Un tumore all'esofago

buongionrno,
Ho 44 anni, sportivo, non fumatore neì bevitore, molto ansioso. Nel dicembre dell'anno scorso è stato diagnosticato un tumore all'esofago a mia madre, inizialmente sembrava inoperabile poi dopo una fortissima cura di chemio/radio a luglio è stata operata con successo ed ora è in miglioramento seppur tra milla difficoltà. Durante la malattia di mia madre si è aggiunta la perdita di lavoro di mia moglie che ha trasformato in costante la mia ansia creandomi anche problemi nel sonno. Il mio problema di nodo alla gola è cominciato in maggio.. una mattina mi sono alzato ed ho sentito questo fastidio in gola che si accentuava dopo i pasti per poi aggravarsi in luglio con episodi di forte tosse dopo aver mangiato. Dopo una visita ORL che non riscontrava nulla ho fatto la Gastroscopia con la quale mi si diagnosticava il reflusso + inizio di esofagite. Ho quindi cominciato la terapia con IPP e ormai sono quattro mesi che la sto proseguendo. Attualmente la tosse è completamente scomparsa ma permane il nodo alla gola. La cosa strana è che la notte sparisce; cosi' mentre mangio; alcune volte dopo i pasti permane leggerissimo altre volte indipendentemente da quello che mangio rimane tutto il giorno. Il problema è che ci sono giorni che è fortissimo perchè il mio cervello è bloccato a capire se i sintomi stanno migliroando o peggiorando; non riesco a staccare, anzi piu' focalizzo piu' vado in panico.Inoltre sono circa 4 mesi che per dormire prendo 20 goccie di Lexotan (cosi' riesco a dormire abbastanza bene). Il mio dottore mi ha consigliato di ridurre la dose di IPP che secondo lui il nodo alla gola è solo psicosomatico, ma io solo il pensiero di ridurre il farmaco e di peggiorare il quadro clinico mi spaventa. A questo punto sono in una fase di stallo ...
Come faccio a capire se il problema è di origine psicosomatica ?
il fatto che il nodo all gola sia arrivato in concomitanza con la malattia di mia madre ha una relazione ?
E' meglio che prima di interrompere la terapia consulti anche un gastrenterlogo ?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
La diagnosi di una problematica passa attraverso svariate tappe.
La prima e' una visita dal suo curante, eventualmente se il curante lo considerasse opportuno, dallo specialista e, se verranno escluse le cause organiche, mediante una valutazione psicologica si investigheranno le " cause altre" correlate al suo disagio

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"La cosa strana è che la notte sparisce"

Caro Signore,

non è per nulla strano che il problema di notte sparisca: quando lei si corica prende un ansiolitico e fortunatamente riesce a rilassarsi, ottenendo così che la contrattura muscolare che è alla base della sua sensazione si sciolga almeno mentre dorme, anche se il giorno dopo tutto può ricominciare da capo.

Questo particolare porterebbe a pensare che si tratti di un disturbo a base completamente psicogena, ma per assicurarsene le consiglio di sottoporsi a visita gnatologica per far valutare lo stato complessivo della zona e il suo funzionamento.

Per quanto riguarda la parte psicologica del problema, la malattia di sua mamma ha sicuramente avuto una certa influenza nel determinare l'insorgenza di sintomi (nodo in gola e reflusso) che colpiscono proprio lo stesso distretto corporeo in cui lei ha avuto un tumore.
Questa dinamica è tutt'altro che rara ed è dovuta alla preoccupazione di ammalarsi della stessa malattia che ha colpito il proprio congiunto, ma a volte anche dal desiderio inconscio di farsi carico del suo dolore, come se prendendolo su di sè si potesse essere d'aiuto al malato.
In certi casi poi gioca un ruolo importante anche l'identificazione con il parente malato.

Indipendentemente da quali cause abbiano portato lei a sviluppare i sintomi che lamenta le consiglio di sottoporsi all'accertamento gnatologico ed eventualmente gastroenterologico e, se non le fossero prospettate terapie risolutive, potrà rivolgersi ad uno psicologo per lavorare sul vissuto che gli eventi che le hanno creato un disagio così forte hanno generato in lei.