6 anni di attacchi di panico e agorafobia

Salve,
ho chiesto consulti negli anni precedenti, sulla resistanza che presentavo alla psicoterapia che faccio e alla possibilità di sostenere 2 tipi di terapia contemporaneamente: psicoanalisi e cognitivo comportamentale.
Ho 25 anni, soffro di disturbo da attacchi di panico e agorafobia con evitame, con tratti di personalità dipedente evitante ed istrionica (diagnosi fatta dal mio psichiatra) da 6 anni.
Non riesco a venire a capo al problema e condurre una vita che sia decente, nonostante segua una terapia farmacologica di xanax (0,25 x 3 volte al gg) ed entact (0,20 x 2 volte al gg) ed una psicoterapia di stampo analitico.
Il mio percorso è stato ad alti e bassi, ci son stati momenti in cui riuscivo ad affrontare positivamente la psicoterapia e vivere abbastanza felicemente; altri di profonda chiusura e regressione, come quando ho richiesto il mio primo consulto riguardo alla 'resistenza'.
Nei periodi di chiusura, fatico ad uscire di casa, riduco le mie zone di movimento, evito la psicoterapia e lo psichiatra. Se esco è per andare al lavoro 3 giorni a settimana con enorme fatica, o per fare due chiacchere sotto casa mia con qualche amico. i momenti in cui mi sento più libera e riesco ad andare un pò oltre alle mie paure, son quando eccedo con l'alcool. (cosa di cui son consapenvole e so che non sia ottimale per la mia situazione)
Sperando di aver fornito un quadro chiaro del problema, vengo al motivo per cui chiedo consulto: dopo 6 anni di lavoro mi ritrovo nuovamente in una situazione di regressione e grossa chiusura.
Da ottobre che noto questo peggioramento: non giudo, non esco, non faccio qualcosa per me stessa, e la cosa che mi lascia più perplessa, non riesco a continuare la mia psicoterapia, a cui ho sempre dato molta importanza ed è sempre stato un aiuto molto valido.
Da ottobre la 'autogestisco': vado 1 volta, non vado 3, non ho un andamento costante. A fine estate avevo intenzione di poter affiancare alla psicoterapia una TBS o CC, cosa a cui poi ho rinunciato e paradossalmente ho iniziato a non seguire costantemente la mia psicoterapia.
Mi preoccupa la mancanza di stimolo. I periodi di chiusura passati, li ho superati sentendo che dovevo fare qualcosa per me stessa.
Ora mi trovo in una situazione di completa immobilità, non trovo uno stimolo che mi sproni a reragire. Penso spesso a cosa potrebbe aiutarmi, a cosa poter fare, organizzo tutto e al momento della messa in atto, mi tiro in dietro.
Dentro di me ho un profondo senso di sfiducia, di arresa e rabbia perchè stufa dopo 6 anni di trovarmi in questa situazione.
Sia la psicoterapeuta, sia lo psichiatra mi dicono che devo scegliere: se reagire o no poichè mi trovo nel limbo. Ne sono consapevole, ma è come se non volessi scegliere.
Ora mi chiedo, questa regressione è di nuovo un blocco mio o può essere che la psicoterapia non sia efficace? entrambe i dottori che mi seguono sostengono che sia bloccata per paura di andare avanti avvicinandomi sempre di più al nocciolo.
Ringraziando.
[#1]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Utente,
tenendo anche conto dei precedenti consulti che Lei stessa ha citato, ritengo che sia assolutamente comprensibile che se dopo sei anni la situazione è così come la descrive, Lei provi sfiducia, rabbia e stanchezza.

A distanza non so dirle se cambiare terapia oppure no, ma le suggerirei di provare ad incontrare per un paio di colloqui un terapeuta di un altro orientamento (seguendo le indicazioni già fornite in passato), in modo da avere in mano elementi più concreti per prendere una decisione.
Anche perché portata avanti in questo modo saltuario, dubito che l'attuale terapia riesca ad esserle d'aiuto.

Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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[#2]
Psicologo attivo dal 2013 al 2019
Psicologo
Gentile Signora,
Lei è seguita già da una Psicoterapeuta e da uno Psichiatra, che per altro concordano nelle loro valutazioni.
Perché sente la necessità di richiedere il parere di altri professionisti? In questi sei anni non ha trovato giovamento nel controllare gli attacchi di panico?
[#3]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per le veloci risposte.
Per rispondere al Dr. Pejrano, sento la necessità di sentire altri professionisti perchè dopo così tanto tempo fatico a fidarmi ancora delle persone che mi seguono, e riesco ancor meno a fidarmi di altri nuovi ipotetitici professionisti che possano aiutarmi.
Non ho mai fatto terapie comportamentali per gestire il sintomo in se', ma ci sono stati periodi dovre, grazie alla psicoterapia, i sintomi erano notevolmente ridotti o comunque ero in grado di gestirli.

Per questo motivo, chiesto se è 'normale' in una terapia una chiusura del genere o è segnale che non funziona.

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