Il loro consiglio

Buongiorno,
vi scrivo per un problema che sta divenatando sempre più serio nella mia vita affettiva. Con la mia nuova partner ho avuto alcuni problemi di mancata erezione o erezione non duratura e tutto questo ha scatenato la paura dell'impotenza. Dopo gli episodi ho immediatamente consulatao due andrologi che dopo gli esami di routine mi hanno rassicurato sull'assenza di malattie fisiche tali da compromettere la prestazione sessuale invitandomi quindi a consultare eventualmente uno psicologo o sessuologo per intervenire sull'ansia. Ho seguito il loro consiglio e anche qui sono stato rassicurato con spiegazioni ed esercizi per ridurre l'ansia da prestazione. Fatto questo i problemi si sono risolti e non si sono più verificate defaillances. tuttavia mi è rimasta una gran paura di ricaderci e molto spesso quando penso che ci sarà la possibilità di un incontro sessuale con la mia partner mi viene l'ansia e il forte timore di non riuscire a compiere l'atto sessuale per mancanza di erezione. Ovviamente il tutto influisce molto negativamente sulla mia vita e non mi permette di gustare appieno le gioie di un bellissimo rapporto di coppia. Esiste una soluzione alle mie paure? Grazie infinite.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Sì, esiste, ma dovrebbe farsi opportunamente consigliare dal collega che è riuscito a ridurle l'ansia.

Finché esiste la paura dell'ansia, ossia la paura della paura, vuol dire che ancora il lavoro non è terminato.

Che tipo di esercizi ha ricevuto?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
" tuttavia mi è rimasta una gran paura di ricaderci e molto spesso quando penso che ci sarà la possibilità di un incontro sessuale con la mia partner mi viene l'ansia e il forte timore di non riuscire a compiere l'atto sessuale per mancanza di erezione. "

Gentile Utente la paura della paura è un tipico segno che è presente nel momento in cui da una prima defaillance si instaura la paura che l'evento possa riaccadere. Quindi la persona, anzichè godersi il momento che sta vivendo, si concentra sulla prevenzione di una risposta catastrofica: tutto ciò genera ovviamente ansia.

Ma questo fa parte del problema e Le chiedo allora in che termini sia stata ridotta l'ansia, se una parte notevole del disagio è comunque rimasta.

Io Le suggerisco di rivolgersi quanto prima allo specialista psicologo psicoterapeuta in maniera tale da lavorare su questo aspetto.

La Sua compagna come reagisce di fronte a questa problematica?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Intanto grazie per il sollecito interessamento.
a questa mia paura, la mia compagna, reagisce con continue rassicurazioni, scherzandoci anche sù, e ripetendo che non c'è nessuna ragione per cui io debba avere queste paure.
Le terapie per ridurre l'ansia sono state incentrate essenzialmente su esercizi di respirazione che inducono il rilassamento (tipo training autogeno) e su colloqui nei quali mi è stato spiegato che la sessualità va vissuta anche in modo giocoso senza troppo pensare alla penetrazione.
Devo dire che soffro di ansia da prima delle defaillances e allora il disturbo è stato curato con benzodiazepine.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Quella di non fare la penetrazione in situazioni del genere è una prescrizione molto utilizzata da noi terapeuti perchè sposta appunto l'attenzione dalla prestazione al gioco.

Com'è andata in quelle circostanze?

Siete riusciti insieme a spostare l'attenzione dalla defaillance?

E' ottimo che la Sua compagna non ne faccia un dramma, ma credo che potreste riprendere la consulenza psicologica anche insieme a questo punto per proseguire con il lavoro e consolidare i risultati ottenuti.

Che ne pensa?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Da un punto di vista breve strategico, le indicazioni e le cure che ha ricevuto (training di rilassamento, colloqui psicoeducativi e anche le benzodiazepine) sembrano troppo aspecifiche, ossia potrebbero aver trattato il problema "ansia" in generale, senza scendere troppo nei dettagli del modo in cui essa si è manifestata nel suo caso, e forse senza prendere troppo in esame il modo in cui lei sta reagendo. L'ansia può assumere molte forme e ai fini di efficacia ed efficienza del trattamento - sempre da un punto di vista TBS - è importante che essa venga affrontata in modo specifico.

Il fatto che la sua compagna non alimenti il problema va bene, ma dovrebbe verificare se per caso non si stia affidando alle sue rassicurazioni per ricavarne un senso di tranquillità, perché le rassicurazioni, come forse le sarà stato spiegato, possono paradossalmente alimentare l'ansia anziché farla diminuire.

Il non sentirsi obbligato a effettuare la penetrazione va pure bene, a patto che faccia parte di un piano di indicazioni preciso.

Ritengo che dovrebbe tornare a chiedere aiuto specialistico.
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