Mio figlio ha una dipendenza da gioco

mio figlio ha quasi 21 anni e io non so piu' cosa fare...da settembre e' all'università in un'altra citta' e tutto sembrava andare bene, aveva qualche amico, una ragazza, frequentava i corsi ed io ho sperato che la sua dipendenza dai giochi di ruolo on line fosse finita...ma mi sbagliavo...tornato a casa per le feste di natale ha passato 20 giorni di fila davanti al pc , e pensare che aveva portato 5 o 6 libri in valigia per cominciare a studiare...invece niente...di nuovo notte e giorno attaccato al pc. Mi dice che non riesce a studiare..io lo lascio in pace e spero che ritornato all'università si rimetta in carreggiata...invece non e' cosi', continua a dirmi che non riesce a studiare, gli ho consigliato di andare in biblioteca per essere lontano al pc e riuscire a concentrarsi, ci ha provato per un po', pero' alla fine non ha dato nessun esame...ora la situazione e' peggiorata, passa le giornate in casa a giocare e anche la notte, non ammette di avere un problema e si innervosisce se gliene parlo.
lui e' li' in quella stanza, io continuo a telefonargli tre o quattro volte al giorno, a volte cerco di rassicurarlo e spronarlo con le buone a capire cosa vuole fare, altre volte mi arrabbio e lo minaccio di non pagare l'affitto e che deve tornare a casa...
vorrei se e' possibile capire come mi devo comportare...per riuscire ad aiutarlo...lui mi dice che la città gli piace e anche la facoltà e che ce la vorrebbe fare, ma io vedo che cosi' non ce la puo' fare, e' sempre al pc, per uscire di casa devo spronarlo, anche solo per andare a mensa..lui mi dice sempre di non preoccuparmi e che lo assillo...molte volte anche quando era a casa ha provato a smettere di giocare, pero' dopo un po' ricominciava...la mia domanda e': devo lasciarlo stare o devo fare qualcosa per aiutarlo?
mi fa rabbia sapere che ha tante qualità e si perde l'occasione di fare quello che gli piace per il gioco...un giorno se ne pentirà...e poi mi preoccupo per la sua salute, almeno quando era a casa mangiava a orari regolari e si riposava abbastanza...secondo voi se sono ossessiva, come dice lui, rischio di danneggiarlo maggiormente? potete consigliarmi una linea da seguire?
sono una mamma disperata...grazie per l'aiuto che vorrete darmi.
vorrei inoltre chiedervi, se lui decidesse di farsi aiutare a chi dovrebbe rivolgersi? l
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora,
Lei ha gia' intuito, deduco dalla sua domanda, che occorre un aiuto specialostico.
Queste dipendenze "senza sostanza" per esser fronteggiate necessitano di uno psicologo psicoterapeuta.
Ma per essere piu' mirata la valutazione della dipendenza dovra' riguardare anche i rapporti familiari:
Il ragazzo e' figlio unico? Voi genitori siete entrambi giovani? Lavorate?
Purtroppo le dipendenze spesso emergono in un contesto familiare disfunzionale.
In alcuni casi e' l'intera famiglia a dovere essere presa in considerazone con una terapia sistemicam
Le faccio i migliori auguri gentile signora, se vuole ci mandi notizie dell valutazioni.
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Signora,
da quanto riferisce la dipendenza di suo figlio è pregressa all'università, quali tentativi ha fatto in precedenza per affrontare il problema?

Gli stessi di ora?
Purtroppo certi tipi di gioco sono strutturati per incentivi e livelli in modo tale da provocare una vera e propria dipendenza, ma ovviamente devono esserci motivi sottostanti affinché questo possa attecchire.

Non ci dice nulla sul padre del ragazzo, sul suo parere e su come si comporta in questa situazione, su come vanno le cose in famiglia.

E' chiaro che sarebbe opportuno un aiuto specialistico, potrebbe intanto cominciare lei a sentire il parere diretto di un terapeuta familiare (sistemico-relazionale).

Ci può tenere aggiornati se crede

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
le nuove forme di dipendenza dette "senza sostanza", sono quelle da internet, sesso, gioco d'azzardo, che si differenziano solo per la sostanza da quelle come da cibo, alcol, droghe...ma i meccanismi che stanno alla abse, sono gli stessi.

Soffre di altre dipendenze?
Ha una vita affettiva, sociale?
Sarebbe utile una diagnosi clinica, per comprendere la struttura di personalità di suo figlio, le dinamiche della vostra famiglia, le risorse su cui far leva ed effettuare una psicoterapia, al fine di riprendersi la sua vita in mano .

In molti ospedali, ma non so nella sua città, ci sono i nuovi ambulatori per le dipendenze, si rivolga ad uno di loro

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Signora,
al seguente link

http://www.asp.cz.it/?q=node/1278

può trovare utili consigli in riferimento al problema da Lei descritto e gli indirizzi dei Servizi della sua Asp a cui rivolgersi.

Cari auguri.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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dopo
Utente
Utente
vi ringrazio per le risposte che avete voluto inviarmi, purtroppo e' come temevo, cioe' che e' anche e forse solo la famiglia responsabile dei problemi di mio figlio.
So che abbiamo una serie di problemi...no non e' figlio unico, ha un fratello piu' grande con cui litigava spesso per la condivisione della stanza, pero' tutto sommato un rapporto normale anche se si lamentava spesso del fatto che secondo lui il fratello non gli volesse bene...io credo solo un po' di gelosia di fratello maggiore...
il padre purtroppo, a mio parere, e su questo spesso abbiamo litigato, e' uno che ti butta sempre giu' e non ti dice mai una parola di incoraggiamento...il mio primo figlio e' sempre stato uno abile nella vita pratica, per cui e' stato meno criticato da mio marito, ma il piccolo, cioe' il ragazzo per cui vi ho chiesto aiuto, e' sempre stato un ragazzo un po' timido, impacciato, sempre immerso nella lettura, nel disegno, nella musica e quindi per questo sempre sgridato dal padre che lo voleva si bravo a scuola ma"sveglio e furbo", mentre lui e' un po' come me, uno che crede nell'amicizia e un po' idealista, non un furbo...ho sempre cercato di mediare col padre, di incoraggiare mio figlio che si e' diplomato, ha preso la patente e l'anno scorso anche il brevetto da bagnino ed ha lavorato due mesi in un villaggio.
Lui ha alti e bassi, a volte cerca di organizzarsi, migliorarsi nell'abbigliamento, di uscire, altre si butta giu' e sta giornate al pc, pero' devo dire che non e' mai triste, anzi e' gioioso e contento e ha sempre la battuta pronta, pero' il problema c'e'...
vi ringrazio ancora per le vostre risposte
dottoressa Esposito, so che ha ragione, pero' non credo che mio marito sarà mai disponibile ad una terapia familiare, lui la fa facile, e' capace di dare sempre e solo la colpa a me di tutto, cosi' si sente la coscienza pulita.
Dottoressa Rinella, il mio tentativo e' stato sempre di fargli prendere coscienza del suo problema e a volte ci sono riuscita, per cui lui decideva di smettere per dei periodi, pero' poi non sapendo cosa fare(usciva poco, aveva pochi amici)ricominciava. Mio marito a volte agiva violentemente, gli strappava il pc dalle mani e glielo chiudeva, pero' dopo alcuni giorni il ragazzo prometteva di usarlo di meno e puntualmente si ritornava al punto di partenza, e giu' con offese e insulti del tipo sei un buono a nulla, drogato, ecc.cerchero' come mi ha consigliato di parlare io per c ominciare con un terapeuta familiare, anche perche' penso ce ne sia davvero bisogno.
Dottoressa Randone, mi chiede se soffre di altre dipendenze, no, e' un ragazzo sano e bello, ha un fisico atletico e non gli manca niente...affettivamente ha sofferto un po' perche' siamo una famiglia chiusa e lui ce lo rimprovera sempre...e in questo sono stata succube di mio marito e me ne dispiace, ma ormai il danno e' fatto...
Dottoressa Scalco, la ringrazio per i riferimenti della mia asp, spero di riuscire a trovare un aiuto efficace.
Grazie a tutti, vi scrivero' per dirvi come si evolvono le cose
una mamma
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

mi pare di capire però che, se il rapporto col papà è un po' più difficile, con Lei Suo figlio ha un rapporto più aperto e complice.
Allora potrebbe davvero persuaderlo per incontrare di persona uno psicologo o uno psichiatra per valutare anche il tono dell'umore.

Lei stessa infatti parla di famiglia chiusa e asserisce che questa condizione ha probabilmente inciso sul ragazzo e che comunque se ne lamenta. Inoltre non ha amici ed esce poco. Era così anche prima di trascorrere parecchie ore al pc?

Da quando esattamente è cambiato Suo figlio?
Coincide con il passaaggio all'università?

Quante ore trascorre davanti al pc? Trascorre diverse ore? E come utilizza il pc? Solo per giocare o anche per studiare?

Prima di questo periodo ha avuto un gruppo di amici con cui usciva?

Tutto ciò potrebbe essere compatibile anche con aspetti depressivi che andrebbero indagati in maniera approfondita.

Quanto ai sensi di colpa con cui Lei ha aperto la Sua replica: io ritengo che la famiglia fa quel che può e se ci sono stati errori, sono certa che li abbiate commessi in buona fede.
Ad ogni modo il passato non possiamo cambiarlo e non ha molto senso rimuginarci sopra. Ha decisamente senso, invece, capire come rapportarsi con il ragazzo -che era anche la Sua domanda iniziale- e comprendere quali sono gli errori da non ripetere.

Ci tenga informate sull'evoluzione del caso.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#7]
dopo
Utente
Utente
dottoressa Pileci, la ringrazio per la sua risposta che centra perfettamente il mio sentire...le dico che mio figlio ha cominciato a giocare in modo cosi' intenso da circa tre anni, quando cioe' frequentava il terzo anno di liceo, un gruppo con cui uscire lo aveva, ma non era approvato dal padre, per cui lo ha abbandonato rinchiudendosi letteralmente in casa e uscendo a volte con due compagni di scuola di paesi vicini, Le problematiche sono tante lo so, ma io vorrei aiutarlo. Siccome vive adesso in una città lontano 800 km e tornerà per Pasqua, dite che e' il caso di convincerlo a farsi vedere qui o nella citta' dov'e' attualmente? Per sapere come comportarmi avrei comunque deciso, seguendo il consiglio della dottoressa Rinella, di prendere un appuntamento per me, all'insaputa di mio marito che mi ostacolerebbe di sicuro dicendo che sono cose inutili...
Vi terro' sicuramente informati
Grazie
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Cara Signora,
Quando scrive" ormai il danno e' fatto" , mi sembra rassegnata ed impaurita.

Mi consenta di dissentire, le dipendenze, cosi ' come gli altri disagi sono " gridi di aiuto" , di chi ne soffre, basta ascoltarli e non tacitarli, il cambiamento puo' avvenire.
Cari auguri!
[#9]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio dottoressa Randone, un incoraggiamento mi serviva proprio; a volte mi sembra di non vedere vie d'uscita , ma adesso mi sento meno sola, perche' anche solo poterne parlare con persone competenti mi sta aiutando a stare meglio e a fare qualcosa di diverso da quello che ho fatto fino ad oggi.
Grazie
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Bene, il buon umore serve ed aiuta...coraggio!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

non conoscendo direttamente la situazione non so nè posso dirLe se sia il caso di prenotare una visita dove il ragazzo abita o dove studia.
Intanto Suo figlio che cosa ha deciso di fare?

Ha fatto benissimo Lei a prenotare un appuntamento come Le ha suggerito la dott.ssa Rinella: in questi casi i famigliari, infatti, pensando di fare il bene del ragazzo e con le migliori intenzioni del mondo, possono finire per colludere con atteggiamenti disfunzionali e patologici.

Quindi è molto importante che un professionista, ma anche i gruppi di auto e mutuo aiuto per le dipendenze, possano aiutarLa a capire quali strategie sia opportuno mettere in atto e quali comportamenti evitare.

Sarebbe opportuno, se possibile, coinvolgere anche Suo marito.

Parallelamente, in un trattamento ideale, Suo figlio dovrebbe lavorare da sè per comprendere che cosa ha fatto scattare questa dipendenza.

Un cordiale saluto,
[#12]
dopo
Utente
Utente
mi avete aiutato molto a capire meglio quello che da tempo sospettavo, pero' mi avete fatto vedere un po' di luce, la speranza che qualcosa si puo' fare....
vi dico che mio figlio ha fatto un incontro li' nella città dove vive per studiare con un professore psicologo di un servizio a disposizione degli studenti con problemi di studio e dovrà ritornare dopo le vacanze di pasqua
mio figlio si e' rivolto a questo servizio perche' non riesce a studiare e si rende conto che dopo 7 mesi non ha dato nessun esame.....
non ammette pero' che il suo problema sia una dipendenza da gioco...dice che a lui giocare piace e non vuole smettere, che se trovasse qualcosa di interessante non giocherebbe, che lui esce( ma in realtà va solo a teatro il sabato sera a volte ) e a mensa quando magari muore di fame perche' e' arrivato anche al punto di non fare la spesa e di stare alzato fino alle sei del mattino
mi dice che fa cosi' perche' non riesce a studiare e si deprime... io gli dico che se non ce la fa non e' la fine del mondo, che puo' tornare a casa e cercarsi un lavoro...
ora e' tornato per le feste
io non mi sono rivolta ancora al sert, ho parlato con mio marito che adesso sembra prenderla diversamente, cioe' mentre prima inveiva contro il figlio e contro di me perche' mi riteneva responsabile(non ho capito ancora perche') ora e' solo rattristato e mi dice che suo figlio e' rovinato
io ho cercato di fargli capire che forse dobbiamo aiutarlo a uscire da questa che e' una malattia, che ha già visto un professore...pero' dentro di me non mi illudo...
pensate che se lui da solo inizia un percorso possa recuperare ?
noi a casa abbiamo una situazione precaria, cioe' non di lavoro o personale ma sociale, perche' mio marito non va d'accordo con la mia famiglia da anni ormai e io mi sono stufata di lottare e ho lasciato che le cose andassero come dovevano andare...ora a causa del suo carattere pignolo e scontroso e del mio, succube, ci ritrovaiamo al punto che lui vuole andare a vivere al nord dove ha i suoi fratelli, io gli ho detto che una prova si puo' fare e a settembre, se tutto va nel verso giusto, dovremmo fare questa prova....a mio figlio ho detto che mal che vada troverà un lavoro al nord e lui dice, va bene ma come vuoi tu...
quando lo vedo al pc, contento a parlare con i suoi amici di gioco io divento matta...ho cercato di coccolarlo e fargli capire che gli vogliamo bene, l'ho minacciato che se non da' un esame adesso ad aprile lo faccio ritornare qui...ma mi chiedo potrebbe essere importante dargli tempo fino a giugno anche in virtu' del fatto che continuerà a vedere questo professore?
lo so che fatico ad affrontare il problema, ma mi sembra un passo avanti che mio figlio si sia rivolto ad un servizio di cui io avevo solo accennato mesi fa e lui mi aveva risposto:"mamma, tutti avremmo bisogno di uno psicologo, chi piu', chi meno..."e la cosa era caduta li'
io non mi sono ancora rivolta al sert, mi vergogno...c'e' gente che mi conosce ed ho paura che pensino che ho in famiglia un alcolizzato o un drogato....lo so che e' brutto dirlo, ma e' cosi'
cosa pensate da quello che vi scrivo?
vi sentite di esprimere un parere o darmi un consiglio? grazie e scusate se sono ripetitiva...
ho pensato che se mio figlio fino a giugno non riesce a dare esami, magari lo portero' da un professore a catanzaro dove va il figlio di una mia collega a cui ancora non ho avuto il coraggio di chiedere il nome e l'indirizzo.
E' brutto dirlo, ma e' cosi'...forse perche' siamo al sud...non so
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

innanzitutto Lei è a conoscenza di ciò che è emerso nel colloquio psicologico? Suo figlio ne ha parlato con Lei?

Da qui chi può dirLe nulla sull'evoluzione del caso?
Le variabili sono molte.

Una di queste è legata anche a Lei e a Suo marito: farebbe bene a cercare un servizio per i parenti dei pz affetti da dipendenze, senza vergogna, ma con la consapevolezza che molti comportamenti patologici possono essere sostenuti proprio da modi di fare attuati a fin di bene ma che rafforzano il problema.

Quindi fatevi aiutare.

Un cordiale saluto,
[#14]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Signora cara,
Mi sembra che lei stia facendo tantissimo per aiutare il suo ragazzo, suo marito, tutta la famiglia in questa complicata situazione.
Mi sembra una ottima cosa che con la sua mediazione abbiamo tutti cominciato a capire che un problema c'e' e che bisogna cercare di risolverlo con l'aiuto di specialisti. Hanno imboccato la via giusta e credo che lei con il suo amore sapra' spronarli con delicatezza ma con costanza ad andare avanti e a ottenere dei risultati.
Mi rendo conto delle sue preoccupazioni per il contesto in cui vive: non se ne curi piu' di tanto. Pensi davvero che ci sono tanti ragazzi che sono stati davvero cosi' sfortunati da incappare nella droga o nell'alcol. La dipendenza di suo figlio e' meno invasiva a livello fisico e quindi piu' risolvibile. E risolverla dovra' essere l'obiettivo suo e di suo marito.
Ci faccia sapere come va e ci scriva quando vuole se ppossiamo esserle utili.
I migliori saluti
[#15]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<noi a casa abbiamo una situazione precaria, cioe' non di lavoro o personale ma sociale, perche' mio marito non va d'accordo con la mia famiglia da anni ormai e io mi sono stufata di lottare e ho lasciato che le cose andassero come dovevano andare...ora a causa del suo carattere pignolo e scontroso e del mio, succube, ci ritrovaiamo al punto che lui vuole andare a vivere al nord dove ha i suoi fratelli>

Gentile Signora,
è bene che suo figlio si sia rivolto a uno psicologo e che abbia il proposito di ritornarci, ma da quanto riferisce le problematiche all'interno della vostra coppia che pare si trascinino da parecchio tempo, richiedono di essere affrontate una volta per tutte, anche perché si riverberano sul benessere di tutti gli appartenenti al nucleo.

Per questo motivo e per ricevere indicazioni su come relazionarvi con vostro figlio in merito al problema della dipendenza da gioco, le rinnovo il suggerimento di rivolgervi ad un terapeuta familiare (sistemico-relazionale).

Ci faccia sapere se crede.

Cari auguri
[#16]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimi dottori di medicitalia,
grazie delle risposte che avete voluto darmi quando vi ho scritto.
Volevo solo darvi notizie di mio figlio: e' tornato a casa per la laurea del mio primo figlio e per le vacanze di pasqua, ha continuato a giocare per parecchie ore al giorno facendomi a volte saltare i nervi, ma qualcosa e' scattato in lui una volta ritornato all'università.
Devo precisare che lo abbiamo riaccompagnato io e mio marito in tempo per fare un esame, lui lo ha superato e non ci credeva molto.
Da quel momento, forse una boccata di fiducia, chissa', ha smesso di giocare, segue le lezioni e si sta di nuovo organizzando per vivere bene. Ha ammesso di aver avuto un periodo di depressione dopo il ritorno a casa per natale, di cui mi ero resa conto senza pero' riuscire ad aiutarlo, ma ad oggi, da quasi due mesi non gioca piu' e fa una vita normale. Io lo sento spesso ma cerco di non essere invadente, solo gli faccio capire che ci sono se ha bisogno e spero che continui cosi'...
So che avete ragione quando mi dite che avremmo bisogno di una terapia familiare, ma per adesso vediamo come va...
Grazie ancora
una mamma
[#17]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Signora,
ben ritrovata e con buone notizie.
Le auguro che suo figlio possa continuare sulla buona strada intrapresa, nel rapporto con lui il suo atteggiamento sembra corretto
<cerco di non essere invadente, solo gli faccio capire che ci sono se ha bisogno e spero che continui cosi'...>

Non esiti a rivolgersi a uno specialista se la situazione in famiglia e con suo marito lo richiedesse.

Cari auguri

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

mi fa piacere leggere che sembra ci siano dei miglioramenti.
Voglio tuttavia anche dirLe che un primo miglioramento a livello sintomatologico non significa che il tutto sia un problema chiuso.

Lei ha visto personalmente che Suo figlio non è più così attaccato al pc o glielo ha raccontato lui?