"Rimanenze" da un abuso

Buongiorno, ho subìto un abuso a 4 anni (ne ho 38 ora) da parte di un parente, rivisto e rivisto, in presenza dei miei, purtroppo per tutta l’infanzia e adolescenza, ma per fortuna solo per un paio di volte ogni anno anno. Ho parlato ai miei del fatto 23 anni dopo, cioè a 27, dieci anni fa, dopo un paio di anni di terapia. Mia mamma reagì sgomenta e incredula e sentendosi probabilmente senza potere per non aver capito nulla ai tempi della vicenda e soprattutto durante tutti gli anni a venire, poi. Mio padre reagì con un’alzata di spalle dicendo che “d’altronde mica poteva tornare da quella persona a dirgli qualcosa a distanza di più di 20’anni….” e con diverse altre reazioni “ad hoc” ….; Pazienza, ho mandato giù anche quello (almeno credo). Ora, che sono stanca, stufa, che voglio lasciare il passato nel passato, che voglio stare bene, perché ne ho diritto e me lo merito, che non voglio più avere che i pensieri abbiamo la meglio su di me, lasciandomi ultra stanca e spossata, a terra….mi ritrovo però a non capire i mie comportamenti sbagliati nei confronti degli uomini (sicuramente c’entra mio padre, ma in che modo influisce sul mio rapporto con gli uomini?), mi ritrovo una mamma che non vuole tagliare il cordone ombelicale e si occupa di me come una bambina, nonostante viva sola da anni…. (forse è un suo modo di sopperire a quel passato? O magari no, magari sta solo invecchiando….)ma piano piano lo sto smollando io quel “collare che non mi fa respirare”; mi ritrovo a comprendere quanto non sia stata libera nelle mie scelte, della casa, del lavoro, di tante altre cose…sempre dettate e in un certo senso imposte da mio padre e questo mi fa una rabbia…. ma quello che non comprendo proprio è perché io non sopporto la presenza di mio padre, mi da’ fastidio la sua vicinanza, persino una pacca sulla spalla….o che mi guardi, o mi faccia un complimento; credetemi, ho cercato più volte di “vivisezionarmi” cercando una ragione…. Sono persino arrivata a immaginare che potesse essere stato lui l’autore dell’abuso (!), ma io non ricordo nulla quando invece ricordo perfettamente la persona che ha abusato di me così come quel che ha fatto!! quindi perché questa mia repulsione? È possibile che possa, per qualche motivo a me sconosciuto, aver fatto una trasposizione? (probabilmente non è il termine corretto… ma nel senso di sposato il fatto e invertito le persone); il non trovare risposte mi dilania…..più passa il tempo e più prendo distanze dai miei, fino quasi a sentirli come degli estranei e questo lo vivo molto spesso come senso di colpa....
Grazie per rispondere, cordialmente
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

se lei è stata vittima di abusi sessuali da parte di un parente ad un'età tenerissima e non ne ha parlato fino a tempi relativamente recenti significa che si è portata sulle spalle un fardello pesantissimo per lungo tempo, e che mentre avveniva l'abuso non ha ritenuto di potersi fidare dei suoi genitori e di potersi rivolgere subito a loro per chiedere aiuto.

Gli effetti di quello che ha subito si sono presumibilmente ripercossi nella sua vita di relazione: non sarebbe realistico immaginare uno scenario differente, sia per gli effetti diretti del trauma, sia per il suo non sentirsi potenzialmente ascoltata e accolta dai suoi più stretti familiari.

E' possibile che la risposta di suo padre alla sua rivelazione, un misto di impotenza e indifferenza, abbia suscitato in lei comprensibilmente rabbia e insofferenza verso una persona che avrebbe dovuto proteggerla fina dall'inizio e che invece non l'ha fatto.

Al momento è ancora in psicoterapia?
Per quale motivo aveva iniziato un percorso di questo tipo?
Soffriva di un malessere generico o di qualche sintomo specifico?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie della cortese e celere risposta Dr.ssa Massaro!
No, al momento non sono in psicoterapia (ma forse sarebbe oppurtuno intraprenderla nuovamente...?).
Ho iniziato un percorso di quel tipo anni fa perchè sentivo che non mi era più possibile contenere quel "segreto" e perchè volevo stare bene; ritengo che il lavoro fatto con la piscoterapeuta all'epoca sia stato buono, mi trovavo molto bene con quella Dottoressa, e mi sia servito a tirare fuori quella scatola nera e a confessare poi a miei genitori; da sola, non credo ce l'avrei fatta. Il problema però, come le evidenziavo nella prima mail, è che nonostante il "fatto" sia stato trattato e confessato, sono rimaste delle "rimanenze", come a dire: sono rimasta io... con le problematiche con ogni storia d'amore (dipendenza affettiva e coazione a ripetere, mi ci riconosco pienamente!) ma soprattutto con l'avversione nei confronti di mio padre (come le dicevo: addirittura quasi a sostituirlo a colui che ha commesso l'abuso!!! forse un mio modo per attribuirgli la colpa di non avermi protetta?) e il considerare estranei i miei genitori (vado persino mal volentieri a casa loro, anche se si tratta solo di un'ora per il pranzo della domenica!); questi ultimi aspetti, come le dicevo, non mi sono del tutto comprensibili e li vivo, poi, con senso di colpa (perchè vedo e sento che loro, soprattutto mia mamma, ci rimangono male per il mio allontanamento o comportamento schivo nei loro confronti....)
Credo, quello dei miei genitori, sia l'ultimo "ponte da far saltare" per arrivare alla mia totale libertà e godermi finalmente la vita.... ma ho bisogno di comprendere i motivi di quei miei atteggiamenti avversi nei loro confronti.... Grazie di cuore.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Se il lavoro che ha già svolto le ha consentito di fare dei passi avanti direi che forse è il caso di continuare su quella strada visto che riferisce di soffrire ancora per determinate modalità di relazione che non riesce a modificare.

Come mai aveva interrotto il percorso?
Ha la possibilità di essere di nuovo seguita da quella dottoressa?

Da qui possiamo fornirle alcuni spunti di riflessione in base al poco che ci ha raccontato, ma senza conoscerla di persona non è possibile fare di più.

A quanto detto aggiungerei comunque che più che "far saltare i ponti" con i suoi genitori, il che suona come la speranza di isolare il problema per non curarsene più, sarebbe auspicabile che lei riusciusse a rapportarsi a loro in un altro modo, fino magari ad arrivare un giorno a perdonarli.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Scusi, leggo ora la risposta completa; ricordo che da piccola, avevo "fastidio" ai genitali; ricordo anche che mia madre mi portò dalla pediatra e infine mi pare di ricordare che il tutto si "risolse" con degli impacchi sulla zona interessata. Altri malesseri fisici li escluderei, almeno, che io ricordi... solo flashbaks dell'evento e incubi notturni, durati anni, sempre direi, finchè non sono entrata in terapia. Malesseri comportamentali poi, soprattutto negli ultimi anni (età adulta) nei confronti dell'altro sesso, come le accennaov nella mail sopra. Grazie ancora!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
La psicoterapia da che punto di vista l'ha aiutata?

Il lavoro con la dottoressa è stato considerato concluso o si è interrotto per una sua decisione?
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dopo
Utente
Utente
Mi ha aiutata a tirar fuori ed elaborare quello che avevo dentro e che non avevo mai detto a nessuno; mi ha aiutata ad accettare cio' che è successo e a comprendere che quel fatto, comunque, non poteva essere dimenticato (per anni ho creduto che parlandone a qualcuno mi sarei liberata di quel peso e l'avrei quindi così dimenticato, non ci avrei più pensato, ma sappiamo che non è così...). Per assurdo quel fatto in se non mi fa più male, e so che quella persona non puo' più far del male a me (al di la della -non-reazione di mio padre, i rapporti con quella persona sono stati interrotti da allora), ma mi lasciano confusa e sgomenta gli "strascichi" che quella vicenda ha prodotto, con gli anni, a me, alla mia vita (non) affettiva e al mio (non) rapporto con i miei genitori. A torto (del resto, inconsapevolmente), pensavo che raccontare di quel fatto, sarebbe stato sufficiente a liberarmi, a rendermi finalmente felice e senza pensieri; ovviamente, apprendo da qualche anno, che non è così....
Per "far saltare il ponte" (mi sono espressa male), intendevo dire che vorrei far saltare questo ultimo ostacolo che non mi permette di entrare completamente in contatto con loro; di sicuro va affrontato e di sicuro, come sempre, dovrò andare io verso di loro.
Grazie ancora Dottoressa, apprezzo moltissimo il Suo supporto! grazie
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara Utente,

<<pensavo che raccontare di quel fatto, sarebbe stato sufficiente a liberarmi, a rendermi finalmente felice e senza pensieri; ovviamente, apprendo da qualche anno, che non è così....>>

Ha ragione ad aver compreso che non è proprio così che funziona. Purtroppo non basta parlare di un episodio del passato, che ha rappresentato per noi un trauma, per liberarcene.

Il passato non si può cambiare ma si può reinterpretare; il passato può insegnarci a immaginare una vita diversa, prospetticamente orientata verso una meta di sicurezza, una meta di maggior serenità.

Non ci ha detto se la psicoterapia è stata interrotta perché erano stati raggiunti gli obiettivi prefissati o se ci fossero motivi diversi.

Ci può dire anche di che tipo di psicoterapia si trattava, se lo sa?

Tra le righe del suo scritto si percepisce ancora molta sofferenza non elaborata; una sofferenza comprensibile, una sofferenza che si traduce nella sua difficoltà a costruire relazioni significative e a "fare pace" con il fantasmi del passato che ancora aleggiano nella sua famiglia.

Anch'io sono propenso a confermarle che la sua reazione odierna nei confronti di suo padre (ma anche di sua madre seppur, forse, in misura minore) sia il frutto di una rabbia non ancora elaborata nei loro confronti; "loro che avrebbero dovuto proteggerla non solo non l'hanno fatto ma neppure si sono accorti di nulla..." questo è un po' il pensiero poco consapevole che penso possa esserci dietro al suo sentimento di oggi.

Come avere fiducia negli uomini? Questo è un altro nodo cruciale nella sua vita, così come in quella delle molte bambine, ragazze, donne vittime di abuso.

Anch'io credo, come la collega, dr.ssa Massaro, che sia utile per lei riprendere il percorso interrotto per poter cominciare a vivere con una nuova consapevolezza ma, soprattutto, con un nuovo "sentire" nell'animo.

Se si è trovata bene con la precedente terapeuta il consiglio è quello di ricontattarla, avendo lei già tanti tasselli del puzzle a disposizione.
In caso contrario il lavoro fatto non andrà perduto; potrà comunque continuarlo con un nuovo professionista.

Le auguro di trovare presto la serenità che merita.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Mi ha aiutata a tirar fuori ed elaborare quello che avevo dentro e che non avevo mai detto a nessuno; mi ha aiutata ad accettare cio' che è successo e a comprendere che quel fatto, comunque, non poteva essere dimenticato"

Questi risultati sono ottimi, ma non sufficienti a permetterle di vivere in maniera serena.
Non ho capito come mai ha interrotto la terapia, sarebbe utile saperlo e conoscere l'opinione che la sua psicologa aveva della situazione nel momento in cui avete terminato il rapporto (visto che non mi dice che state ancora lavorando assieme, immagino che non vi vediate più).

Il trauma è costituito da elementi cognitivi ed emotivi che non sono rimasti isolati rispetto al resto della sua vita psichica, ma hanno comprensibilmente avuto degli effetti sul suo modo di percepire sè stessa e il mondo circostante e quindi sul tipo di rapporti che è attualmente in grado di costruire.

Di conseguenza non si tratta di un "nucleo" da espellere, ma mettere in quarantena permanentemente: non se ne potrà liberare, ma ha già disinnescato parte degli effetti negativi che stava provocando e ora dovrebbe lavorare sugli effetti ancora presenti.

Non posso dirlo con certezza, ma comunque immagino che non tutti i suoi problemi dipendano da quell'abuso: penso che la sfiducia nei suoi genitori, già presente quando lei era una bambina, possa essere sintomo della presenza di relazioni disfunzionali che avrebbero sortito degli effetti nel corso della sua crescita indipendentemente dal trauma che ci ha riferito.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
gentile ragazza, concordo con la collega che mi ha preceduto nell'osservare che non necessariamente debba esserci un rapporto causa effetto tra la sua esperienza riportata e la condizione attuale.
Partendo da questa idea si rischia di immergersi in una falsa premessa basata sulla elaborazioni di una esperienza che potrebbe non garantire un bel niente.
L'idea suggerita di una nuova terapia non dovrebbe essere scartata, ma orientata, amio avviso, a cercare strategie più funzionali per risolvere i suoi attuali problemi.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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dopo
Utente
Utente
Gentilissima Dr.ssa, Egregi Dottori, grazie delle preziose e accoglienti risposte.
Dr. Callina, non so purtroppo dirle di quale tipo di terapia si trattava; la terapeuta in questione operava all'interno di un consultorio, non so se questo possa darle una qualunque indicazione in merito, anche se dubito. Inoltre, anche per la Dr.ssa Massaro, la terapia è stata interrotta perchè si riteneva fossero stati raggiunti i risultati prefissati, almeno per quelli stabiliti all'epoca. So che il Consultorio dove la Dr.ssa lavorava non esiste più e le persone sono state smistate ad altri consultori/enti/centri; dovrei partire da lì per rintracciarla...
Sento conferma nel vostro affermare che non tutti i miei problemi dipendano da quell'abuso, che non necessariamente debba esserci un rapporto causa effetto tra il passato e l'attuale; come ho scritto, paradossalmente quel fatto non fa più paura, so di essere più forte io, ma i miei comportamenti distorti, ripetuti senza sapere il perchè e l'avversione, senso di fastidio ed estraneità nei confronti dei miei genitori devono trovare risposte. Credo dovrei iniziare a lavorare da qui; come ha ben suggerito la Dr.ssa Massaro in un post precedente,dovrei rapportarmi ai miei genitori in altro modo, fino a (magari) perdonarli;questi sono gli effetti ancora presenti, citando sempre la Dr.ssa Massaro, dato che, per fortuna ho già disinnescato parte degli effetti negativi. Il mio massimo bene è la cosa che mi sta più a cuore e non voglio lasciare nulla in sospeso per arrivare ad una vita finalmente "libera", pur con quello che c'è stato in passato. Questa è mia vita, comunque, nel positivo e nel negativo.
Nuovamente, grazie di cuore per i preziosi consulti e la vicinanza.
L'ho apprezzato moltissimo. Con stima. grazie!
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Lieti di esserle stati d'aiuto.
Se crede, ci tenga aggiornati.

Un caro saluto e, ancora, un sincero augurio per una vita finalmente libera.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Sapere che era seguita presso un consultorio rende più chiaro perchè il percorso è stato interrotto dopo 2 anni anche se non tutto era stato risolto.
Le strutture pubbliche non possono contare su risorse adeguate per seguire le persone fino alla completa risoluzione delle situazioni problematiche, e il raggiungimento di risultati parziali - ma comunque sufficienti a garantire una certa serenità al paziente - è spesso ritenuto un obiettivo sufficiente e motivo di conclusione del percorso.

Rinnovo il mio consiglio di riprendere il lavoro psicologico, con la dottoressa che l'ha seguita o con altri, per modificare gli aspetti e le modalità relazionali che ancora le provocano una certa sofferenza.
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