Rapporto di convivenza prematuro

Buonasera,
Sono un ragazzo di 21 anni, convivo e sono fidanzato con il mio ragazzo da quasi 2 anni lui ne ha 33.
Questa storia attuale inizia da un rapporto finito male con il mio ex-ragazzo. Dal mio stare male ho conosciuto il mio attuale ragazzo, via chat. Purtroppo in questo stesso periodo mia madre seppe della mia omosessualità e non reagì molto bene, tanto che dal litigio che ebbi con lei decisi di andare a convivere con lui.
Lui inizialmente era molto strano perché viveva un'altra storia parallela alla nostra. Dopo circa 5 mesi scopri questa storia che teneva nascosta ci eravamo quasi lasciati ma non so perché, decisi di perdonarlo e di ritornare insieme. Non è facile per me ripensare a questo terribile episodio, quando ci penso sto ancora male, ma cerco di non pensarci e continuare ad andare avanti.
Purtroppo litighiamo spesso, spesso mi alza pure le mani ed una volta sono tornato pure a casa piangendo, ma come sempre lo perdonato perché penso di essere innamorato. Ci sono momenti che sto bene con lui, perché si prende cura di me, mi accompagna mi sostiene, ma altre volte mi fa stare veramente male... mi fa soffrire ed io non capisco perché continuo a stare con lui... forse ho paura di rimanere da solo... per questo non riesco a lasciarlo...il problema e che da quando sono fidanzato con lui non ho più amici...perché lui infatti non ne ha... e mi sta facendo diventare come lui, anche perché mi ha portato a litigare con tutti. Come faccio a lasciarlo? esiste un modo? mi sento in trappola a soli 21 anni e nn riesco a uscire da questa storia... vi prego se potete darmi un consiglio ve ne sarei grato.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro ragazzo,

sembra quasi che la sua scelta di andare a vivere con il suo attuale ragazzo sia una conseguenza diretta del suo "litigio" con sua madre.

Forse, quindi, non si tratta di una scelta vera e propria ma quasi di una fuga da una situazione che le stava stretta.

Se questo è vero non credo che ci siano i presupposti per perseverare in questa situazione anche perché, da quanto scrive, mi sembra che stia rinunciando a una grande fetta della sua vita.

Dice che non ha più amici... ma sono certo che anche lei è consapevole del fatto che alla sua età sarebbe giusto avere buone relazioni sociali di natura amicale.

<<mi fa soffrire ed io non capisco perché continuo a stare con lui... forse ho paura di rimanere da solo... per questo non riesco a lasciarlo>>

Forse ha paura di rimanere solo, forse non si sente abbastanza forte... forse lo vede un po' come una figura paterna. Cosa mi può dire di suo padre?

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
molte persone scrivono per gli stessi motivi: stanno con partner ingiusti, incostanti, a volte anche violenti, ma non ne possono fare a meno.

Questo per due motivi:

1) un partner "incostante" si comporta, per defiizione, anche in mdo amorevole, e i gesti amorevoli, visti nel contesto più ampio dei gesti negativi, appaiono ancor più positivi. Una specie di gioco figura-sfondo, un bianco su sfondo nero.

Quindi ricevere raramente comportamenti d'amore da chi usualmente ci tratta male, paradossalmente ci porta a reagire quasi con gratitudine.

2) molte persone "assetate d'amore" si accontentano di partner freddi e incostanti, amorevoli solo ogni tanto. Accontentarsi significa in questi casi dire a se stessi "piuttosto che nessun amore meglio un amore violento".

Rilegga bene quanto ci ha scritto, vedrà che del Suo ragazzo Lei ha fatto solo una descrizione relativa agli aspetti negativi, quasi per sfogo, mancano tutti quei (rari?) aspetti positivi che per ora vi tengono legati.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Ragazzo,
Lei lavora o dipende economicamente dal suo compagno?
I rapporti con sua madre come sono ora, a distanza di un po' di tempo?
Ha fratelli e/o sorelle?


Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#4]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
vi ringrazio infinitamente per l'attenzione mostrata. Risponderò a tutte le vostre domande.

- Dr. Roberto Callina : - Mio padre fa il cuoco sulle navi, nella mia vita è stato poco presente, sono cresciuto con mia madre e mio fratello 9 anni più grande di me. In molte occasioni importanti della mia vita mio padre non c'è stato, ma non ho rammarico per questo, perché so che la sua lontananza è dovuta al suo lavoro, anche se quando ero più piccolo non capivo perché dovesse mancare parecchi mesi.

-Dr. Daniel Bulla : - a distanza di quasi 2 anni, riesco a cogliere pochi aspetti positivi del rapporto con il mio partner, rileggendo quanto ha scritto mi ritrovo nelle sue parole, io vorrei farla finita a questa storia, però non ci riesco. Perché quando ho avuto di bisogno lui mi ha aiutato molto, però oggi io non sto più bene, mi sento a volte in gabbia, vedo i miei colleghi di università divertirsi, uscire ... mentre io sono "costretto " a stare a casa perché capisco che magari la differenza di età sua lo può portare magari a non trovarsi con i miei colleghi... e di conseguenza non uscendo insieme non esco neppure io con loro. Ultimamente sono rimasto con pochissimi amici... Avevo tanti amici... ma da quando mi sono fidanzato con lui... a causa della sua gelosia, è riuscito a farmi tagliare i ponti con tutti. Perché non si fida di me, da dire oltretutto che ho sempre fatto in modo di dimostrargli che si può fidare di me, però a distanza di 2 anni lui non si fida e quindi non mi lascia uscire liberamente, perlomeno non mi dice nulla, ma se dovessi uscire (cosa che è successa in passato) me la fa pesare tremendamente l'uscita, quasi come se per colpa mia lui è rimasto da solo, mentre io ero con i miei amici.

-Dr. Paola Scalco io studio all'università e il fine settimana cerco di lavorare in due ristoranti, i soldi che guadagno non mi basterebbero mai, lui mi aiuta da una parte economicamente.
I miei genitori purtroppo non possono sostenermi economicamente, perché hanno molti problemi economici, infatti l'università la sto pagando con i miei sacrifici cercando di lavorare il più possibile in estate e gestendomi l'intero capitale per tutto l'anno. Oltretutto avendo fatto la richiesta della borsa di studio mi è stata negata per il reddito troppo basso, perché ho la residenza qui con lui e nei ristoranti dove lavoro, lavoro per metà in regola e per metà in nero,quindi non mi dichiarano tutta la somma che percepisco e di conseguenza non ho un reddito molto alto.
I rapporti con mia madre sono migliorati, anche se dopo l'accaduto non ci siamo sentiti per 3/4 mesi, lei non vuole che io dica della mia omosessualità alle persone perché se ne vergogna. Quindi per avere un rapporto con lei, in quanto mia madre, evito di toccare l'argomento cosi da non causare ulteriori litigi.

Vi ringrazio ancora per la vostra partecipazione.
Cordiali Saluti.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Credo che delle varie questioni di cui scrive, tutte naturalmente in connessione tra loro, farebbe bene a parlarne di persona con uno psicologo: all'interno dell'Università esiste uno sportello di ascolto psicologico?
In alternativa potrebbe rivolgersi allo Spazio Giovani del Consultorio:
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_913_listaFile_itemName_15_file.pdf

Cordialità.
[#6]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio Dr. Paola Scalco, penso di aver bisogno di parlare con qualcuno che possa aiutarmi ad uscire da questo labirinto, Lunedì contatterò un di questi per fissare un appuntamento.

Cordiali Saluti.
[#7]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Non solo per uscire dal labirinto della sua relazione con questo compagno, ma anche dal labirinto della non accettazione della sua omosessualità da parte di sua madre e del conseguente suo non poter essere se stesso agli occhi del mondo.

Se le può fare piacere, ci aggiorni su come evolve la situazione.
Cari auguri.
[#8]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro ragazzo,

gli elementi che mette in campo, come vede, sono molti.
La dipendenza/indipendenza economica, il "precario" equilibrio nel rapporto con sua madre che riesce a mantenere a condizione di non portare alla luce del sole la sua omosessualità, la distanza fisica, e forse emotiva, da suo padre...

Forse in questo scenario il suo partner rappresenta per lei una sorta di "porto sicuro" in cui rifugiarsi, una figura adulta cui far riferimento, cui affidarsi... ma tutto questo a che prezzo?

Da qui, però, senza conoscerla personalmente e senza conoscere nel dettaglio la sua storia di vita, sono solo ipotesi.

Credo anch'io, come la Collega che mi ha preceduto, che tutte queste dinamiche siano degne di un approfondimento con un collega di persona.

Il collega potrebbe aiutarla a comprendere quali sono le ragioni che le impediscono di rinunciare a questo rapporto.

Un caro saluto
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Caro ragazzo, penso anch'io , con i Colleghi, che il suo attaccamento a questo fidanzato risenta molto della poca presenza di suo padre nella sua vita e le chiedo se non pensa che anche per lui lei è molto importante e che anche lui ha paura di perdere lei.

.Con l'aiuto di uno psicologo può migliorare la sua autostima e riuscire ad avere con sua madre ed anche con suo padre un rapporto più vero, senza sentirsi sempre quello che deve mettersi in discussione..

Riprenda comunque contatto con qualche amico, collega, se questo diventa un dato di fatto anche il suo fidanzato sarà portato ad accettarlo...

Un caro saluto

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it