Ansia,depressione..?

Salve,scrivo qui perche alla ricerca di pareri,pensieri e magari qualche consiglio riguardo al mio disagio. Tutto è iniziato sei mesi fa,ad Agosto; ero a casa da solo e stavo fumando uno spinello fin quando la mia tranquillita e spensieratezza (e la mia vita!) sono state sconvolte da cio che verra definito come un "attacco di panico" . Gli attacchi si sono ripetuti altre 2 o 3 volte in maniera evidente nell''arco dei due mesi successivi,ma piu che altro dominava una sorta di ansia verso ogni cosa. Decisi di rivolgermi ad uno psicologo e armato di buona volonta e tanta tenacia sono riuscito a controllare i vari sintomi che mi davano ansia per poi farli svanire del tutto. Devo dire che la strada fatta mi ha stancato parecchio psicologicamente,ma cio che mi ha spinto a scrivere qui è che se prima ero spinto da tangibili miglioramenti di giorno in giorno,ora mi ritrovo in un vicolo cieco. Questo vicolo cieco è rappresentato dal fatto che non riesco a sentirmi la persona di prima,sopratutto ogni situazione che comporta stress,rabbia,paure o emozioni varie mi getta in uno stato che io definerei piu depressivo che ansioso o legato al panico. Ho dato tutto me stesso,ho studiato nonostante tutto ed ho dato gli esami,non avevo una ragazza da un po e ho iniziato a frequentarne delle nuove,ho conosciuto nuove persone,mi sono messo in gioco ed ho trovato.nuove attivita come il volontariato per tenermi impegnato. Ho iniziato a fare sport e a seguire uno stile di vita ordinato. Eppure,nonostante tutto cio,l''inquietudine rimane e,non lo nego,anche la paura di ricadere negli attacchi di panico,seppur non sia mai successo o la paura di non poter piu tornare quello che ero. So che "tornare" quello di prima è un aspettativa di per se senza molto senso,il cambiamento è un aspetto fondamentale della vita ma è proprio questo concetto la chiave di tutto; prima ero una persona che riusciva a trarre il meglio da ogni situazione pronta al nuovo e alla "scoperta" in ogni momento,mentre ora davanti a imprevisti,situazioni nuove o che altro,nonostante gli sforzi,mi capita di cadere dentro ad un buco nero: la testa mi sembra vuota,seppur provando una sorta di sensazione che definirei di iperattivita e fondamentalmente non percepisco,ne il mio corpo ne emozioni ne altro; sono vigile e riesco a fare tutto,ogni cosa ma anche la più piccola è uno sforzo enorme e cosa peggiore mi sembra sempre di non essermi goduto nulla. All'inizio queste erano tra le tante cose che mi "terrorizzavano", pensavo che dopo aver eliminato gli attacchi,l'ansia e sentimenti simili avrei superato tutto questo,eppure ,continuano,ormai senza più un ordine,un momento ci sono,un momento dopo non ci sono e la cosa è parecchio demoralizzante . Per arricchire il quadro generale dei sintomi aggiungo che 4 mesi prima del primo attacco ho avuto un incidente stradale,ho un pessimo rapporto con mio padre con cui mi rivedo da 6-7 mesi dopo 5 anni di totale assenza di rapporti. Grazie in anticipo! :)
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

quante sedute ha fatto con il Collega?
Che diagnosi o valutazione di personalità è stata fatta?
Si è trattato di psicoterapia o consulenza psicologica?

Credo sia opportuno riprendere le sedute con lo psicologo (se si è trovato bene) oppure contattarne un'altro, meglio se specializzato in psicoterapia. Superare la fase acuta è importante, ma lo è altrettanto comprenderne le cause.

Dovrebbe discutere con il Collega nuovi obiettivi terapeutici ed eventualmente rivedere la valutazione di personalità, on-line non possiamo fare una psicodiagnosi.





Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
concordo con quanto scrive il mio collega, dr Del Signore.
Sarebbe opportuno che (ri)iniziasse un percorso psicoterapeutico per esplorare meglio le sue emozioni adesso che il sintomo del panico è scemato.
Spesso l'ansia è connessa con cause che non sono immediatamente comprensibili alla persona.
Probabilmente lei è riuscito a "debellare" l'effetto del panico ma non ha ancora affrontato a fondo le cause che hanno prodotto il disagio, che lo hanno reso manifesto.
Che ne pensa?

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Gentile ragazzo,
Concordando con quanto le hanno indicato i miei Colleghi, vorrei invitarla a riconsiderare un percorso terapeutico mirato, più che alla sintomatologia( visto che questa si è' attutita), alll'ampliamento della consapevolezza e all'elaborazione di eventuali relazioni pregresse con i suoi familiari. Il fatto che il primo intervento con uno psicologo abbia dato un riscontro positivo, pur se parziale, le fornisce l'indicazione a proseguire su questa strada, con lo stesso, o con un altro, meglio, come dice il Dott. Del Signore, se specializzato, nel suo caso, in psicoterapia.
Un cordiale saluto.

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio molto per i vostri pareri ! Di sedute ne ho fatte "molte",da fine settembre sino ad oggi una volta a settimana. Per ciò che riguarda la diagnosi non mi è mai stato detto nulla di chiaro; ansia,depressione,panico sono le parole che ho sentito nient'altro! E sì,si è trattato di psicoterapia. Concordo con voi nel pensiero di "rinnovare" il percorso terapeutico,credo di aver bisogno di qualcosa di "nuovo". Rispondendo al Dr. Mori io penso di essere caduto dentro ad un incubo,per quanto dura come definizione è la realta; questo sicuramente non cancella la ferrea volonta di uscirne ! Questi 5 mesi mi sono volati via come mai mi era successo,e anche se sono riuscito a costruirmi tante e,soprattutto, nuove cose è come se non raggiungessi quella "pace mentale",quel senso di soddisfazione che in teoria dovrebbe essere un pò l'obiettivo dell'esistenza umana. E qui magari rispondo sia al Dr Mori che alla Dr Scolamacchia : entrambi consigliate di trovare delle cause più profonde,un ampliamento della consapevolezza che siano causa del disagio; non che io non sia d'accordo,però si ritorna un po al vicolo cieco di prima. Con il vostro collega sto tentando di indagare e ,sicuramente, ho avuto episodi negativi,brutti ma non credo tanto diversi da quelli subiti dalla stragrande maggioranza dell'umanita. Questa indagine mi disorienta,perché non so dove cercare e non vorrei magari arrivare al punto di attribuire a qualcosa un significato sbagliato e peggiorare le cose. Sono giovane e la cosa mi sta creando parecchie problematiche,soprattutto ora che accuso una stanchezza perenne e sta iniziando a minare l'autostima . Cercherò comunque di fare tesoro dei vostri consigli,sperando che mi possano condurre verso il traguardo della guarigione! Vi lascio porgendovi altre domande, se avrete voglia di rispondere ve ne sarò molto grato!:) Quando riesco a raggiungere un certo stato di tranquillita e spensieratezza nel sonno(parlo del dormiveglia),mi saltano in testa delle immagini e pensieri confusi,inizio a sudare,a riscaldarmi e inevitabilmente mi sveglio,senza riuscire mai a ricordare cosa ha provocato i "sintomi". Cosa può significare? Dovrei indagare e riuscire in un qualche modo a scoprire di cosa si tratta? Avreste qualche consiglio per attenuare la stanchezza psicologica che mi assale? Credo che senza avrei più forza per andare avanti! Grazie mille ancora !
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>Questa indagine mi disorienta,perché non so dove cercare e non vorrei magari arrivare al punto di attribuire a qualcosa un significato sbagliato e peggiorare le cose.<<
fare un'analisi più profonda non significa aprire il vaso di Pandora o scoprire un'inferno dantesco. E' un processo guidato dove l'attribuzione di significato viene co-costruita nella dinamica relazionale tra paziente e psicoterapeuta, quindi i suoi timori andrebbero ridimensionati. Se basta così poco per "disorientarla" è probabile che lei attui dei processi di "rimozione" rigidi che andrebbero analizzati, perché probabilmente il sintomo nasce da li.

>>..brutti ma non credo tanto diversi da quelli subiti dalla stragrande maggioranza dell'umanità.<<
le esperienze sono soggettive e non generalizzabili, questo che lei mette in atto è un processo di "razionalizzazione", ossia una difesa volta a "placare" o rendere meno dannose tali esperienze.

>>Cosa può significare? Dovrei indagare e riuscire in un qualche modo a scoprire di cosa si tratta?<<
le risposte a queste domande possono essere trovate solo all'interno di un processo psicoterapico, meglio se di orientamento psicodinamico.





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dopo
Utente
Utente
<<...è probabile che lei attui dei processi di "rimozione" rigidi che andrebbero analizzati, perché probabilmente il sintomo nasce da li.>>
Per processi di "rimozione" intende che cosa? Una rimozione di un qualcosa che attuo? o è un concetto più "tecnico"? Mi interesserebbe molto saperne qualcosa in più! Il disorientamento è più che altro dovuto al fatto che non so dove cercare,dove "scavare" per arrivare in profondita e magari trovare la causa/e che possono innescare tutto cio . Per quanto non sia precisissimo come esempio credo che una parte di me fondamentalmente stia bene,dato che come dicevo riesco comunque a svolgere una vita "normale",l'altra però si inceppa,non funziona e mi crea i vari disagi che vi ho scritto inizialmente. Con la sua ultima risposta ha tirato fuori un altra questione forse molto importante; che tipo di terapia bisogna seguire? So che ce ne sono molte di "scuole" ma tra le più valide ce ne sono alcune adatte a certi tipi di persone/disturbi? Nei primi incontri con la sua collega lei mi disse ridendo che avrei fatto felice uno psicologo "strategico",in quanto i primi tempi utilizzavo delle "piccole strategie" per ovviare alla situazione(problemi con deglutizione e respiro!). Comunque la ringrazio molto Dr. Del Signore,mi ha offerto nuovi spunti ed un nuovo punto di vista,cose molto importanti in queste questioni!
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