Probabile dipendenza da alcool

Salve. Scrivo per la prima volta su questa piattaforma e perdonatemi per eventuali errori.
la problematica è la seguente : mia madre ha avuto un'infanzia molto difficili, genitori molto violenti sempre pronti ad umiliarla. Non è riuscita a realizzare i suoi sogni, ha sposato mio padre ( divorzio immediato ) ed ha avuto me, unica cosa che la rende felice. Viviamo insieme io lei ed il suo compagno storico. Ha da sempre avuto fissazioni per il suo peso ( causa critiche familiari nonostante fosse sottopeso) e tempo fa ha frequentato 1 o 2 volte a settimana uno psicologo causa depressione ( prende antidepressivi sennò piange ). Adesso arriviamo al sodo : noto da tempo che forse ha una dipendenza da vino. Lo nasconde in bagno ( dentro un armadietto) e sento che lo beve lì dentro, lo nasconde in cucina , lo nasconde a volte dentro i suoi armadi. Fondamentalmente lo nasconde a me perché il suo compagno glielo compra quindi sa tutto. Spesso le puzza l'alito e mi sento sinceramente preso in giro dal suo atteggiamento.quando esce e compra 2 cose al market mi fa posare il cibo in frigo e sistematicamente noto che nello scontrino è presente il vino che lei puntualmente nasconde in borsa. Come posso risolvere il suo problema? Non voglio esserle ostile ma non so come approcciarmi. Ho paura che si vergogni ( e farebbe bene) e di creare aria ostile in casa. Vorrei un aiuto magari su quale discorso fare. E soprattutto se devo o meno rimproverare il suo compagno che è complice di questa probabile dipendenza. Non voglio che dipenda dal vino come sua madre ( mia nonna ). Credo non sia normale nascondere il vino in bagno come se io da stupido non me ne accorgessi...
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Comprendo la Sua pena nei confronti della mamma, a cui e' cosi' intensamente legato.
Il suo affetto per Lei dovrebbe pero' spingerLa a comprendere le cause del disagio che Sua mamma prova.
L'alcool e' purtroppo la "droga" piu' facile e a disposizione che esista. E particolarmente per le donne che possono "procurarsela" facilmente al supermercato.
Con questa "droga" si placa il "dolore" interno e tutto sembra piu' accettabile e quasi piacevole.
Il "problema" e' il modo furtivo in cui Sua madre la gestisce. Questo indica che sa bene a quale scopo la assuma.
Purtroppo forse lo scopo e' una infelicita' che la porta a piangere e che gli antidepressivi non leniscono.
Quindi forse e' su questo fronte che bisognerebbe agire.
La prima cosa da comunicare a Sua madre e' che l'alcool "lenisce la pena" per pochi minuti, ma subito dopo deprime. A livello fisiologico, organico.
E quindi annulla il beneficio dei farmaci che assume.
Seconda cosa da comunicare e' che l'uso concomitante di alcool e antidepressivi e' molto tossico.
A questo punto forse dopo avere parlato con Sua madre converrebbe che parlaste o la facesse parlare (sarebbe meglio da sola) con uno psicoterapeuta dinamico per affrontare l'infelicita' di Sua madre dal punto di vista del "profondo" e delle angosce che lei cerca di tacitare con il vino.
Pensa che sia possibile tutto cio'?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
dopo
Attivo dal 2015 al 2019
Ex utente
Il mio problema più che altro è iniziare il discorso. E mi sento in difficoltà. Mi stupisce poi il fatto che il suo compagno sia complice di tutto ciò. Non dovrebbe aiutarla? Questi atteggiamenti furtivi non li capisco proprio. Magari loro (mia madre ed il suo compagno ) non lo vedono come un problema ma io credo che date le modalità di assunzioni cosi celate e top secret non rientri nella normalità. Già bere a tavola sarebbe più "normale", non sono così rigido da privarle un bicchiere di vino. È tutto così complicato
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Esatto! Vedo che ha compreso il nocciolo della questione.
Se sua madre bevesse a tavola non ci sarebbe la stessa "simbolizzazione" del vino.
E' possibile che sua madre si sia confidato con il compagno circa i disagi che prova e che lui pensi di "aiutarla" in questo modo.
Non lo veda quindi come un "complice" ma come un "compagno" che desidera aiutarla senza metterla in difficolta' con Lei.
Io penso che Lei ne dovrebbe parlare senza problemi, forse a entrambi. Magari a tavola. Chiedendo notizie circa il bere "in commpagnia" o "da sola".
Senza assumere Lei una funzione "giudicante", ma desiderosa di comprendere. Comprendere con l'affetto profondo di un figlio.
Puo' inoltre rendere edotti entrambi dei danni organici dell'alcool assunto con gli antidepressivi.
Certamente sul "foglio di istruzioni" del farmaco antidepressivo e' fortemente sconsigliato/vietato il concomitante uso di alcol.
Penso che come figlio Lei possa prendere questa iniziativa senza che risulti impropria verso la mamma.
Mi faccia sapere!
[#4]
dopo
Attivo dal 2015 al 2019
Ex utente
Grazie mille la terrò aggiornata! Grazie mille dott.ssa
[#5]
dopo
Attivo dal 2015 al 2019
Ex utente
Purtroppo ancora non sono riuscito a parlarne con mia madre causa problemi vari ( è morta mia nonna ). Ho notato che comunque lei continua con il consumo. Ho notato pure che, quando alloggiava a casa di mia nonna con le mie zie , teneva una confezione piccola di vino in borsa.tipo tascabile. Si vergogna non saprei.
Intanto devo parlarle anche perché ho saputo che ha delle problematiche al fegato e dovrà fare un esame. Aiutatemi non so come affrontare il discorso