Depressione non diagnosticata

Salve a tutto lo Staff,
sono una ragazza di 20 anni che non sa in che modo affrontare l’angoscia.
Partiamo dall'inizio: di preciso non ricordo quando è cominciato tutto so solo che è da molto tempo, anni ormai.
Fin da bambina ho sempre avuto una scarsa autostima e questa non faceva altro che farmi sentire debole, soprattutto quando sentivo i miei genitori ripetermi che non facevo mai abbastanza, che ero talmente egoista e passiva ai loro occhi da non poter cambiare. Per colpa del mio carattere ho sempre cercato di nascondere ciò che provavo davvero, nell'infanzia per non turbare la mia famiglia facevo finta di niente, sopportavo anche quando avrei dovuto piangere, cosa che poi ho sempre sfogato in solitudine. I miei genitori si sono separati quando io avevo quasi quindici anni e mia sorella 13. In quel periodo dovemmo affrontare anche l'allontanamento della nostra migliore amica d'infanzia che consideravamo come parte della famiglia. Per noi è stato un trauma difficile da superare, io lo sto portando dietro ancora adesso che abbiamo perso i contatti dopo ben 7 anni di amicizia profonda. Già prima essendo molto timida mi è sempre stato particolarmente difficile legare con qualcuno, ogni volta vedevo qualcuno andarsene, lasciarmi sola. Ho cominciato a diventare sempre più riservata, sempre più solitaria, incapace di comunicare i miei veri sentimenti. Sono cresciuta portando una maschera. La mia incapacità di comunicare, di tenermi tutto dentro e sfogarmi con me stessa, è sempre stata una parte di me che non riuscivo a cambiare per non ferire chi mi stava intorno. La cosa che mi ha tormentato in tutti questi anni è stato il senso di colpa che cresceva ogni giorno di più, ogni volta che facevo uno sbaglio. É diventato pesantissimo e non sono mai riuscita a parlarne davvero con qualcuno. Sono arrivata ad ideare vari suicidi, nei periodi in cui mi sentivo talmente colpevole da non desiderare altro che smettere di soffrire. Se stavo male, mia mamma e mia sorella lo percepivano, se ero contenta poi qualcuno trovava sempre una "valvola di sfogo" in me, dato che non mi lamentavo mai.
Non ho mai chiesto aiuto a nessuno, finché poco più di un anno fa mi sono decisa di fare una terapia con uno psicologo, facendo uno sforzo e pensando di farlo esclusivamente perché avrei potuto risolvere i conflitti interni che erano sorti. Ho continuato le sedute per 6 mesi poi c'è stato il terremoto e ora ci sentiamo per telefono ogni tanto. Mi ha aiutato molto da un certo punto di vista, il problema è che senza spiegarmi il motivo, non sono mai stata davvero sincera con lui. C’era sempre qualcosa che mi bloccava dal dirgli che mi tagliavo per punirmi o dal pensare alla morte quando mi sentivo talmente una fallita che nemmeno gli anni avrebbero potuto cambiarmi. L'hanno scorso sono entrata all'università di lingue orientali un po' titubante perché era da anni che non sapevo più cosa volevo: sogni, passioni e desideri si erano annullati dentro di me. Ho scelto la cosa che mi aveva preso maggiormente qualche anno fa.
E adesso è cambiato di nuovo tutto. Finalmente qui avevo ricominciato a vivere, lontana da casa quanto bastasse per non sentirmi più dire di essere la delusione più grande di una vita. I legami di famiglia si sono riaggiustati da soli e mi sono aperta come facevo quando ero piccola, avevo fatto il primo gradino. Il problema è che con essa è ritornata anche la cosa che ho amato fare da quando sono nata: disegnare. Ho fatto il liceo artistico ma già in terza avevo perso completamente la voglia. Questo gennaio per la prima volta sento di nuovo quel benessere che provavo quando tenevo in mano una matita e mi aprivo un mondo a parte. Nello stesso momento in cui l’ebbi realizzato però, pensai immediatamente anche a quanto i miei genitori mi avevano incoraggiata e mi avevano aiutata finanziariamente. In questi ultimi mesi mi sembra di stare ricadendo nella voragine in cui mi trovavo prima. Sta riemergendo lentamente quel senso di colpa incontenibile che stavo finalmente imparando a superare. Ho paura che quando i miei lo sapranno si sentiranno nuovamente delusi da me, e io non farei altro che pensare a quanti altri errori dovrò ancora commettere prima di essere capace di andare avanti e smetterla di essere soltanto un peso... Il mio psicologo non mi ha mai detto chiaramente se si fosse trattato di depressione, voi cosa ne pensate?
[#1]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

<<Sono cresciuta portando una maschera.>>

forse anche in questo caso, nascondendo ai suoi genitori la sua rinata passione per il disegno, sta facendo la stessa cosa.

Cosa teme che possa succedere se decidesse di coltivarla?
Il suo timore è collegato agli anni di università di lingue "buttati" o alla possibile reazione dei suoi genitori?

Come sono stati i suoi rapporti con sua madre e con suo padre prima e dopo la separazione?
E oggi come sono?

Ci può dire anche che tipo di percorso ha fatto con lo psicologo?

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2017
Ex utente
G.mo Dottore,
Il mio timore risiede nel senso di delusione che darei ai miei genitori, in primo luogo a mia madre, che mi ha sempre sostenuta. Lei probabilmente capirebbe le mie scelte comunque vada, ma sento di doverli ripagare in qualche modo. Inoltre ho bisogno di non sentirmi così in debito verso di loro. Vorrei che mi dessero un'altra opportunità per dimostrargli che so prendere le cose sul serio. Per me quest'anno non è stato "perso", anzi, probabilmente se non avessi deciso di entrare all'università non avrei mai potuto comprendere ciò a cui tenevo di più per me stessa.
Riguardo ai miei genitori, hanno sempre litigato fin da quando eravamo bambine. Col passare degli anni il clima è salito alle stelle e così non si parlavano più a casa. Hanno cercato il più possibile di tenerci al di fuori dalle loro incomprensioni, ma come avrebbero potuto? Sarebbe stato impossibile per chiunque, dato che abitavamo insieme. Mia madre ha preso le redini e finalmente si sono separati, io e mia sorella siamo rimaste a vivere con lei a casa. è stata una decisione che andava presa, ed è stata molto positiva per tutti quanti. Diciamo che mio padre non l'ha presa bene, ma l'ha accettato. Non è mai stato molto presente (mi dispiace doverlo ammettere) perché ha sempre messo il lavoro al primo posto, infatti è con nostra madre che si è costruito un legame speciale. Loro non si parlano né si vedono, tranne per discutere questioni di soldi.
Riguardo allo psicologo, mi trovavo molto bene con lui, abbiamo fatto un po' di psicoterapia sulle tecniche di meditazione in merito al periodo "ansioso" che stavo passando... Avevo attacchi di panico, insonnia e mi sentivo sempre molto stanca. In quei mesi sorgevano liti molto pesanti in famiglia, io aiutavo mia mamma con le faccende e col lavoro, ma lei non era mai soddisfatta e così io ci soffrivo parecchio. Il mio psicologo mi ha saputo indirizzare verso le soluzioni possibili.
Scusate se mi dilungo troppo, cerco di essere esauriente...
[#3]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<ho sempre cercato di nascondere ciò che provavo davvero, nell'infanzia per non turbare la mia famiglia facevo finta di niente>
..e adesso ha lo stesso timore nel dire a sua madre ciò veramente desiderebbe fare? E' così?

<Lei probabilmente capirebbe le mie scelte comunque vada, ma sento di doverli ripagare in qualche modo>
Non crede che sua madre si potrebbe sentire "ripagata" (per usare il suo stesso termine) nel vederla felice, che si realizza seguendo le sue passioni?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#4]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

di norma sono i genitori a prendersi cura dei figli; in questo caso sembra che lei si preoccupi in modo eccessivo per le reazioni che i suoi comportamenti potrebbero provocare.

Penso, come la collega che mi ha preceduto, che il suo timore di oggi sia lo stesso che l'ha accompagnata nell'infanzia; forse il suo timore di allora era frutto del clima familiare, dei litigi che c'erano tra i suoi genitori, della poca serenità che respiravate lei e sua sorella. Era un timore, in una certa misura, "funzionale" alla situazione che la "lei bambina" percepiva.

Oggi non è più così; forse è solo di questo che dovrebbe rendersi conto. Oggi lei è una ragazza che sta cercando di costruire il proprio futuro sulla base delle sue capacità, delle sue passioni... e forse è solo su questo che dovrebbe concentrarsi; perché solo in questo modo potrà essere felice e dar modo a sua madre, e a suo padre, di essere felici per lei.

Non possiamo dirle, da qui, se si tratti di depressione, come titola il suo consulto; ciò che a me sembra è che si tratti di uno scoraggiamento momentaneo da cui è possibile uscire prendendo consapevolezza di quali siano i suoi reali desideri; concentrandosi solo su questi senza preoccuparsi troppo delle conseguenze che riguardano le persone a lei vicine.

In questo processo volto alla consapevolezza un collega di persona potrebbe aiutarla a fare un po' di chiarezza.

Un caro saluto
[#5]
dopo
Attivo dal 2013 al 2017
Ex utente
Gentile Dr.ssa Laura,

Ieri sono tornata a casa dopo aver finito l'anno universitario, ho preso in mano il coraggio e mi sono decisa a raccontare tutto a mia madre e a mia sorella perché non potevo aspettare oltre...(senza toccare gli episodi di autolesionismo e di ideazione suicida ovviamente, dato che li sto lasciando pian piano alle spalle). É andata benissimo, non ci contavo così tanto!
Mi hanno detto che sono felici per me e se mi vedono determinata ho da loro tutto l'appoggio che una famiglia possa darmi... Adesso sono più contenta, mi sono tolta un peso. Loro per prime mi hanno ricordato che non è stato un anno "perso" ma al contrario, pieno di esperienze di vita.

Gentile Dr. Roberto,

La ringrazio molto per le sue risposte, ne farò tesoro.
Mi impegnerò a lasciarmi il passato alle spalle, perché è lì che mi invogliano a rifugiarsi i miei pensieri quando penso di aver commesso un errore.
Vorrei cercare di seguire le mie passioni senza passare per una ragazza egoista, non so se riesco a spiegarmi.

Cordiali Saluti

[#6]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<É andata benissimo, non ci contavo così tanto!>
E invece è accaduto!
Ora sa che anche la sua famiglia la comprende e sostiene, orgogliosa di lei e felice del suo intento di seguire le sue passioni.

Si concentri dunque sui suoi obiettivi e qualora ne sentisse ancora il bisogno, non trascuri di riferirsi allo psicologo.

Molti auguri per un sereno e prospero futuro

[#7]
dopo
Attivo dal 2013 al 2017
Ex utente
Gentile Dr. Laura,
La ringrazio molto per la sua risposta, spero di riuscire a trovare il mio posto nel mondo un giorno (magari come fumettista?).

Porgo i miei distinti saluti a tutto lo staff
[#8]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Glielo auguriamo di cuore.

Un caro saluto anche a lei.
[#9]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Grazie anche a lei per il cortese riscontro, confidi in se stessa, nelle sue potenzialità e capacità.

Un grande in bocca al lupo!
[#10]
dopo
Attivo dal 2013 al 2017
Ex utente
Saluto nuovamente lo staff dopo tre mesi...

Credo di essere ricaduta di nuovo in depressione... Provo lo stesso senso di colpa opprimente, anche per cose banali. È tornata l'angoscia e la tristezza. Mi sta soffocando la mente, il cuore, e tutte le mattine torna immancabile. Eccomi di nuovo a decidere del mio futuro in una situazione talmente precaria che temo di sbagliare senza poter esserne consapevole...
Mi spiego.
Ormai il dolore e la sofferenza che ho dentro mi impediscono per l'ennesima volta di vedere la vera me stessa e ho paura che scegliendo l'Accademia, per quanto il cambiamento mi abbia fatto bene l'anno scorso e per quanto abbia scoperto di piacermi il disegno, questa angoscia e questo senso di colpa non se ne andranno mai... Mi sento talmente vulnerabile da poter crollare non appena riesca a rimettermi in piedi... Non riesco a pensare ad un futuro senza questo dolore costante, senza poter essere normale e sentirsi schiava del proprio senso di impotenza...
Secondo voi cosa dovrei fare? Meglio parlarne di persona con uno psicologo?
È tutto esattamente come prima: vivo nell'indecisione costante e non riesco a capire qual'è la strada giusta da prendere. Odio essere così debole.

Mi rimetto ad una vostro giudizio.

[#11]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Meglio parlarne di persona con uno psicologo?>

Direi che sarebbe il caso, dato quanto ci espone.
C'è bisogno di dare voce a dolore e sofferenza, di un ascolto attento ed empatico, di togliere quel peso che sembra portarsi dentro e che ostacolerebbe il suo cammino verso la realizzazione dei suoi progetti.

Se le occorrono informazioni restiamo in ascolto

Un caro saluto
[#12]
dopo
Attivo dal 2013 al 2017
Ex utente
Gentile Dr.ssa,
In certi momenti mi sembra di stare meglio e mi torna la voglia di disegnare o di scrivere, di fare molte altre cose, ma sono sempre lì che oscillo. Basta una frase detta con rancore nei miei confronti, un rimprovero o un'accusa per farmi sprofondare di nuovo a rimuginare su tutto ciò che ho passato e a voler piangere tutto il giorno.
Ieri mia mamma mi ha rimproverata (senza note di cattiveria) del fatto che in aprile "dicevo tanto di voler trovare lavoro per aiutare la famiglia con i soldi, ma alla fine non l'ho neanche cercato...". Mi sono sentita malissimo, perché aveva ragione, anche se qualcosa mi ha sempre impedito di provarci.
Nel frattempo mi sono iscritta a scuola guida. Io e mia sorella abbiamo pensato che non avremmo mai trovato un lavoro nel nostro paese senza la patente. Ho cercato di convincermi che bastasse questa giustificazione, ma non riesco a non sentirmi in colpa. Odio ogni singola fibra di me stessa e mi ha sempre frenato il fatto che la mia memoria (dopo anni di "depressione") continui ad essere terribile. Dimentico le cose più facili, faccio fatica a concentrarmi, perfino quando qualcuno mi sta parlando. In questo ho sempre avuto paura. Non mi sono mai sentita spinta a voler cercare un lavoro, perché ogni volta immagino che sbaglierò. Perché sono una pasticciona e combino sempre dei disastri...
[#13]
dopo
Attivo dal 2013 al 2017
Ex utente
Aggiorno. Ho finalmente preso un appuntamento con uno psicologo a breve.
Non so più cosa scegliere fra l'incerta possibilità di stare meglio e frequentare l'Accademia di belle arti oppure non iscrivermi per timore di fare la scelta sbagliata... Ogni volta che ci penso mi vengono soltanto delle brutte emicranie.

Un'ultima cosa: non so come superare il mio blocco emotivo... Da anni non riesco ad esprimere quello che provo, e soltanto io conosco le brutte esperienze che ho passato. Non saprei da che punto cominciare a raccontare tutta la mia storia al mio psicoterapeuta, voi sapreste consigliarmi?

Grazie per avermi seguita.

Gentili Saluti
[#14]
dopo
Attivo dal 2013 al 2017
Ex utente
Salve allo staff,
Ho parlato con lo psicologo e ha detto che le mie crisi sono tutte legate alla mia "tensione" verso la vita universitaria.
L'anno scorso mi avevano diagnosticato un disturbo dell'adattamento con umore depresso.
Adesso sono convinta che andare a Venezia sia la cosa migliore da fare, peccato che non trovo mai il tempo di dire che mi autolesiono o che il pensiero di morte o di ideazione suicidaria appaiono spesso durante le crisi... E che ci ho anche provato due anni fa.
Quando succederà la prossima volta ho deciso di telefonargli e parlare solo di quello.

Grazie per l'attenzione,

Arrivederci
[#15]
dopo
Attivo dal 2013 al 2017
Ex utente
Buongiorno allo staff,
la mia storia ha preso nuovi sviluppi.
Sono finalmente riuscita a parlare dei miei problemi buttando fuori tutto, e sono stata meglio. Ora sono in cura da una psicologa e da uno psichiatra che mi ha dato un farmaco per le sindromi depressive endogene da circa dieci giorni. Finalmente ho fatto il primo passo!
Mi hanno diagnosticato tratti depressivi con fobia sociale (o disturbo evitante di personalità) e voglio impegnarmi a seguire una terapia.

Grazie a tutti per le vostre risposte!
[#16]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Ci congratuliamo con lei per aver fatto questo primo importante passo, si affidi agli specialisti che la stanno seguendo, la sua motivazione contribuirà alla riuscita del percorso terapeutico.

Cari auguri

[#17]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Il primo passo è importantissimo; ha già fatto molto.
Continui ad aggiornarci sugli sviluppi, se crede.

In bocca al lupo e un caro saluto.
[#18]
dopo
Attivo dal 2013 al 2017
Ex utente
Vi saluto nuovamente!
Fra poco comincerò l'accademia di Belle arti a Venezia: sono spaventatissima.
Ciò che mi preoccupa di più è dovermi integrare in una nuova classe... Iniziare a metà anno scolastico.
Di come apparirò davanti ai miei compagni e agli insegnanti.
Se non riuscirò a migliorare la mia condizione, nonostante gli aiuti dei miei terapeuti?
Ho paura quando penso di venire schiacciata dal peso che porto dentro...
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