Depressione o tristezza momentanea

Gentili dottori,
Vi chiedo un consulto riguardante mia sorella minore (18 anni). Vi spiego la situazione: mia sorella, essendo la più piccola di tutta la famiglia è sempre stata molto protetta, questo si è acuito con il tempo dato l'avanzamento d'età dei miei genitori, che ha aumentato le loro preoccupazioni verso di noi, ma in particolare verso di lei, essendo la figlia minore. A 18 anni, appena finito il liceo, ha deciso (spinta dai miei e dal fatto che io già vivessi a Roma, ha deciso di lasciare la nostra città d'origine e frequentare l'università qui a roma, vivendo con me e i miei 3 coinquilini.
Il problema dei primi mesi è stato che, essendo tutti lavoratori, passavamo pochissimo tempo a casa, quindi credo che lei abbia subito molto il passaggio da una situazione familiare in cui era seguita 24 ore su 24, a una situazione in cui era, quasi praticamente, da sola. Per i primi 3 mesi, ci sono stati alti e bassi, come è normale credo, ma dopo che è tornata a casa dai miei, per la prima volta da quando se ne era andata, ha avuto un crollo emotivo. Non è più voluta tornare qui a Roma, ha cominciato a sentirsi inadeguata con tutti, sia nel conoscere gente nuova che nell'affrontare l'università (che dice di voler lasciare perchè non in grado).
Oramai sono passati già 3 mesi da quando questa situazione si è presentata, e con il tempo sembra peggiorare: comincia a soffrire di insonnia, ha praticamente smesso di parlare con me, o meglio di rispondermi quando le parlo al telefono, mi sembra sempre molto assente. Ha interrotto praticamente tutti i contatti con le sue amiche, anche perchè pare che si siano comportate male con lei. Uso 'pare' perchè in questo ultimo periodo sembra prendere come attacco personale ogni cosa che le viene detta, passa tra stati di rabbia a rimorso per la rabbia provata.
Dal canto mio, ho sempre cercato di spronarla a fare qualcosa che le piace, a cambiare aria per un po', a fare un viaggio con me se ne ha voglia, ma lei non reagisce e questo innesca un circolo vizioso anche con i miei genitori, che essendo molto preoccupati tendono a proteggerla sempre di più, e sembra che questo la faccia sempre più chiudere.
Visto che non ho mai reputato il primo universitario facile, ho sempre pensato che un po' di tristezza fosse 'normale', dato il cambiamento (come è successo a me in passato), però ora mi sembra che la cosa stia un po' degenerando.
Il problema principale è come fare. Come cercare di farla parlare, di aprirsi almeno con me o comunque con qualcuno: se la sprono a fare qualcosa si arrabbia, se non le dico niente si intristisce pensando che non le parlo..Come posso aiutarla? Abbiamo anche pensato a consultare uno specialista, però non venendo da lei la richiesta potrebbe essere una cosa giusta o rappresentare un'ulteriore shock?Come potremmo dirglielo senza crearle paranoie?
Come posso aiutare anche i miei genitori a passare questo momento, visto che sono molto preoccupati? vi ringrazio moltissimo scusate la prolissità
[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
è probabile da quanto riferisce che sua sorella abbia fatto un passaggio un po' brusco al quale forse non era preparata (e che magari non condivideva pienamente) da un ambiente familiare iperprotettivo a un altro nel quale le sono venuti a mancare i riferimenti abituali (a parte lei) e ha dovuto spartire spazi e abitudini con persone sconosciute.

Data la situazione che espone, i comportamenti di sua sorella e i rinforzi che avverrebbero a livello familiare che anziché risolvere parrebbero complicare la situazione, dal mio punto di vista sarebbe il caso che fossero magari i suoi genitori a rivolgersi a un terapeuta familiare (sistemico).

Questo allo scopo di riuscire a gestire in modo appropriato il rapporto con sua sorella, evitare di alimentare lo status quo e per sentire un parere diretto su quanto sia più opportuno fare alla luce di ogni elemento utile rilevabile solo in presenza.

Eviterei da parte sua di spronarla o di insistere ulteriormente, i suoi bisogni potrebbero essere altri.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile signorina
E' possibile che l'allontanamento da casa e l'impatto con l'unoversita' abbiano creato un corto circuito emotivo.
Certamente ci sarebbe bisogno fi un aiuto ma, se non voluto otterrebbe un effetto negativo.
Penso che un tentativo andrebbe fatto nuovamente da parte dei genitori per cercare di capire cosa possa avere provato e eventualmente proporre un consulto psicologico.
Si tratta di una fase delicata della vita e occorre intuito per aiutarla
Ci faccia sapere.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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