Dubbi su convivenza

Gentili Dottori, vi chiedo un consulto in merito al mio problema. Sto insieme al mio ragazzo da diversi anni, ed ora stiamo pensando di andare a vivere insieme, ma se anni fa ero io a volerlo e lui in dubbio, ora le cose si sono rovesciate e lui lo vorrebbe mentre io ho moltissimi dubbi. La nostra situazione economica è precaria (io contratto a scadenza e lui insoddisfatto del suo lavoro ma non riesce a trovare altro); siamo sempre soli, non abbiamo amici o famiglie presenti e l'idea di restare in casa io e lui a volte mi angoscia; il sesso (che è stata la miccia della nostra storia) per me ormai è un obbligo nei suoi confronti, lui mi cerca ma io non nutro più verso di lui quella stima che lo fa apparire interessante ai miei occhi, avendo deluso le mie aspettative con la sua mancanza di empatia verso le persone, incapacità di creare situazioni favorevoli nei rapporti interpersonali e lavorativi, a volte incapacità di prendere posizione su discorsi importanti, quasi non avesse idea di cosa fare o pensare. L'unica cosa che ci lega è un buon dialogo, e il fatto che io non ho altri affetti, senza di lui non saprei cosa fare. Per lui ho lasciato un ex che adesso ancora rimpiango, ma è felicemente sposato. Mi rendo conto perfettamente che non sono le premesse migliori per iniziare una convivenza, ma avendo entrambi 38 anni e non riuscendo a chiudere la relazione o comunque frequentare altri uomini (per miei blocchi mentali), a questo punto non vedo altra scelta che "tentare" ed eventualmente alla luce di una visione concreta come coppia, decidere di proseguire o lasciare stare. Vorrei chiedervi quindi, se secondo voi potrebbe essere una buona scelta quella di tentare, visto che escludo di continuare a pensarci su, dal momento che ci penso su da anni e comunque sono stanca della mia situazione (divido una casa in affitto con altre 2 persone pur di non vivere con i miei) se avete suggerimenti da darmi per migliorare la situazione col mio ragazzo e se secondo voi poi sarò in grado di superare una eventuale chiusura che devo necessariamente mettere in conto....Grazie.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signora,
La Sua demoralizzazione la si sente chiarissima.
E dispiace.

Ma accanto a questa sensazione di tristezza che Lei trasmette usa una parola fuori contesto "pensarci su".
Vede, la psiche e' divisa in due aree grandi e che non comunicano fra loro: l'area cognitiva (il pensiero) e l'area affettiva dove si trovano le emozioni, i sentimenti. Le "ragioni che la ragione non sente".
In un rapporto d'amore guida l'affettivita'. La ragione conta poco.
Quindi non puo' "pensarci" su quello che e' un sentimento.
Deve "sentire".
Spero di averLe trasmesso il mio parere e che Le serva a orientarsi.
Auguri cara Signora

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile Utente,

Lei scrive: "Mi rendo conto perfettamente che non sono le premesse migliori per iniziare una convivenza, ma avendo entrambi 38 anni e non riuscendo a chiudere la relazione o comunque frequentare altri uomini (per miei blocchi mentali), a questo punto non vedo altra scelta che "tentare" ed eventualmente alla luce di una visione concreta come coppia, decidere di proseguire o lasciare stare."

Mi sembra opportuno che Lei faccia chiarezza dentro di sé; è consapevole che le premesse non sono le migliori e che non riesce a chiudere la relazione, né a frequentare altri uomini (posso chiedere quali sarebbero questi "blocchi mentali" di cui parla?). Pensa che la sola scelta da fare ora si "tentare" la convivenza.

E' vero che le possibili combinazioni della vita sono infinite e che possiamo scegliere per ragioni diverse, alcune delle quali dall'esterno talvolta possono sembrarci insensate. Dal momento che scrive a degli psicologi, a mio avviso è fondamentale che prima di effettuare una scelta, Lei abbia trovato un senso e un significato per quello che sta facendo proprio per evitare scelte insensate.

Da qui noi non possiamo sapere come andrà a finire questa relazione, pur augurandole ogni bene, ma mi sembra che Lei abbia intenzione di proteggersi dalla sofferenza e che non voglia sorprese. Invece, nella vita una certa quota di rischio è necessario.

Quindi, prima di fare, faccia luce dentro di sé per capire che cosa desidera e poi prenda coraggiosamente la decisione che avrà scelto.

Se da sola non riuscisse a fare chiarezza, l'aiuto di uno psicologo, per una breve consulenza, potrebbe essere indicato.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Anche io, come la dott. Esposito, leggo una chiara contrapposizione tra mente e cuore, tra volere e sentire, tra ciò che è giusto e quello che è utile.

Aggiungo, rileggendo lo storico dei suoi consulti, che è un rapporto già provato, stanco, tra rimpianti e perdono..

È possibile che - solitamente quando subentra la ragione il cuore è già andato via - lei sia ancorata al l'affettività, al ricordo di un amore, che ci sia un conflitto tra idealità - cioè l'immagine che ha di lui- e la realtà, compromessa dagli eventi.

È possibile che sia immobile perché non ha chiarezza...
Perché ha paura..
Perché c'è un conflitto interiore in corso..

Nel mio sito personale e blog troverà tanto materiale su amore e paura, su convivenze e perdono...
ed anche delle video interviste.

Un augurio caro di poter fare chiarezza.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille a tutti per le vostre risposte. Fare chiarezza non è semplice quando intorno c'è una situazione di disagio in generale, dovuto a mancanza di lavoro e soprattutto di affetti importanti....con la mia famiglia non ho dialogo, ho amiche con cui mi vedo molto volentieri ma poi dopo il caffè insieme? Hanno i loro impegni, i loro lavori, le loro famiglie. Io tolto lui non ho nulla e ricominciare tutto daccapo alla mia età, con queste premesse, per me è un salto dal ventesimo piano...lui è un bravo ragazzo, buono e amorevole, mi ama, con lui faccio viaggi e cose che da sola non farei. Senza di lui non saprei da dove iniziare, fermo restando che avrei sicuramente una ripresa di attacchi di panico e ansia che mi impedirebbero una ripresa. I "blocchi" con gli uomini di cui parlavo, riguardano il fatto che cerco di evitare qualsiasi situazione che potrebbe comportare il rischio di coinvolgermi in un'altra eventuale relazione, visto che essendo una ragazza piacente mi capita di suscitare l'interesse degli uomini. Ma ho il terrore di ripetere ciò che ho già passato, rompere con lui per poi pentirmi e non poter tornare più indietro, e trovarmi poi sola a 40 anni e rimpiangerlo...non riesco a rendermi conto di quanto lui sia importante nella mia vita, anche perchè oltre a lui non ho costruito molto altro, forse il problema è questo.