I pezzi del mio puzzle sono quasi tutti qui ora: vado a vivere sola?

Lo sto facendo davvero! Sto letteralmente impazzendo.. una vita costretta, limitata dal troppo amore ricevuto dalla propria madre. Una amore tanto bello quanto opprimente. Tanto opprimente. Opprimente al punto che non ho mai davvero saputo chi fossi realmente.. ora sto scoprendo quanto sia bello vivere: parto, viaggio, esco, vivo, mi sperimento, ho un fidanzato che amo, ho capito che la vita è la MIA e che solo io prendo le decisioni per me! Nessun altro!!Voi direte: e allora? Ecco. Tutto questo per me era oscuro fino a pochi anni fa. Ora ho una casa.. mia per giunta. Perchè non riesco a fare il passo decisivo? Sta facendo la muffa. Me la curo, me la sistemo ed è lì. A fare la muffa. Vivere sola ho paura. Sto male fisicamente. Ma T A N T O. Con una amica? Sarei gelosa della mia piccola realtà. E allora? Cosa devo fare a parte tirare testate contro il muro come già sto facendo? L'unico futuro lo vedo con accanto il mio fidanzato.
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Dr.ssa Gaia Trombini Psicologo, Psicoterapeuta 10
Cara Ragazza,
vedo nel suo racconto tutte le possibilità per vivere una vita piena e ricca ma traspare un alternanza tra la spinta alla libertà e l'oppressione che ancora la blocca.
Quando ha viaggiato dov'è andata e per quanto tempo?
Come mai ha paura a vivere sola?
In che modo sta male fisicamente?
Ha parlato della possibilità di andare a convivere con il suo ragazzo?

Buona domenica

Dr.ssa Gaia  Trombini
Psicologa - Psicoterapeuta

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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara Utente,

una relazione tanto coinvolgente con la propria madre, così come la descrive, lascerebbe pensare ad una grossa ambivalenza emotiva che alberga nel suo animo.

Forse, da un lato, vorrebbe spiccare il volo per prendersi finalmente i suoi spazi, per sperimentare la sua libertà; dall'altro, il distacco da una figura "così amorevole ed opprimente" diviene una scelta difficile, quanto meno a livello inconsapevole.

Da qui, potrebbe nascere la paura, quale strumento difensivo in grado di tenerla ancora legata ad una situazione da cui non riesce a staccarsi.

Sono solo ipotesi, non conoscendola, per darle alcuni spunti di riflessione.
Come le sente?

Oltre a sua madre chi altri vive con voi?
Come sono i vostri rapporti oggi?

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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Utente
Utente
Gentilissim Dott.ssa Trombini,

posso confermarLe che in una frase ha racchiuso il perfetto frutto della mia introspezione interiore. Il mio percorso di "sblocco" non è ancora compiuto. Talvolta riesco ancora a sentirmi in colpa per lasciare mia madre sola a cena o per la notte e mi lascio circuire dalle sue mille paure e sensi di colpa indotti, rigorosamente indotti. Il viaggio più lungo che ho fatto quest'estate è stato di una settimana cc. Ma li ho fatti di continuo. Weekend, un girono di qui, tre di là. Dall'amica, dal fidanzato. Ma le assicuro che lo preferisco rispetto a una vacanza lunga. Ho modo di cambiare e di vivere più posti. Pensare che non avevo mai fatto nulla di simile e ora..alle 5 non so di dover partire e alle 5 e mezza sono sul treno! Dico sul serio.. Convivere con il mio ragazzo è la cosa che più sogno ma temo a farlo perchè ho paura che mi creda una sconsiderata che voglia affrettare i tempi. A riguardo lui è alquanto ambiguo. Sto male fisicamente a casa sola nel senso che propio mi viene da piangere. Mi sento una pazza isterica. Il cuore mi va a mille e mi sento abbandonata a me stessa: la sensazione più brutta del mondo. Se so invece che lui arriverà, il mio cuore si tranquillizza. Non so spiegarlo diversamente. E la cosa paradossale è che...sto sola a casa di mia madre e del mio fidanzato spessissimo! E come sto bene!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Poi lì qualcuno torna e lo so... Sono pazza vero? :)
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Utente
Utente
Gentile Dottor Callina, La ringrazio per la risposta. Anche Lei ha perfettamente colpito nel segno: come poter spiccare il volo dall'amore più grande della tua vita, che allo stesso tempo si rivela anche quello più distruttivo, negativo e peggiore per l'animo? Mia madre ha sempre influenzato le mie scelte, quasi credo di poter dire che le ha sempre fatte lei per me. La sua depressione fortissima è sempre stata molto influente. Viviamo sole. Mio padre non ha mai vissuto con noi. Il suo attaccamento è sicuramente così forte a me anche per questo motivo. La sua psicologa dice che soffre anche della "sindrome del nido vuoto"....

I nostri rapporti? Fatichiamo a parlare perchè io sono perennemente la cattiva che la abbandona, non la capisce. Lei ha solo bisogno di "conforto" che io non le so più dare come prima..dice. Il punto è che deve imparare a non fare di me il centro della sua esistenza un pò come sto provando a fare io, senza nessuna presunzione. A farsi da sola. A rafforzarsi, anche senza me. Lo sa fare ma talvolta penso anche che le faccia comodo fingere di non esserne in grado..
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara Utente,

sembra che in questa dinamica relazionale, forse in una certa misura simbiotica, entri in gioco anche il suo profondo senso di colpa:

<<Il punto è che deve imparare a non fare di me il centro della sua esistenza un pò come sto provando a fare io>>

E sembra che sua madre faccia leva su tale senso di colpa, non incoraggiando, così, il suo legittimo sentimento di autonomia.

Lei sembra quasi stupita dal fatto che la paura sopravviene solo nella sua nuova casa e non quando si trova sola in casa di sua madre o in casa del suo fidanzato; in realtà, credo che ci sia una grossa differenza in termini simbolici.
Ciò che la sua nuova casa rappresenta è il distacco dalla figura di sua madre; rimanere sola in casa di sua madre o del suo fidanzato, non può avere lo stesso valore simbolico, e quindi emotivo.

Che fare quindi? Mi passi la battuta ma, personalmente non credo che tirare testate contro il muro possa portarla ad una soluzione del problema.

Credo che possa trovare beneficio dal consulto con un collega della sua zona, de visu; così che possa approfondire le dinamiche che ruotano intorno all'asse dipendenza/indipendenza che sembrano essere così controverse e ambivalenti in questo momento della sua vita.

L'ipotesi della psicologa di sua madre, ossia che soffrirebbe della sindrome del nido vuoto, non farebbe che incrementare il suo (di lei che scrive) disagio che diviene così funzionale e complementare al malessere di sua madre.

Restiamo in ascolto

Un caro saluto
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Utente
Utente
Gentilissimo Dottore, Le sue parole mi stanno molto aiutando. Mi perdoni, ma non ho capito a quale mio senso di colpa si riferisce. Intende dire quello che provo ancora nel voler fare le cose ma nel non riuscirci talvolta per paura di deluderla? Di farla soffrire? Di sentirmi dire che sono cattiva e.. non vi sto a riproporre cosa le mie orecchie e il mio cuore devono sopportare ogni giorno!!!!!!!! Mia madre sa. Fa leva intelligentemente e furbamente su questo. MI LIMITA E BLOCCA. MI LEGA A LEI. Ma io non la ascolto più. Può urlare, insultarmi, fare molto di peggio..io VIVO.

So di aver fatto passi da gigante. Lo so. Me lo dico da sola, me lo dicono gli amici. Me lo dicono tutti. Prima per non uscire trovavo mille scuse, ero una macchina generatrice di bugie nelle mani di mia madre. Anni della mia vita senza essere andata in discoteca, a prendere il latte sotto casa con l’amico, a “scuola natura”, a studiare dall’amichetta. N I E N T E. Solo di fianco al suo letto mentre piange. NIENTE. E’ come se fossi stata sempre rinchiusa dentro una prigione dorata dove nulla mi mancava. Viziata/comprata per annebbiare il retroscena? Ora ho addosso sia l’oro sia il segno delle sbarre. Come ripulirmi?

Grazie per avermi strappato un sorriso. Ha dato nuova luce alla questione casa e mi ha fatto vedere le cose da un'altro punto di vista! Ha perfettamente ragione.

Crede che un distacco sola/forzato ma sognato/ambito..sia il passo che potrebbe aiutarmi o che sia meglio fare chiarezza nella mia vita ancora? Completare il percorso? Non riesco a capire se questa idea sia solo una mia protezione/scusa che mi creo per paura o se.. ci sia davvero del fondamento in quello che Le ho appena esplicitato. Tante volte penso: se non lo faccio ora che sto facendo un percorso, che mi sono svegliata, che ho un lavoro (non fisso ma..c'è), un fidanzato, la giovinezza, nel cuore la forza data dal dolore che mi spinge a capire e a ragionare sul quanto sia NECESSARIO andare via, il tutto associato alla voglia di indipendenza ancora però incatenata al cordone ombelicale di mia madre che mi sta strozzandoooo.....quando lo faccio?????????
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Utente
Utente
Forse è il senso di colpa il punto cruciale: LASCIO SOLA MIA MADRE. Forse in me non esiste nessuna paura o timore davvero fondato. Immagino dentro di me alberghi sempre e solo questo senso di colpa. Ancora c'è anche se STO IMPARANDO A VIVERE e per la prima volta sento nel cuore che lo sto facendo. Può essere che io camuffi questo sottofondo di senso di colpa non ancora probabilmente del tutto annullato con: non sceglie più per me, chissene frega lo faccio comunque decido io, sono cambiata le mie decisioni le prendo io, ecco l'ho fatto sono brava, ho preso il via e niente mi fermerà più. Può piangere quanto vuole?

Poi però quando mi ritrovo al punto cruciale: a casa mia sola.. di fronte al "traguardo", riaffiora il tutto con la sua incisività!! Potrebbe essere una chiave di lettura di me stessa?
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara Utente,

il senso di colpa cui mi riferivo è quello che ha ben inteso; come può lasciare sola sua madre, sofferente e piangente, senza sentirsene in una certa misura in colpa?

Io credo che lei tutte queste cose le sappia, a livello razionale; traspare dalle sue parole una grande intelligenza e un grande acume, armi che probabilmente l'hanno aiutata a raggiungere la consapevolezza attuale e a fare i grandi progressi di cui ci parla e di cui deve essere fiera.

La nostra mente, però, non è così "digitale"; comprendere sul piano conscio (e quindi razionale) un problema non equivale a superarlo sul piano emotivo, più profondo, inconscio.

Le esperienze di vita della primissima infanzia, le modalità affettive, relazionali, di attaccamento con le figure genitoriali vengono interiorizzate in modo così profondo che non è sempre facile trovare il modo di modificare gli schemi che ci caratterizzano e ci tengono legati a situazioni che, nonostante tutto, ci fanno stare male.
Se, in più, queste situazioni sono investite da un grande sentimento d'amore, come in questo caso, diventa ancora più difficile prenderne le distanze.

Credo che in tutto questo anche la relazione con suo padre abbia un ruolo cruciale...

Lei mi chiede se spiccare il volo oppure no: io le rispondo che se se la sente è giusto farlo, ma se la sofferenza le impedisce di trovare il coraggio o la fa puntualmente tornare indietro, nella sua apparente sicurezza, nel nido che non può rimanere vuoto... allora forse i tempi non sono maturi.

E' per questo che le consigliavo un consulto con un collega della sua zona, di persona, che possa inquadrare il problema nella sua poliedricità e valutare meglio la situazione.

Io le ho dato solo qualche spunto di riflessione in base alle poche informazioni che ci ha fornito, non conoscendo nulla "di prima mano" della sua vita; ognuno di noi è un essere unico ed irripetibile e non esistono regole auree e valide per tutti che possano essere messe in pratica. Una valutazione di persona consente approfondimenti che on line non è possibile fare.

Restiamo in ascolto

Un caro saluto
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Utente
Utente
La ringrazio di cuore per le sue parole.

Esattamente. E lei, mi creda, fa di tutto...........ma DAVVERO DI TUTTO per accentuare questo senso di colpa.

Potrebb eessere allora che io sia semplicemente nel pieno del percorso; che mi manchi semplicemente lo step successivo. Dopo la razionalizzazione della cosa, la superazione dell'ostacolo emotivo/inconscio.

Il suo riferimento esplicito alla situazione della primissima infanzia, ancora una volta centra in pieno l'obiettivo. Sono stata cresciut con l'idea che stare con la mamma fosse sempre e solo la cosa giusta; che la mamma avesse sempre ragione; che la mamma fosse la sola e unica alla quale potessi donare tempo, affetto e parole. Risultato? Amicizie vere durate nel tempo (ma è un bene)..solo perchè vere davvero. Quanti NO e quante scuse rifilte a povere vittime. Solo a ripensarci non solo rabbrividisco ma anche me ne vergogno profondamente!!!!!!!!!!! Risultato? Una vita sempre spezzata tra lei e l'amore. Storie finite male perchè influenzate dalle sue mille negatività. Storie che ho fatto finire io, perchè nella testa le sue parole rimbombavano in me con tutta la loro incisività!!!!!!!!!!!!

Purtroppo, al momento credo di potermi ancora inquadrare nel secondo profilo che descrive, quello ancora molto insicuro. Ma non voglio più esserlo. HO GIA' SPRECATO TROPPO TEMPO.

Grazie di cuore.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Di nulla.
Le auguro che possa presto spiegare le sue ali con la leggerezza interiore che merita.

Un caro saluto.
[#11]
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Utente
Utente
Potrebbe aiutarmi in questo salto di qualità, solo l'idea di condividere la quotidianità con il mio compagno. Ma ho anche pensato: non deve esserci una sostituzione. Non deve essere un altro "bastone" al quale appoggiarmi come mi è stato detto. Ho pensato molto a questa cosa. Ovviamente non è così. Ho pensato a quanto sia anche probabilmente necessario passare solo da me stessa prima di vivere la realtà di coppia ma.. la verità è che non si tratta della mia paura di stare sola eslusivamente, ma semplicemente il tutto si basa anche sul fatto che questa tipologia di passo l'ho sempre concepita con l'uomo della mia vita e mi riesce difficile pensare di poterla/doverla affrontare da sola..
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Utente
Utente
La ringrazio di vero cuore! Le sue parole sono state davvero preziose.

A presto.

Dalla vera me, ancora in costruzione.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Ne sono lieto.
Se crede, ci aggiorni.

Un caro saluto
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Utente
Utente
Lo farò certamente.

Un caro saluto e grazie ancora.