Fobia di pesci e mare

Egr. dottori,
torno ad attingere da voi in cerca di risposte e sostegno!
Cercherò di essere il più sintetico possibile.
E' da un pò di tempo a questa parte che la mia ragazza sta manifestando una forte paura, ai limiti della paranoia, per i pesci.
Esempio lampante quando si va a mare, nonostante faccia un caldo torrido, non entra in acqua + delle caviglie.
Non è sempre stato così però. Negli anni passati, è entrata in acqua senza nessuna remora come tutti a giocare, divertirsi e rilassarsi. Circa tre anni fa, andammo a mare e lei si rese conto di avere un branco di pesci che le nuotava tra i piedi (credo sia stato quello il fattore di stress che ha provocato il collasso della paura). Da allora entrare in acqua è un'agonia! Inutile dire che cerco di tranquillizzarla, cerco di farle capire che non c'è nulla da temere, ma i risultati sono praticamente nulli! Lei ci prova anche, cerca di superarla questa paura, ma arrivata con l'acqua alle ginocchia, rimane praticamente pietrificata, tremori e a volte addirittura pianto!
Non riesce proprio a combatterla e io non riesco ad aiutarla!
Vorrei che passassimo delle giornate serene insieme piene di divertimento e tranquillità, ma ovviamente sarebbe da evitare mare e/o lago accantonando solamente il problema senza risolverlo.
Vorrei che prima di tutto lei stesse serena con se stessa e potesse tornare a quando di paura non ce n'era!
Sicuramente mi consiglierete un consulto psicologico che purtroppo non possiamo permetterci! So che è difficile per voi così, ma se riusciste a darmi anche un solo consiglio per aiutarla ve ne sarei grato.
Cordiali saluti!
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

che dirLe se la risposta già la sa? Siamo così prevedibili? Oppure siamo consapevoli dei limiti del mezzo informatico? Il non potersi permettere uno psicologo privato è però compensato da un sistema sanitario nazionale che offre delle soluzioni valide. Certo, non tutto ciò che è possibile nel privato è possibile nel pubblico.

Delle volte le fobie nascono per dei motivi personali e perchè c'è un disagio ed una patologia in corso, oppure perchè semplicemente non si sapevano delle cose ed una votla che si vengono a sapere, cambia tutto. Ma qui, sarebbe necessario sapere cosa ne pensa la sua ragazza e come la sua ragazza vive il problema, e quindi dovrebbe essere la sua ragazza a scrivere. Il fatto che abbia scoperto che i pesci nuotano anche a riva, magari le ha fatto realizzare che non basta evitare il alrgo per evitare i pesci, e prima non ci aveva pensato. Questo per dirle che forse la paura dei pesci c'era già, solo che non ve ne eravate accorti.

Ma ognuno ha i suoi problemi: ora, per aiutare Lei (utente scrivente), se il problema sono i pesci (avere paura degli animali è parte del nostro bagaglio innato degli strumenti di cui la natura ci ha dotato), allora non ci saranno problemi in piscina.
Forse è necessario rispettare la non volontà della ragazza di entrare in acqua oltre le caviglie, e trovare alternative in spiaggia per passarla in modo sereno.
È necessario andare in spiaggia e farsi il bagno a mare?
Se non è possibile risolvere il problema (andare dallo specialista), allora posso evitare il problema, e se il problema sono quantità di acqua con i pesci, posso cercare acqua senza pesci.
Questo come primo livello di analisi della domanda. E delle volte basta poco per vivere in modo divertente e tranquillo.

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dottor Bellizzi la ringrazio per la risposta.
Ovviamente il mio modo di pormi non era quello di considerare le vostre risposte prevedibili, sono semplicemente preoccupato.
Concordo con lei che i motivi possono essere tanti. Suppongo tuttavia che sia la prima delle sue ipotesi. Quella che nasce da motivi personali. E credo ancora che il problema di fondo sia nella famiglia. E' la prima di tre sorelle e mi sembra alquanto improbabile che in una famiglia tutte e tre le figlie possano presentare la stessa innata e forte paura per qualcosa: che ora siano i pesci, ora gli insetti o i cani. Tutte con le medesime reazioni, tutte quasi pietrificate al solo accenno di contatto.
Da annotare anche il fatto che sono tutte abbondantemente maggiorenni, non stiamo parlando di bambine. Quindi io, esterno, oltre tanti piccoli disagi che possono nascere in una famiglia qualunque, mi rendo conto che c'è qualcosa che non va e questo qualcosa diventa sempre più marcato portando a questi blocchi.

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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

se come scrive il problema è famigliare, e lo stesso è riscontrabile nelle sorelle, allora la questione è molto più complessa, e potrebbe avere spiegazioni diverse. Potrebbe essere un comportamento appreso tramandato dalle generazioni precedenti del tipo "Nella vita bisogna sempre temere X" per cui ognuno è libero di sostituire X con quello che vuole, l'importante è che si abbia qualcosa da temere.
Potrebbe non essere il problema della Sua ragazza, ma il problema di qualcun altro membro della famiglia, per cui per imitazione\solidarrietà\fratellanza etc etc attuo lo stesso comportamento, anche se non è cosa mia, nel senso stretto del comportamento.

Bisogna quindi rispettare i tempi di lei, e rispettare le scelte che lei fa. Magari in questo momento sta bene così, ed il problema viene accentuato dalle soluzioni forzate.

Lei scrive "blocchi", ma i blocchi vengono evidenziati quando la ragazza deve andare in mare. Se un sentiero è bloccato, se ne trova uno alternativo.
Potrebbe succedere proprio questo, se Lei forza la ragazza a rompere quel blocco: se alla ragazza serve un blocco, ne troverà un altro.

È come una macchia d'acqua sul muro dovuta a una perdita da un tubo. Se non riparo la perdita, la macchia si riforma. Se impermiabilizzo un pezzo, l'acqua troverà un'altra via di sfogo.

Perchè non rispettare che entrare nell'acqua con i pesci è un'agonia e non vuole farlo?

Ora però, lo scambio sta cambiando rotta e sta passando dalla *mia ragazza che non vuole entrare in acqua al mare* a *in che modo questo blocco della mia ragazza è un problema per me*?
[#4]
dopo
Utente
Utente
Non è assolutamente un problema per me! Nel senso che andare in mare o piscina per me è irrilevante.
Tantomeno voglio forzarla in alcun modo, ho solo visto che lei di sua spontanea volontà (quindi di sua scelta) tenta di superare questa paura cercando di entrare in acqua ma non vi riesce e vedo che ci sta male! per questo ho chiesto come poterla aiutare per far si che non possa precludersi l'opportunità di passare qualche giornata al mare visto che stesso lei esprime il desiderio di andarci.
Tutto qui.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

ma se la ragazza cerca di entrare in acqua per vincere la propria paura, nel momento in cui viene spinta ad andare oltre non sembrerebbe ricevere il messaggio "brava, stai facendo bene", ma, stare ricevendo un "non è abbastanza\questo non è niente, sforzati di più che finora non hai fatto nulla!".

La crisi di pianto le nasce, sempre leggendo il Suo racconto, non avviene quando entra in acqua, ma quando viene forzata a fare di più di quel che vuole fare.

È in questo momento, che dalla questione della ragazza, si passa alla Sua.

Forse invece di dirle *fai di più* è sufficiente rispettare fin dove la ragazza vuole arrivare e riconoscere e premiare lo sforzo fatto finora con un *brava*, e giocare e divertirsi laddove è possibile.
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