Ansia, colite, artrite, ipotiroidismo

Salve, soffro ormai da 3 anni di ansia con attacchi di colite (dissenteria) che si è presentata sotto forte stress lavorativo ed essere stata costretta ad uscire dalla casa dei miei genitori per liti violente. Di seguito è apparso ipotiroidismo e infiammazione muscolare e articolare alla schiena, spalle, collo e lombare. Soffro di reflusso gastrico e artrite reumatoide, quest'ultima da quando ero bambina. Non riesco più a vivere le mie giornate serenamente. Ho rabbia repressa verso la mia famiglia, verso i miei datori di lavoro e altre persone esterne. Mi rendo conto di avere un'invidia che non riesco a controllare e molte mie reazioni sfuggono dal mio controllo. Dormo male e la giornata al lavoro mi pesa molto. Vedo le mie fatiche mai compensate abbastanza. Non mi va mai bene nulla. Non ho amici e sto chiusa in casa più che posso. Anche se me ne lamento perchè così non mi va bene. Non riesco ad uscire da questa routine che ormai mi tiene schiava da 3 anni... Non so più cosa fare. Ho provato un percorso con una psicologa ma non riesco ad aprirmi, non riesco a capire cosa devo fare e non mi da delle "dritte" per cambiare i miei atteggiamenti. Ho provato con degli ansiolitici ma mi intontivano e li ho smessi. Mi rendo conto di non essere "presente" nella mia vita. La subisco. Mi sento persa e assente come se vivessi in un mondo tutto mio. Non riesco a trovare la chiave per liberarmi da questa "prigione". Non provo gioia per nulla anche se spesso provo emozioni fortissime, sia positive che negative, che mi portano al pianto liberatorio. Non mi so controllare in nulla.
Cosa posso fare?

Grazie mille
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile signorina,
Da quello che ci riferisce la sua vita non e' stata tranquilla e la sua salute non e' di aiuto.
Faccio tale premessa perche' non ritenga che sia stata solo una sua responsabbilita' non avere avuto risultati dalle terapie tentate.
E' in cura per l'ipotiriodismo? Quessta patologia puo' infatti avere dei rifessi sui sintomi che ci riferisce.
Una volta stabilizzata la terapia per l'ipotiriodismo si potra' affrontare un valutazione psicologica per l'ansia somatizzata (colite) e per il suo stato d'animo complessivo.
Le consiglierei un passo alla volta.
Ci parla di ansiolitici che non hanno avuto risultato. Anche questa terapia va coordinata con quella per la tiroide ed essere modulata sulla sue esigenza in modo accurato.
Risentiamoc qundo avra' completato questo iter propedeuico.
I migliori saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Gentile Utente,

sicuramente dovrà capire e risolvere con l'aiuto di un endocrinologo il problema ormonale e con il gastroenterologo la dissenteria, ma per quanto riguarda la Sua vita sociale e relazionale non sarebbe una cattiva idea affiancare la figura dello psicologo, per diverse ragioni: la qualità della Sua vita infatti sta fortemente risentendo non solo per i Suoi problemi di salute, ma anche per i conflitti relazionali, a casa, in famiglia, al lavoro.

Lei scrive inoltre della psicologa che ha contattato: "...non riesco a capire cosa devo fare e non mi da delle "dritte" per cambiare i miei atteggiamenti..."
Dovrebbe in effetti cercare un aiuto più utile per Lei, pragmatico, che possa permetterLe di sperimentarsi in quelle situazioni per Lei critiche e poter cambiare così l'idea che ha di se stessa, del potere che ha di incidere e dare una direzione alla propria vita e poter cambiare.

Uno psicologo psicoterapeuta di orientamento cognitivo-comportamentale ad es. potrebbe aiutarLa a fissare degli obiettivi raggiungibili e percorribili, essendo questo un approccio molto direttivo e focalizzato.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
ringrazio entrambe per la vs cortese e rapida risposta.
L'ansia è iniziata 3 anni fa, con la colite e gastrite. Infatti ero stata al pronto soccorso per la dissenteria inizialmente. Sono stata seguita da un gastroenterologo che ha fatto tutti gli accertamenti non trovando nulla, solamente un infiammazione al colon e all'ansa ileale e la gastrite probabilmente dovuta all'ernia iatale. Ma qui, oltre ai farmaci prescritti, si è fermato. Successivamente col mio medico di base e un nutrizionista (cercavo una dieta perchè molti cibi mi arrecano disturbi, tipo i latticini, il caffè..), che hanno capito dove risiedeva il problema di base, l'ansia, abbiamo optato per un consulto dallo psicologo. In contemporanea ho rifatto gli esami per la tiroide, consigliati dalla reumatologa da quando ero piccola perchè ho un lieve gozzo, ma erano sempre stati negativi. Invece furono positivi per ipotiroidismo.Quindi ho sentito l'endocrinologo ed ho iniziato subito la terapia, di cui stiamo ottimizzando ora il dosaggio.
Non credo quindi il mio problema sia dovuto unicamente all'ipotiroidismo, ma di certo può aver influito. Dopo aver iniziato la terapia non mi sento comunque meglio.
Dal consulto con la psicologa ho visto dei micro miglioramenti, più che altro perchè mi ha fatto capire alcune cose e cause e comportamenti che prima non arrivavo a comprendere. Però devo ancora trovare un fattore scatenante da affrontare. Ho molta confusione e lei si impunta sul fatto che non collaboro, non lavoro, non parlo, non ho l'iniziativa. Ma io sinceramente non so cosa fare. Certi temi sono delicati, non riesco a parlarne come fosse parlare del tempo, e lei storce sempre il naso quando un mio pensiero va contro le sue idee (religiose per esempio). Mi sento sempre un pò attaccatta e per tutto quest'insieme di cose non riesco ad aver fiducia in lei. Avevo iniziato la terapia anche perchè io e mio marito vorremmo un bambino e prima di fare questo passo volevo essere serena, e soprattutto per capire come evitare gli errori che mia madre ha fatto con me. La prima cosa che mi ha detto è stata no, devi aspettare. Sono passati più di sei mesi...
Per il momento ho preso tempo ma non so sinceramente come muovermi.

Vi ringrazio molto per le vostre risposte e consigli.

Buona giornata
[#4]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora,
Mi permetto di suggerirle una riflessione circa il Suo rapporto con la terapeta:
Quello che a Lei "paziente" puo' apparire un "attacco" puo' in realta' essere una parte della terapia.
Se la terapeuta "colludesse" con aspetti disfunzionali non le farebbe certo un buon servizio!
Una terapia e' fatta poprio per mettere in luce atteggiamenti auto-sabotanti messi in atto magari inconsapevolmente dal paziente e indurlo cosi' a evitarli.
Parli in terapia dei sentimenti che le suscita tale modalita' di intervento perche' tale comunicazione e' importante proprio ai fini terapeutici.
Ci faccia sapere!
I migliori auguri.
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Gentile signora,
concordo perfettamente con la dott.ssa Esposito. Molti utenti ci scrivono lamentandosi dei propri terapeuti, ma a volte le tecniche utilizzate servono per scuotere il paziente il quale invece teme il cambiamento e preferisce lamentarsi della sua situazione non affrontando i problemi perché i mutamenti fanno più paura di ciò che lo fa soffrire.

Tuttavia queste sue parole mi hanno fatto riflettere:

"e lei storce sempre il naso quando un mio pensiero va contro le sue idee (religiose per esempio). Mi sento sempre un pò attaccatta e per tutto quest'insieme di cose non riesco ad aver fiducia in lei".

Un presupposto fondamentale per la buona riuscita di una terapia è la fiducia nel proprio curante, se manca questa, non c'è tecnica che tenga. Inoltre un terapeuta non dovrebbe influenzare il paziente con le sue convinzioni personali. Ma non possiamo giudicare l'operato di un collega che non è presente e che viene descritto da un'altra persona.

Non so quale dei due è il suo caso: preferisce piangersi addosso e non accetta "gli attacchi" della sua psicologa, oppure la terapeuta non è adatta a lei?

Dovrebbe sinceramente interrogarsi poichè nessuno meglio di lei può saperlo, e decidere di conseguenza: impegnarsi in questa terapia, oppure cambiare professionista.

Un caro saluto,

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

[#6]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
ringrazio tutte voi moltissimo per i vs consigli.
Parlerò di questo direttamente con la mia terapeuta in modo da metterla al corrente di cosa penso e provo.
Purtroppo non conosco i vostri metodi di lavoro pertanto non posso capire quando è costruttivo o quando non va bene. Per questo ho voluto sentire un parere differente.
Spero di riuscire a farmi aiutare da lei, altrimenti proverò un'altra terapeuta per capire se il problema è mio.
Ho cercato sempre di mettermi in discussione ma non riesco a trovare il modo e la chiave per uscire da questo mio problema.

Vi ringrazio molto.

Buona giornata

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