Attacchi di panico al lavoro
Buon giorno.
Soffro da circa tre anni di attacchi di panico sul luogo di lavoro. Lavoro in un bar e questi attacchi mi capitano quando mi trovo in condizioni di dover gestire una folla troppo numerosa o in presenza di conoscenti. Quando nel bar entra una persona che conosco bene mi agito a tal punto da cominciare a sudare, il cuore batte fortissimo e non sento nemmeno le voci. Cerco di nascondermi ma non potendo evitare la situazione continuo il mio lavoro e inizio a tremare da non riuscire a tenere una tazzina in mano. Questo capita anche in presenza di un mio famigliare. Ora non so se si possa definire attacco di panico ma è una situazione davvero insostenibile. Mi capita soprattutto al mattino. Putroppo non sono in condizioni di poter lasciare il lavoro. E non ho il coraggio di parlarne.
Sono venuta in possesso di lexotan ma non ho il coraggio di iniziare per poi doverne fa uso tutte le volte che svolgo il primo turno. Ringrazio per l'attenzione.
Soffro da circa tre anni di attacchi di panico sul luogo di lavoro. Lavoro in un bar e questi attacchi mi capitano quando mi trovo in condizioni di dover gestire una folla troppo numerosa o in presenza di conoscenti. Quando nel bar entra una persona che conosco bene mi agito a tal punto da cominciare a sudare, il cuore batte fortissimo e non sento nemmeno le voci. Cerco di nascondermi ma non potendo evitare la situazione continuo il mio lavoro e inizio a tremare da non riuscire a tenere una tazzina in mano. Questo capita anche in presenza di un mio famigliare. Ora non so se si possa definire attacco di panico ma è una situazione davvero insostenibile. Mi capita soprattutto al mattino. Putroppo non sono in condizioni di poter lasciare il lavoro. E non ho il coraggio di parlarne.
Sono venuta in possesso di lexotan ma non ho il coraggio di iniziare per poi doverne fa uso tutte le volte che svolgo il primo turno. Ringrazio per l'attenzione.
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Dr.ssa Delia Guagnano
Psicoterapeuta, Psicologo
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Gentile Utente medicitalia,
moltissima gente presenta questo problema che è possibile affrontare sia con cure farmacologiche che rivolgendosi ad uno psicoterapeuta. La psicoterapia ad orientamento cognitivo-comportamentale sembra essere efficace in questi casi. Non esiti a cominciare l'uno e/o l'altro percorso. La letteratura scientifica sull'argomento dimostra che intraprendere entrambi i trattamenti (farmacologici e psicoterapici) da risultati più efficaci e meno ricadute. Io le consiglierei di rivolgersi prima al suo medico di famiglia che prima dell'invio ad un neurologo e/o psicoterapeuta dovrebbe visitarla per escludere altre cause.
moltissima gente presenta questo problema che è possibile affrontare sia con cure farmacologiche che rivolgendosi ad uno psicoterapeuta. La psicoterapia ad orientamento cognitivo-comportamentale sembra essere efficace in questi casi. Non esiti a cominciare l'uno e/o l'altro percorso. La letteratura scientifica sull'argomento dimostra che intraprendere entrambi i trattamenti (farmacologici e psicoterapici) da risultati più efficaci e meno ricadute. Io le consiglierei di rivolgersi prima al suo medico di famiglia che prima dell'invio ad un neurologo e/o psicoterapeuta dovrebbe visitarla per escludere altre cause.
Dr.ssa Delia Guagnano, Ph.D.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.6k visite dal 23/01/2018.
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