Ansia e paure universitarie

Buonasera.
Dal Ottobre 2014, io sarò uno studente universitario. Ma già ora sono iniziate le paure. Io ho vissuto sempre "sotto l'ala" della famiglia (una bella famiglia, peraltro: i miei genitori sono disponibili nei miei confronti, e mi hanno garantito una vita piena di agi, e mia sorella minore mi adora), e ora il solo pensiero di separarmene, il solo pensiero di dover vivere una vita che non sia appendicolare a quella dei miei familiari, mi terrorizza. Da giorni ho crisi di pianto che durano per ore, e l'ansia non mi abbandona, impedendomi di svolgere i compiti scolastici, di leggere, di suonare (io studio chitarra)...
Mi rendo conto di dover superare questo problema, per potermi costruire una mia vita. Ma non riesco a trovare un modo: sono disorientato, terrorizzato, non riesco a ragionare lucidamente e ad imporre al mio cervello che "IO CE LA POSSO FARE E NON È LA FINE DEL MONDO, CI SONO PASSATI TUTTI".
Sono uno che si è sempre posto molti problemi, molte domande, e ho sempre avuto attacchi d'ansia all'idea di "sconvolgere la mia vita", anche se per poco (persino le gite scolastiche mi hanno sempre spaventato.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
...persino le gite scolastiche mi hanno sempre spaventato...
vorrei farti una domanda.
ci sei poi andato a queste gite? Dopo un po come ti sei trovato? L'ansia o il terrore si sono attenuate o le gite hai evitate del tutto?

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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dopo
Utente
Utente
Buonasera dottore,
Alla fine, a queste gite sono andato, e ho sempre passato l'intera settimana di durata della gita a contare i minuti che mi separavano dal ritorno a casa. Solo l'ultima, che risale allo scorso Maggio, mi ha visto tranquillo nel corso degli ultimi due giorni (ma va considerato che mi sono avvalso, nel corso di tale gita, di alcune pillole di un blando tranquillante naturale, la valeriana).
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
considerato che la valeriano non fa nulla (tranne che il beneficio dell'aspettativa) ha avuto prova che si può fare.
Ma per ricordare gli aspetti positivi dell'esperienza e non cadere nella trappola di contare le ore (la tentata soluzione che peggiora il problema) forse qualche consulenza con un teraputa le farebbe solo bene.
saluti
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per i suoi consigli. Il problema è che io non conosco alcun terapeuta nella mia città cui potrei rivolgermi, e soprattutto non è detto che i miei familiari me lo permettano. Per cui, vorrei chiederle: indipendentemente dalle sedute con un terapeuta (che spero di poter comunque attuare, poichè mi rendo conto dell'enorme utilità che un confronto "faccia a faccia" potrebbe avere), c'è qualcosa che, secondo lei, posso fare da solo, quanto meno per attenuare l'ansia?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
on line ogni consiglio potrebbe essere filtrato e mal interpretato purtroppo.
Potrebbe cominciare con una lettura pratica sull'ansia con la consapevolezza, però, che nulla può sostituire una consulenza dal vivo.
le consiglio questo libro
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2831-i-segreti-della-mente-non-ansiosa.html
saluti
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dopo
Utente
Utente
Buonasera dottore,
Gradirei aggiornarla, visto che è stato così gentile da rispondermi, circa la mia situazione: ho poi consultato un terapeuta, il quale ha concluso che, secondo lui, tutto va ricondotto ad una mancanza di fiducia, dovuta al fatto che, a suo dire, i miei genitori avrebbero "mostrato sfiducia nelle mie capacità" (insistendo, per esempio, con le classiche "raccomandazioni pre-viaggio"), facendomi credere di non essere in grado di "cavarmela da solo". Tale consulto è stato effettuato a fine Novembre; ho atteso, prima di riscrivere qui, perchè volevo prendermi il tempo necessario per interiorizzare quanto il dottore aveva evidenziato.
Domani, vedrò per la seconda volta il terapeuta, poichè, dopo circa un mese e mezzo di "pace" (sostanzialmente, un mese e mezzo in cui avevo dimenticato il problema, invece di provare a risolverlo...), esso si è ripresentato, in corrispondenza con il ritorno a scuola dopo le vacanze natalizie (curiosa coincidenza: la prima volta, esso si era manifestato poco prima del rientro a scuola dopo quattro giorni di festività)...
Lei cosa ne pensa? C'è qualche commento o raccomandazione che ritiene di volermi indirizzare?
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