Psicologia infantile

ho 34 anni e un bimbo di 5 anni. Da quando mio figlio aveva 2 anni il padre non vive più con noi, anche se ha continuato ad avere dei rapporti normalissimi con lui, vedendolo tutti i giorni e passando del tempo assieme, come è giusto che sia.
Il mio problema oggi è che da un anno ho un compagno che non vive nella mia stessa città, io sono di Messina e lui è di Ravenna, quindi ho pensato di trasferirmi nella sua stessa città per vedere di inserirmi lavorativamente e vedere anche se il bambino riesce ad ambientarsi, per arrivare piano piano col tempo ad una convivenza col mio compagno.
Vorrei sapere a livello psicologico cosa potrebbe subire il bambino? lo allontanerei dal padre e dagli affetti che l'hanno visto cresere, come il nonno paterno al quale è legatissimo?
Aggiungo che mio figlio come me soffre un pò la solitudine vivendo solo con la mamma e molte volte mi chiede un fratellino.
Io non so quanto questa scelta possa essere giusta per lui... sicuramente vivendo al nord italia avrebbe una formazione scolastica superiore rispetto a quella del sud ed anche lavorativamente parlando, più opportunità.
Inoltre sono sicura che crescendo sarà lui stesso a volersene andare fuori dalla Sicilia che ormai offre ben poco ai giovani.
Non so che fare? potete darmi qualche consiglio in merito al bambino?
Ci tengo a chiarire che bambino non presenta alcun problema, è molto sveglio, vivace, solare, parla in modo molto chiaro ed è legato a mamma e papà.

Grazie infinitamente, saluti.

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

se ho capito bene Lei teme che il bimbo possa avere una sorta di trauma dal trasferimento a Ravenna?
Le cose non stanno così, perchè, per quanto il trasloco sia uno stress (anche per noi adulti) non è automatico che sia seguito da un trauma.
Se si riferisce all'allontanamento del papà, dovrebbe parlare col Suo ex di questo e cominciare a preparare il bimbo, tenendo conto che anche questo fa parte delle conseguenze di essere una famiglia "allargata".
Mi sento però di rassicurarLa sul fatto che ogni essere umano ha molte risorse per far pronte a tali separazioni ed è comunque possibile organizzarsi.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Cara Dr. Pilegi,
innanzitutto grazie per aver rosposto in maniera così celere,

I miei genitori mi stanno facendo la guerra in merito a questo trasferimento, descrivendomi come una grande egoista che pensa solo a se stessa.
I miei sensi di colpa crescono ogni giorno di più, e veramente mi chiedo se sto pensando anche al bene del bambino.
Io immagino quello che riusciremo a costruire col mio compagno, una piccola famiglia dove mioi figlio riscoprirà una mamma felice, un calore familiare che adesso la sera quando ci sediamo a tavola per cenare, iosinceramente, non vedo.
Forse più in là un fratellino... secondo lei cosa è meglio?
Io da quando mi sono separata dal papà di mio foglio mi sono come spenta, non ho più voglia di fare niente, se esco col bambino mi sento persa perchè soffro la mancanza di un compagno.
Quando son col mio attuale compagno mi sento una pila duracell, ho voglia di uscire, passeggiare, cucinare, ridere e giocare col bambino, guardare i cartoni assieme... mi sveglio in buona sostanza...
cosa devo fare? mi annullo per non separarlo dal padre e i nonni o inizio una guerra contro tutti per poter avverare il mio sogno??

cosa è bene per mio figlio... lo farà soffrire questo trasferimento?.... le chiedo ancora una volta di spiegarmi bene quali potrebbero essere le reazioni del bambino.

Grazie ancora per la disponibilità

Saluti
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Signora,
com'è il rapporto di suo figlio con il suo compagno?
Lui come si rapporta con il suo bimbo?
Come va quando siete tutti e tre insieme?
Ha già parlato con il padre del bimbo in merito al possibile trasferimento? Sa cosa ne pensa?

Lei conosce già la città nella quale intende trasferirsi?
Ha un lavoro?

<Vorrei sapere a livello psicologico cosa potrebbe subire il bambino? lo allontanerei dal padre e dagli affetti che l'hanno visto cresere, come il nonno paterno al quale è legatissimo?>

Riuscirebbe a mantenere un legame tra padre e figlio (e in secondo luogo anche il nonno) accordandosi sulle visite, per mantenere una buona co-genitorialità e per dare al suo bimbo quella continuità affettiva di cui necessita?

Se deve decidere per un trasferimento sarebbe opportuno valutare questi punti, oltre che abituare gradualmente il bimbo al nuovo contesto, se ancora non è stato fatto.

Certamente se sta così bene con il suo compagno, il suo benessere si riverbererebbe anche su quello del suo bimbo, ma è comunque un passo importante rispetto al quale più che dar retta ai suoi famigliari che, a quanto dice, tenderebbero a trattenerla e colpevolizzarla sarebbe opportuno valutasse bene ogni punto anche per sereni accordi con il suo ex coniuge.

Restiamo in attesa di una sua risposta per poterle dare indicazioni più compiute, pur nei limiti di un consulto on line.

Cari saluti

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gent.ma Dr.ssa Rinella,

mio figlio ha visto il mio compagno solo pochi giorni il Natale scorso, si è subito legato a lui, lo chiamava di continuo per giocare e quando non era in casa con noi mi chiedeva di lui e più volte mi ha detto di chiamarlo per farlo venire a casa.
Il mio compagno è molto sensibile e gli piacciono i bambini, con mio figlio ha istaurato un buon rapporto, oltretutto è un giocherellone e si sono trovati molto bene.
In quei pochi giorni vissuti insieme tutti e tre abbiamo avuto l'opportunità di gustare un pò di serenità familiare.

Col padre del bambino non ho ancora parlato del trasferimento, perchè ancora non ho trovato un lavoro fuori e perchè so già da adesso che non sarà daccordo e sinceramente mi aspetto un'azione legale da parte sua.

Andando a vivere a 1200Km di distanza è naturale che il bambino non potrà vedere nè il padre nè il nonno in maniera continua ma nei periodi di festa e di vacanze estive.

Il bambino è stato già a Ravenna l'estate scorsa nel periodo di ferie per circa tre settimane, senza che gli dicessi nulla mi ha chiesto di comprare una casa lì, quando siamo dovuti partire lui non voleva andare via e tutt'oggi me lo rinfaccia.
Il contesto in cui eravamo è totalmente diverso da quello che viviamo qui.
Ogni 100 metri un parchetto con i giochi, nel cortile di casa si incontrava con altri bambini e passa delle ore a giocare.

un altro punto molto importante in questa scelta sono i miei genitori che mi stanno addosso come se fossi una ragazzina di 18 anni... due giorni fa ho detto ai miei di essere convinta e di voler andare via e proprio stamattina mia madre mi ha detto che per il compleanno del bambino che è tra poco, lei e mio padre gli vogliono regalare la cameretta. Io mi chiedo se sono normali!!!! Mi sembra di parlare al vento... questo mi crea molto nervosismo e rabbia nei loro confronti.
Mio padre addirittura dice che siccome la storia col mio ex compagno è andata male io adesso devo subire le conseguenze, mettere al primo posto le esigenze del bambino ( per carità ha ragione) ma ciò non significa necessariamente ch'io debba annullarmi... alle volte vorrei non esistere... sono piena di responsabilità e mi sento repressa nel mio IO.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Signora,
anche da una sua passata richiesta si evidenziava un rapporto disfunzionale con i suoi genitori, non consono alla sua età e al suo status di adulto autonomo.

Proverei a riflettere sulle dinamiche che intercorrono tra voi, pensando che molto dipende anche da lei nel porsi in maniera differente con loro.
Mi rendo conto non possa essere facile, dati i continui richiami che riceve da loro, ma è importante comprendere il suo ruolo in tutto ciò e modulare lei in prima persona in maniera differente il rapporto con loro, così da definire la sua identità adulta e perseguire le sue scelte.
Se i suoi genitori la trattano come una ragazzina di 18 anni è verosimile che lei in qualche modo (involontario) lo permetta.

Un altro punto importante riguarda gli aspetti legali della faccenda, rispetto ai quali si dovrebbe informare bene. Come le ho già detto, in caso di trasferimento sarebbe opportuno, magari con un aiuto esperto, giungere a buoni accordi in merito alla condivisione della dimensione genitoriale per garantire la serenità del bambino.

Le buone opportunità che a quanto dice offrirebbe il luogo di destinazione gradite al bimbo, il rapporto tra lui e il suo compagno (che sarebbe da approfondire e consolidare creando nel frattempo buone occasioni) deporrebbero a favore di un trasferimento.
Pensa inoltre potrebbe trovare facilmente lavoro per avere autonomia economica? Il suo compagno è disposto a supportarla in caso di difficoltà?

Dal mio punto di vista, sarebbe opportuno procedesse in modo graduale affinché sia sistemata ogni questione riguardante suo figlio e salvaguardata la relazione con il padre e gli affetti più cari, trovando buoni accordi, opportuni per la serenità di suo figlio.

Cari saluti