENZA GUADAGNI? Giusta osservazione. Da parte dei miei nonni paterni ho avuto un lascito di 3 appartamenti e di alcuni fondi commerciali tra cui 1 ( bar) tuttora affittato, se riuscissi a vendere la mia attivita' di tabacchi potrei proporla ( come avrei gia fatto ) alla signorina che ha il bar di mia proprieta' vicina alla mia attivita' e fare un locale unico a questo punto mi pagherebbe la restante parte di affitto della nuova attivita' piu' la vendita della licenza, ma credo che tutto questo non sia la panacea di tutti i mali. E' vero che a fine mese ho delle entrate sicure affitti, ma se guardo nell'ottica pensionistica per finirmi di pagare la pensione con 28 anni di contributi interamente versati ad arrivare alla fine mi mancherebbero ancora 12 anni che non sono pochi da versare all'INPS e con questo quadro penso che non sia fattibile avere lo spettro di vendere un attivita' per poi restare senza lavoro amesso che ne trovi un altro e campare solo con gli affitti.....Sbaglio??
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
La situazione attuale sappiamo com'è, molte persone si sentono angustiate dall'ansia e dall'incertezza dovute a questo momento difficile che il nostro paese (e non solo) sta attraversando.

Tuttavia è sempre bene cercare di capire quanto solidamente sia radicata nella realtà, un'ansia, e quanto invece non possa dipendere da una nostra predisposizione alla preoccupazione che si attiva anche in presenza di stimoli ambigui e oggettivamente non così intensi.

Quello che voglio dire è che se lei è proprietario di 3 appartamenti, di alcuni fondi commerciali tra cui un bar e un tabacchi, direi che guardando la sua situazione dall'esterno lei si trova MOLTO ben collocato rispetto alla media.

Perciò la sua scelta non è fra tutto o nulla, ma fra una situazione che finora è stata certa e rassicurante (perché sempre la stessa) e altre opzioni (che molti non hanno).

Probabilmente si sente più preoccupato per l'aspetto di novità che tali opzioni comporterebbero che per la plausibilità di un peggioramento.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
A me quello che preoccupa maggiormente sono le novita' nell'ambito lavorativo cioe' non capisco come possa succedere in questo paese che fa acqua da tutte le parti che un attivita' commerciale diciamo trentennale con un sistema ben oliato con le solite abiutudini i soliti ritmi di vita tutto ad un tratto vuoi per l'economia traballante del nostro paese, vuoi per tutti questi aumenti sconsiderati che ci sono stati, smetta di funzionare......
Non saprei se perseverare e continuare per la mia strada oppure prendere in considerazione cio che mia moglie auspica da circa 2 anni di " vendere " e trovare un altro lavoro.
Vorrei tanto darle il cosidetto schiaffo morale......... e se funzionasse???? sarebbe la mia piu' grande soddisfazione!!!!!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Infatti stavo dicendo proprio questo: le dà fastidio che un'attività commerciale trentennale, un sistema ben oliato con le solite abitudini e i soliti ritmi da sempre, all'improvviso inizi a fare acqua e a rallentare.

Eppure succede. Il mondo cambia sempre e nei momenti di crisi cambia ancora più in fretta. I piccoli esercizi sono da tempo in difficoltà a causa della grande distribuzione, dei discount ecc. Anche se bar e tabacchi dovrebbero essere meno attaccabili sotto questo punto di vista.

Comunque vivere significa adattarsi, sfuggire all'illusione che tutto sarà sempre uguale a se stesso. L'unica vera costante a questo mondo è il cambiamento.

Credo che lei possa fare sostanzialmente due cose: rivolgersi a uno psicologo per farsi aiutare ad ammorbidire questo suo aspetto d'intolleranza alle novità, se è disposto a lavorarci, oppure cercare una consulenza commerciale per risolvere il problema pratico nell'immediato.

Una cosa non esclude l'altra.

Ma ripeto: rispetto alla media la sua situazione mi sembra molto meno allarmante. Probabilmente la sua percezione delle cose è influenzata da quel tratto ansioso che la rende intollerante ai cambiamenti.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<Cosa intende? Il rapporto sessuale?>>

Io non so, domandavo a Lei se la mia impressione avesse qualche fondamento....

Ciò che io intendevo è che mi pare che il suo attuale disagio non sia causato esclusivamente dalla crisi economica che le fa pensare di cambiar lavoro, ma anche da aspetti interpersonali e relazionali ( <<Vorrei tanto darle il cosidetto schiaffo morale......... e se funzionasse???? sarebbe la mia piu' grande soddisfazione!!!!! >>) ed intrapersonali (come le ha ben sottolineato il dott. Santonocito).
In generale comunque, tenga presente che, molto spesso, le problematiche sessuali all'interno di una coppia sono le prime "spie" di difficoltà e insoddisfazioni che stanno fuori dal letto.

Cordialità.



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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro Utente,

come le scrivevo nel precedente post quello che mi sembra più rilevante nella sua situazione, da un punto di vista esclusivamente psicologico, è il fatto che lei dovrebbe modificare la sua visione del lavoro: passare, cioè, da una abitudine al lavoro in completa autonomia ad una modalità assolutamente differente cui non è abituato e che certamente la spaventa.

Credo anch'io, come il dr. Santonocito, che il quadro che ci fornisce della sua situazione patrimoniale sia invidiabile da molti italiani e quindi, forse, le sue preoccupazioni sono sopradimensionate se guardiamo al solo aspetto economico.

Forse una consulenza commerciale potrebbe aiutarla a comprendere con esattezza quali opzioni ha a disposizione e con quali margini di manovra.

In alternativa un consulto psicologico potrebbe aiutarla a fare chiarezza sulle sue modalità di approcciarsi al cambiamento e alla novità.

Un caro saluto
[#10]
dopo
Utente
Utente
Grazie per avermi risposto:
Un cenno alla Dott.ssa Scalco: A me non risulta che con mia moglie ci siamo delle cosidette " incomprensioni a letto " pero' a mio avviso non mescolerei quelle che sono le problematiche lavorative inerenti ad una attivita' commerciale precedne con quelle di tipo sessuale, sono due cose distinte e distanti.
E chiaro che per me sarebbe un guanto di sfida riuscire a dimostrare il contrario di quello che pensa mia moglie ( vendere) che per me sarebbe motivo d'orgoglio personale oltre che di immensa soddisfazione.
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Ovviamente la mia situazione patrimoniale e' sopra la media questo lo so chiaramente, ma per cercare di far fronte a tutto ci vuole il lavoro, mancando quello o scarseggiando cominciano le preoccupazioni diversamente l'unica via d'uscita per i cosidetti " beni al sole" che necessitano di manutenzione e quant'altro sarebbe inevitabilmente la vendita
E secondo voi gentili psicologi dovrei vendere quello che hanno costruito con tantissima fatica i mie nonni? Credo che la mia preoccupazione o stato d'ansia ( come voi la chiamate) sia largamente e leggittimamente fondata.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> E secondo voi gentili psicologi dovrei vendere quello che hanno costruito con tantissima fatica i mie nonni?
>>>

E secondo lei, gentile utente, dovremmo essere noi a consigliarglielo?

>>> Credo che la mia preoccupazione o stato d'ansia ( come voi la chiamate) sia largamente e leggittimamente fondata.
>>>

Bene, e il fatto che un ostacolo sia legittimamente fondato, lo fa automaticamente diventare utile?

>>> E chiaro che per me sarebbe un guanto di sfida riuscire a dimostrare il contrario di quello che pensa mia moglie
>>>

Quindi per lei è più importante dimostrare che sua moglie torto, che prendere una decisione così importante in modo oculato e razionale?