Il problema, cosa che mi crea ansia perchè ogni volta cerco

Buongiorno,
vorrei sottoporvi una problematica che ho con il mio fidanzato con cui convivo, che riguarda la nostra vita sociale. Io ho 32 anni e lui 39, stiamo insieme da un anno e mezzo e viviamo assieme da un anno circa. Io non sono sicuramente il tipo a cui piace uscire tutte le sere, però con la giusta moderazione ho piacere di partecipare ad occasioni sociali come compleanni, anniversari, etc. di parenti e amici (che sono comunque una quantità molto ridotta).
Lui invece come parente ha solo sua mamma, e pochissimi amici. Andiamo d'accordo su tutto, l'unico motivo di attrito è proprio la partecipazione a questi eventi, che siano di parenti o di amici. Di solito come detto a me fa piacere andare, mentre lui non ne vuole sapere, e quelle rare volte che viene lo fa di malavoglia, per cui se voglio andare devo sempre andare da sola, oppure rinunciare. Sto iniziando a chiedermi se questa cosa può alla lunga minare il nostro rapporto. Lui sostiene che in queste occasioni se io voglio andare non è un problema, però non riesco a fargli capire che è imbarazzante per me presentarmi sempre da sola, come se lui per la società non esistesse in pratica. Inoltre se comincio anche io a non andare più da nessuna parte evidentemente nessuno ci inviterà più. Non so come comportarmi, ovvero non so se continuare a cercare la sua collaborazione oppure se questo è sbagliato, che se lui non vuole essere coinvolto devo lasciarlo così, e pormi io il problema se accettare o meno questa situazione. Lui è molto riservato e non sta volentieri in compagnia degli altri, non è un problema legato alle singole persone ma è generalizzato. Quindi ogni volta che riceviamo un invito per me si pone il problema, cosa che mi crea ansia perchè ogni volta cerco di convincerlo, se viene è evidente che è una forzatura, se non viene devo andare da sola o non andare, quindi comunque sia per me è un problema. Risolvibile? e se sì, come? Resto in attesa.....
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Come trascorrete il tempo insieme?
Che cosa vi piace fare insieme?

In una coppia non è necessario fare sempre tutto insieme; d'altra parte ha fatto capire al Suo compagno che avrebbe voglia di partecipare a queste occasioni insieme a lui, non solo per motivi sociali, ma anche perché desidera trascorrere più tempo insieme?
E' sempre stato così?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Lui ha un carattere introverso? preferisce forse uscire in due coppie anzichè in gruppo festaiolo?
Avete provato a negoziare e venirvi incontro, lui sull'uscire, Lei su altro a cui lui tiene?

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile utente,
avete mai pensato di chiedere una consulenza di coppia ad uno psicologo?
Sarebbe la cosa migliore nel senso che ovviamente uno psicologo che potesse interagire con tutti e due avrebbe maggiori probabilità di risolvere o attenuare questa difficoltà nella vostra relazione.

Se tuttavia il suo partner non fosse disponibile, può andare lei da un professionista perchè quest'ultimo dovrebbe riuscire comunque a migliorare la comunicazione nella coppia e quindi anche il problema evidenziato.

Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
Breve Strategica-Gestalt-Seduta Singola
Disturbi psicologici e mente-corpo

[#4]
dopo
Utente
Utente
Il problema, se pure generalizzato, si pone in modo particolare nei riguardi della mia famiglia di origine. Per quanto riguarda le amicizie nemmeno a me piacciono i gruppi festaioli, ci troviamo per lo più fra coppie, oppure con persone singole, ma lì non è tanto un problema.
Come detto il problema si pone quando arriva il compleanno dei miei, o l'anniversario, o altre occasioni. Lui è molto riservato, si è aperto solo con me e con altre poche persone. Inizialmente i miei ci invitavano spesso, ma quando hanno capito la sua reticenza inevitabilmente hanno ridotto gli inviti solo alle occasioni "canoniche". In questi casi la mia famiglia di origine mi fa pesare molto il fatto che lui non consideri importante essere presente in queste occasioni, per loro è inconcepibile che quando si è in coppia si presenti solo uno dei due. Il fatto che i miei la pensino così è corretto? Oppure è un condizionamento? E' ovvio che, essendo io cresciuta in una famiglia che la pensa così, adesso ho difficoltà a gestire la situazione con il mio fidanzato, che invece la pensa in modo diametralmente opposto, mi trovo in mezzo a dover conciliare posizioni così distanti, purtroppo. Devo onestamente dire che il mio fidanzato, nonostante le sue difficoltà caratteriali, cerca di venirmi un po' incontro partecipando qualche volta, però non sempre.
L'ultimo episodio risale a poco tempo fa, i miei ci avevano invitato al loro anniversario, lui ha detto che non veniva ma non perchè ci sia qualche problema coi miei ma perchè aveva altre cose da fare e io ho detto ai miei che sarei venuta io (quindi saremmo stati io, mia sorella che vive ancora con loro e mia nonna). Al che i miei hanno annullato tutto, perchè hanno detto che a me mi vedono tutti i giorni (infatti è così per motivi di lavoro) e che in queste occasioni bisogna venire in coppia. Ciò ha comportato che ho avuto una discussione sia con i miei che con il mio fidanzato, il quale ha detto che da quando stiamo insieme (un anno e mezzo) a natale è venuto, al compleanno di mia nonna è venuto, al compleanno di mia mamma è venuto, alla cresima di mio cugino è venuto, abbiamo invitato i miei a casa nostra due volte e siamo andati a mangiare dai miei quattro volte in tutto, è venuto alla cresima di mio cugino, quindi se non è venuto all'anniversario non si può fargliene una colpa.....insomma alla fine occasioni che potrebbero essere momenti di incontro piacevole si trasformano in un problema, ma per colpa di chi? Se riuscissi a capirlo saprei anche io come comportarmi probabilmente
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Con i dettagli che Lei aggiunge la situazione che ci presenta cambia un po' aspetto.
Lui in realtà dalla Sua famiglia d'origine ci viene, ma la ripetuitività di tutte le ricorrenze da festeggiare lo indispone.
Era proprio necessaria la cresima del cugino, ad es.?
Intendo dire che se lui si sforza, ma ha energie e desideri limitati, occorre negoziare una soluzione "onorevole" e dignitosa per ambedue Voi. E' chiaro che non appagherà in toto le richieste della Sua famiglia di origine, ma anch'essa dovrà cambiare.: una nuova persona, con un nuovo punto di vista è entrata, e tutti i rituali vanno ripensati e rinegoziati. Una famiglia che non è disponibile a ciò nei confronti della figlia che si fidanza, è una famiglia "invischiante", e Lei corre tanto più rischi dato che lavora presso di loro, credo di capire.
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Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Cara ragazza,
certo il rapporto è fatto di mediazione. Ma qui mi pare che vi state confrontando su alcuni "caposaldi" trasmessi dalle vostre rispettive famiglie. Semplicemente sembra che ciò che per lei è importante non lo sia per il suo partner. Certo non è sempre necessario portarsi il partner dietro ad ogni occasione ma, a quanto leggo, in "certe" occasioni , come quella dell'anniversario dei suoi genitori era cosa gradita da questi ultimi vedervi insieme. Che dirle, credo che in questi, casi, appunto, occorra mediare. Se in famiglia prevede un'occasione sulla quale non si può assolutamente glissare per la presenza di coppia, allora si rassegni a dire di no ad altre occasioni per lei meno importanti. Comprendo che è un pò mentalmente faticoso e potrebbe apparire limitante ma, se i problemi di coppia si limitano a questo, ritengo che si possa anche fare!
La saluto e non disperi che, con il tempo, il suo partner possa cambiare. Probabilmente, al di là di ciò che confessa, non ha un rapporto idilliaco con i suoi parenti e, questa cosa non è detto non possa mutare con il tempo.

Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino

[#7]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio delle risposte. Il problema è che per me è difficile liberarmi dal senso di colpa che ho nei loro confronti, ho la sensazione di averli abbandonati (loro in effetti così si sentono), e la cosa è tanto più paradossale in quanto li vedo in pratica tutti i giorni. Purtroppo passare all'improvviso da abitare con loro a non abitare più con loro è stato un passaggio troppo brusco per loro credo, e non hanno avuto il tempo di metabolizzare la cosa. So che è sbagliato che io mi senta in colpa, eppure è così e in occasioni come quella descritta prima si riacutizza in me la sensazione che se loro stanno male è colpa mia. Come posso fare per migliorare? E' veramente difficile......e nonostante i miei sforzi non ci sono ancora riuscita....alla mia veneranda età
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

sembra quasi che ci sia una forza in Lei che sta ostacolando il normale processo di adattamento che tutti noi esseri umani abbiamo e siamo capaci di fare.
In realtà siamo molto più pieni di risorse di quanto immaginiamo!
Lasci andare il senso di colpa: non ha abbandonato nessuno ed è il normale corso degli eventi.
Eventualmente, se non ce la fa, può provare a capire meglio la situazione con uno psicologo di persona.

Cordiali saluti,
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Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Cara ragazza,
"So che è sbagliato che io mi senta in colpa, eppure è così e in occasioni come quella descritta prima si riacutizza in me la sensazione che se loro stanno male è colpa mia"
probabilmente lei vive una difficoltà ad affrancarsi dal nucleo familiare di origine perchè i suoi genitori le fanno pesare l'essersene andata. esattamente come tanti altri milioni di genitori nel mondo. La differenza sta nel come noi tabuliamo questi loro "ricatti affettivi.
Ma i suoi genitori son stati contenti della sua convivenza?
La vedono felice?
Comunque sia segua il consiglio della collega Pileci e incominci a pensare seriamente a dei colloqui con un collega della sua città.
Il processo di affrancamento dalla sua famiglia di origine le sarà meno faticoso.
In bocca al lupo.
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