Ansia (?) da primo lavoro

Buongiorno.

Sono un giovane neolaureato in giurisprudenza (laurea ad aprile 2014). Ho sempre svolto qualche lavoretto stagionale (da bagnino ad assistente in un centro riparazioni) ma domani dovrei iniziare un tirocinio formativo presso un'agenzia di assicurazioni della provincia. 3 mesi che potrebbero diventare 6.
Sto vivendo il momento malissimo: ho accettato la proposta solo perché forzato dalla mia famiglia (che comunque vive una situazione economica tranquilla), il lavoro (se di lavoro si può parlare visto il "salario"...) in questione non mi attira per nulla. Alterno difficoltà a prendere sonno a sbalzi d'umore che si ripercuotono anche sul rapporto con la mia ragazza.

Ora, so che non dovrei essere schizzinoso visti i tempi ma proprio non riesco a pensare di dover passare 8 ore in ufficio a 3€ all'ora in un ambiente dove la persona più giovane ha il doppio dei miei anni. Mi spaventa anche l'idea di trascorrere due ore di pausa solo come un cane visto che nel paese in questione non conosco nessuno.
Non so cosa fare: se ci penso ottengo fitte alla pancia e pensieri negativi nemmeno dovessi andare in guerra. Riesco a distrarmi solo per qualche istante e senza alcun beneficio a breve-medio termine visto che lo sconforto ritorna all'istante. Non riesco nemmeno a nascondere questa condizione: lo scorso weekend tutti i miei amici hanno percepito che qualcosa non andava solo guardandomi in faccia.
Quel che è peggio è che con la mia laurea porterò a casa giusto i soldi per la benzina quando persone che conosco e con titoli di studio decisamente inferiori riescono ad ottenere cifre quantomeno dignitose e a togliersi qualche sfizio. Questo è un altro dato che mi fa malissimo: mi sembra di avere sbagliato tutto.

Aggiungo un ultimo dato: tendenzialmente ho timore di tutto quanto è "nuovo", di fare nuove esperienze. Certo, non provo ansie a livelli simili ma mi spaventa il cambio di routine.

Quale può essere una soluzione al problema? Sto pensando seriamente di rivolgermi ad uno specialista ma vorrei prima ricevere risposta anche da qualche specialista qui presente. Sono disponibile a fornire ulteriori informazioni laddove dovessero essere necessarie.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Ragazzo,
non penso siano i dati oggettivi che Lei ha ben riassunto a costituire un problema di per sé, quanto piuttosto la sua lettura degli eventi e la fase di vita che sta iniziando ad affrontare.
Fino ad ora c'era "l'alibi" della condizione di studente che consentiva di rimandare tante decisioni, tante responsabilità, dal momento che in qualche modo la strada era segnata. Ora che il ciclo di studi si è concluso emergono nuovi interrogativi, del tutto legittimi, su quale sarà il suo futuro prossimo e più distante nel tempo: ciò che può far la differenza sono non tanto le domande che si pone, ma le risposte che darà loro.
Per questo ritengo che farebbe bene a richiedere una consulenza psicologica che l'aiuti a sondare meglio i suoi desideri, le sue aspettative e le sue emozioni davanti a questo delicato momento che sta attraversando.


Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa,

La ringrazio per la celere risposta.

Il punto è proprio quello: molti interrogativi, nessuna (o poche) risposte. Dopo anni di studio pensavo di poter aspirare più che ad un rimborso spese di 300€ per 8 ore di lavoro: mi sento ancora un peso per me stesso e per la famiglia. Talvolta sento di aver sprecato il mio tempo visto che a quanto pare basta il consueto "calcio in culo" per raggiungere posizioni valide a prescindere dal curriculum.

Se fino ad oggi ho vissuto i miei due mesi da disoccupato con ansia per l'assenza di opportunità ora che ne ho trovata una sto forse peggio. Non è quello che voglio fare nella vita e sebbene siano solo 3 mesi sto vivendo il tutto con tensione, apatia e nervosismo.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
So che è una magra consolazione, ma pensi che io e i miei colleghi psicologi una volta laureati, prima di poter sostenere l'esame di stato siamo stati impegnati in un tirocinio annuale obbligatorio e NON retribuito.
E tante tante altre ore (sempre obbligatorie e gratis) sono state spese per ottenere la specializzazione (che d'altro canto ci è costata molto salata).
Come le scrivevo, il punto non è questo.
Sappiamo che le difficoltà sono tante, sappiamo che c'è chi magari sa a malapena leggere e scrivere e partecipando ad un reality o correndo dietro ad una palla guadagna milioni di euro...
Ciò che conta non sono gli altri e le loro scelte o le loro fortune.
Ciò che è importante siamo noi con i nostri sogni, i nostri ideali, i nostri scopi nella vita. Quella deve essere a mio avviso la direzione, la nostra stella polare, poi tutte le scelte e le decisioni vengono di conseguenza.
Ciò che faccio oggi (anche se di per sé può non essere il massimo delle mie aspirazioni) è fatto in funzione di ciò che voglio ottenere domani, di chi voglio essere domani.
Dal mio punto di vista, e soprattutto con i tempi che corrono, Lei è stato molto fortunato a trovare a soli due mesi dalla laurea un impegno con un minimo di rimborso spese, che le consente di iniziare a fare esperienza lavorativa e relazionale, in un contesto tutto sommato ancora "protetto".
Ciò che conta davvero è essere responsabili della propria esistenza, evitando di lamentarsi per ciò che "ci capita", ma cercando invece di sfruttare al meglio ciò che ci accade per costruire le condizioni favorevoli a che la vita prenda la piega che noi desideriamo (ha presente la filosofia dell'HOMO FABER FORTUNAE SUAE?).
Ecco, quando ho scritto che con l'aiuto di uno psicologo potrebbe sondare meglio dentro di sé, intendevo proprio questo: capire bene quale sia la sua stella polare per iniziare il cammino in quella direzione, senza dover dimostrare nulla a nessuno, ma per il bene che vuole a se stesso.

[#4]
dopo
Utente
Utente
Ho molti amici che hanno intrapreso lo studio di psicologia quindi mi rendo conto delle difficoltà che persone come Lei hanno affrontato durante il percorso di studi.

A dire la verità ho una grande aspirazione: diventare giornalista. Ho sempre amato scrivere ma è soltanto da un paio d'anni che ho concretizzato questa aspirazione collaborando (naturalmente gratis) con un blog della mia città. Inoltre da un paio di mesi collaboro con una redazione sportiva della mia città realizzando interviste/cronache di eventi sportivi. Per concludere insieme ad altri ragazzi della mia città abbiamo aperto una pagina internet dedicata all'auto d'epoca.

Queste aspirazioni tuttavia stridono con il pensiero dei miei genitori che, pur essendo a conoscenza delle mie capacità, ritengono le mie velleità giornalistiche come qualcosa che non mi porterà da mangiare in futuro...come se l'"impiego" da me accettato mi permettesse sollazzi e lussi senza freni.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
E quanto è vincolante per Lei il pensiero dei suoi genitori?
Quanto si sente "trattenuto" o protetto da loro e quanto è disposto a rischiare di suo?
L'impiego di ora può comunque essere un'occasione di crescita personale, oltre che in qualche modo essere funzionale a concedersi tempo per proseguire a comprendere quanto sia concretizzabile (e monetizzabile!) la sua aspirazione.
E poi, non bisogna dimenticare che da cosa nasce cosa...

Cari auguri.
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Utente
Utente
Purtroppo è molto vincolante. Mi spiego: mia madre ha sempre cercato di assecondare le mie aspirazioni non imponendomi nulla (se non naturalmente impegno e costanza negli studi) e lasciandomi campo libero. Mio padre è la classica persona che trova sempre qualcosa da ridire: per la serie "potevi fare X invece di Y" quando Y è comunque un buon risultato.

Per come la vedo io l'impiego attuale non mi serve a nulla. Soprattutto non si lega minimamente a quelle che sono le mie aspirazioni.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<Purtroppo è molto vincolante>>

Questo nodo è un buon punto di partenza per un lavoro su di sé.
Se il disagio che ora prova (ansia, timori e preoccupazioni) non è gestibile o è particolarmente pesante, resta valido il consiglio del primo post di richiedere una consulenza -potrebbero essere sufficienti anche poche sedute- per approfondire la situazione più efficacemente di quanto non si possa fare a distanza in modo da cercare una soluzione per Lei percorribile.

Saluti.

[#8]
dopo
Utente
Utente
Aggiornamento: oggi al primo giorno di stage ho purtroppo rinunciato.

Nella scorsa notte è quasi come se mi fossi sentito respingere da quel tirocinio, una forza repulsiva che mi ha paralizzato e mi ha spinto (sono stato sincero e al contempo stupido) a parlare con la titolare della mia ansia richiedendo se possibile tempistiche minori almeno per i primi giorni.

Non c'è stato verso: sono stato spedito a casa. Dall'ansia per un posto poco gradito all'ansia per la disoccupazione.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<Per come la vedo io l'impiego attuale non mi serve a nulla. Soprattutto non si lega minimamente a quelle che sono le mie aspirazioni.>>
<<Non c'è stato verso: sono stato spedito a casa>>

Quindi, in fondo, ha ottenuto ciò che desiderava, o no?

Il disagio di affrontare questa opportunità (<<tendenzialmente ho timore di tutto quanto è "nuovo", di fare nuove esperienze>>) è stato ciò che ha guidato le sue decisioni.
Farsi prendere dall'ansia (<<Dall'ansia per un posto poco gradito all'ansia per la disoccupazione.>>) rischia di non condurre da nessuna parte.

Forse avrebbe potuto concedersi un po' più di tempo per provarci, per vedere se davvero si trattava di qualcosa di inutile e poco stimolante.
O forse va bene così, a patto che riesca a convertire l'ansia in determinazione per perseguire i suoi obiettivi, ad impiegare il tempo che ora si è liberato con caparbietà per darsi da fare per inseguire le sue aspirazioni.

Se lo prenda ora quel tempo per riflettere sull'accaduto. Faccia tesoro di questa esperienza per cercare di capire quali siano gli "ingranaggi" disfunzionali del "meccanismo". Cerchi uno psicologo per confrontarsi con lui sulle possibilità di svincolo psicologico da ciò che gli altri si aspettano da Lei e da come la giudicano e sulla necessità di ascoltare i suoi desideri e le sue emozioni per capire chi vuole essere.

Cordialità.


[#10]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa vedo che riesce sempre a puntare al sodo e a colpire nel segno.

Ha ragione: forse sarebbe servito un po' di tempo in più, forse le prospettive che si sono aperte ieri (lavoro estivo in redazione presso un giornale locale) mi hanno dato la spallata verso l'abbandono del posto.

Forse più che un svincolo psicologico mi servirebbe uno svincolo da chi mi circonda in casa. Se non fosse stato per loro non avrei nemmeno accettato questa proposta tanto scarsa era la mia volontà di firmare quel contratto.
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