Malessere

Salve, sono un ragazzo di 27 anni e sento di avere estremamente bisogno di aiuto. Mi sono laureato circa 2 anni e mezzo fa in legge, e da allora ho già attraversato 3 diversi contesti lavorativi in cerca di una strada da seguire con certezza. Non ho uno studio alle spalle, non ho parenti o amici che mi hanno iniziato alla professione, ero solo incerto sul da farsi e questa facoltà mi ha dato soddisfazioni. Gli ultimi 6 mesi li ho passati a Torino, dove mi ero trasferito perchè anche la mia ragazza ha trovato lavoro lì per i prossimi 2 anni, ma tra distanza dalla famiglia (i miei genitori si sono separati 10 anni fa, ho un fratello di 18 di cui mi sono sempre preso cura come un secondo padre o una seconda madre), non passione per quello che facevo in studio, bassa retribuzione e totale mancanza di svaghi (giocavo a calcio a livello professionistico), sono esploso e ho lasciato la mia ragazza con cui stavo da 10 anni e sono tornato a Roma, mia città Natale. Sono chiuso in casa da 3 settimane, ho sentito lei qualche volta e mi meraviglio di come sia duro e inflessibile nel non dirle quello che vorrebbe sentire, ma sopratutto sono in balia di una totale confusione e ansia per il futuro e per il presente, in cui si inseriscono sensi di colpa pressanti e pesanti sulla relazione lasciata andare via. Non ho voglia di vedere nessuno, di parlare con nessuno, a volte piango altre volte sono distratto altre ancora vorrei spaccare il mondo e altre mi deprimo...
Vi prego, una qualsiasi parola, ditemela...
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
i cambiamenti di per sé sono fonte di stress, nel suo caso forse si aspettava qualcosa di diverso tenendo poi conto che già proveniva da una situazione lavorativa insoddisfacente.
L'allontanamento dalla sua famiglia, la responsabilità per suo fratello, non ottenere quei miglioramenti sperati, la mancanza dei riferimenti consueti e di svaghi hanno certamente concorso a farla "esplodere" per usare le sue parole.
Non ci dice nulla del rapporto con la sua ragazza in precedenza, se abbiate convissuto in questo periodo, come andasse il vostro rapporto, quanta parte abbia avuto nella sua scelta di partire per la sua città, quale eventuali responsabilità le attruibuirebbe.
Vi siete lasciati in modo brusco?
Cosa vorrebbe sentirsi dire la sua ragazza?
Cosa la porta a essere inflessibile?

Il suo sentire è comprensibile alla luce della chiusura di un progetto o almeno di un tentativo di cambiare in qualche modo la sua situazione, della chiusura del suo rapporto sentimentale con i relativi sensi di colpa, della mancanza di un'occupazione in questo momento, le preoccupazioni per un futuro che forse in questa fase della sua vita le appare ancora più incerto.
La sua soluzione è stata quella di cancellare tutto con un colpo di spugna improvviso, non ci dice quanto abbia in precedenza valutato il suo trasferimento, in particolare se fosse davvero pronto ad allontanarsi dalla sua famiglia e da suo fratello, per il quale dice di aver vicariato le funzioni dei suoi genitori.
Come mai, cos'ha portato la separazione, chi è mancato, chi era presente?

Ha amici nella sua città? La cercano ora?
Come trascorre le giornate in casa? Cosa le dicono e come va con suo fratello?





Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Come vede, anche nella descrizione sono un po' troppo scostante. Non riesco nemmeno io a far luce nel buio che vedo in me stesso oggi.
Beh, in 10 anni di relazione siamo stati lontani per motivi di lavoro per 6 mesi continuativi (Italia-Germania), poi tornato qui io lei è salita a Torino chiedendo che lo facessi anche io, io ho lasciato la pratica professionale qui e sono salito ma dopo 3 mesi sono sceso, promettendole di risalire dopo 1 mesetto ma in realtà stando poi via per ulteriori 6 mesi (Romaa-Torino). La scorsa estate l'aut-aut: dopo tot anni voglio convivere, o lo facciamo oppure ci lasciamo. Sono salito a Torino, non certo convinto e non certo col sorriso, mi sono fatto fiducia ma poi i momenti di scoramento arrivavano e soprattutto in casa spesso si litigava per mie mancanze di affetto e carenze varie. Un giorno dopo un litigio (1 mese fa) mi viene chiesto bruscamente di scendere e io, senza opporre troppa resistenza, scelgo di farlo. 4-5 giorni da separati in casa e poi, fatta la valigia, sono sceso.

Trascorro le giornate in casa con mia madre e mio fratello, spesso chiuso in stanza a cercare concorsi, opportunità di lavoro, master all'estero, tutto. Chiedo a amici in comune di lei ma quando ci siamo sentiti raramente non sono stato in grado di dirle quello che voleva sentirsi dire, cioè che ero pronto a risalire ecc ecc....

La separazione dei genitori? Problemi su problemi e di sicuro una terza persona di mezzo. Ora ognuno vive con un'altra persona.

I miei amici si, qualcuno mi cerca...ma ho poca voglia di parlare con tutti attualmente..

Grazie per il supporto, di cuore.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Sono salito a Torino, non certo convinto e non certo col sorriso, mi sono fatto fiducia ma poi i momenti di scoramento arrivavano e soprattutto in casa spesso si litigava per mie mancanze di affetto e carenze varie>

Una scelta non pienamente condivisa, ma compiuta sotto il peso di certe pressioni, non ha certo aiutato né il vostro rapporto né il vostro benessere personale.
Comprensibile che la sua ex partner senta il bisogno di riscontri differenti e di dare forma diversa al vostro rapporto, tuttavia bisogna essere in due a volerlo...in questo momento è probabile che i vostri rispettivi bisogni siano diversi e di certo gli obblighi non aiutano a prendere decisioni serene e consapevoli, ma anzi rischiano di allontanare.

Le scelte importanti andrebbero condivise, non compiute sotto la pressione di aut aut.

Comprensibile anche la sua poca voglia di relazionarsi con gli altri in questo momento, i momenti difficil e le perdite hanno un ruolo nella mancanza di disponibilità verso l'esterno.
Tuttavia lei sta cercando sbocchi e questo è certamente positivo, riesce a trovare qualcosa che fa per lei?
Ce la farebbe a distrarsi un po', a svagarsi qualche volta, una breve passeggiata un po' di sport?
Ha pensato magari di sentire direttamente il parere di un nostro collega?
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dopo
Utente
Utente
Si, ci ho pensato. Ma ho sempre visto come segno di estrema debolezza rivolgermi a uno psicologo. Oggi, dopo 3 settimane di apatia e paralisi, sono riuscito a farlo anche se solo virtualmente e un pochino mi aiuta. Vivo con tante ansie: quella di deludere i miei genitori, quella di non essere da esempio per mio fratello, quella che la mia ex possa ormai essersi rassegnata e farsi una nuova vita quindi subentra la gelosia, ma mi chiedo se la gelosia è fisiologica o denota ancora qualche sensazione. Vorrei salire per riprovarci a volte, poi penso che è meglio di no, poi mi sento comunque un corpo estraneo qui a Roma...
Le sue parole mi danno conforto nella misura in cui finalmente riesco a dire a qualcuno cosa provo....anche se in modo confusionario e forse banale
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Non c'è nulla di banale in ciò che scrive, anzi.
<Vivo con tante ansie: quella di deludere i miei genitori, quella di non essere da esempio per mio fratello, quella che la mia ex possa ormai essersi rassegnata e farsi una nuova vita quindi subentra la gelosia, ma mi chiedo se ..>
Credo che fare pace con queste preoccupazioni le sarebbe di sicuro giovamento per vivere la sua vita con maggiore serenità, per quanto riguarda le sue scelte, i suoi rapporti familiari e sentimentali.
Sentirsi gravato da obblighi, pesi, aspettative altrui rischia di trattenerla nel malessere e di confonderla, diverso sarebbe fare chiarezza in sé e sui propri bisogni che non significa escludere o abbandonare gli altri, ma anzi riuscire a vivere anche i propri rapporti con maggiore serenità e con uno sguardo più consapevole verso se stesso e le sue necessità.

Rivolgersi a uno psicologo non è segno di debolezza, ma di coraggio, così come ha fatto qui dove però il nostro intervento è per natura del mezzo on line limitato non come è, in effetti, quello diretto.

Cordialità
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dopo
Utente
Utente
Le chiedo un'altra cosa:
Come posso capire se ho fatto bene a lasciare la mia ragazza? Come posso capire se davvero non c'era altro da fare? Le mie sensazioni, il mio attuale comportamento di "paralisi" e "fermezza" possono rappresentare inconsciamente una risposta?
Cosa potrei tentare per capire se non è stata la combinazione tra distanza lavoro e relazione ma solo una delle 3 a farmi esplodere?
Grazie di cuore Dottoressa