Depressione e mancanza di voglia di vivere

Buongiorno, ho 26 anni e non ho più la forza di andare avanti.
Finita la scuola superiore (con 1 anno di ritardo) mi sono iscritto all'università, in una facoltà appetibile per il mercato del lavoro: purtroppo, per un motivo e per un altro, non sono riuscito ad andare avanti e per tre volte, negli anni successivi, ho cambiato corso di studio, per poi perdere qualche altro anno in modo assurdo/stupido (in totale direi 7 anni, più quello delle superiori). Ora mi ritrovo (26 anni) senza laurea e con solo 11 mesi di tirocinio in informatica (esperienza lavorativa), ed è da 5 mesi che sto cercando lavoro, in modo poco convinto, perché odio la programmazione.
Passo le mie giornate disteso sul letto piangendo, disperandomi per la vita che ho sprecato e guardando i profili lavorativi/social della gente (anche amici): capisco che sarebbe bastato veramente poco per dare un senso alla propria vita/seguire le proprie passioni, invece di diventare anonimo nel tempo (senza uno scopo, un obiettivo da raggiungere), una vera e propria larva.
Tutto mi fa star male, ma la cosa di cui in assoluto ho più paura è il futuro: quando tra 10-15 le persone vicino a me si saranno realizzate, avendo vite fantastiche e lavori ben remunerati/fantastici (tutto può succedere, ma sono sicuro sarà così perché li conosco e basta guardare i risultati che hanno già raggiunto, duramente, adesso). Ed io sinceramente preferisco farla finita, perché so che per me le cose saranno veramente brutte. Quante cose avrei potuto fare, o a cui sarei potuto interessarmi
Avevo pensato anche di riprovare con l'università (o un corso di alto livello di quelli costosi), in una facoltà di cui sono maggiormente interessato (cosa che avrei dovuto fare dal principio), scontrandomi però con la realtà dei fatti: settore difficile, in cui di certo non abbondano molte offerte di lavoro e uscire a 30 anni, con un numero imprecisato di giovani che, giustamente, mi taglierebbero le gambe in partenza, essendo il mondo lavorativo di oggi molto complesso e competitivo.
Inutile dire che in questi 7 anni circa, la maggior parte del tempo l'ho passato chiuso in casa, vedendo poco gli amici (che hanno viaggiato/viaggiano moltissimo e che si sono fatti/stanno facendo fantastiche esperienze) e che vedrò ancora meno nel tempo, visto che sono sparsi nel globo.
Ammetto che la colpa di tutto quello che è successo è solo mia, e che mi merito le conseguenze.
Che senso ha andare avanti? Io non ho niente con i lavori di basso lignaggio (finirò chiaramente a fare l'operaio), ma si vive una volta sola e sarebbe veramente uno spreco.
In effetti non so nemmeno se un aiuto psicologico o psichiatrico possa essermi d'aiuto: cominciare anni or sono mi avrebbe sicuramente giovato, mentre ora è troppo tardi.Alla fine reputo il suicidio l'alternativa migliore, tanto non sarebbe una grave perdita per questo mondo, ma solo una bocca in meno da sfamare.
Mi scuso per il quasi flusso di coscienza
P.s. vivo con i genitori e ho paura di andarmene
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"mi sono iscritto all'università, in una facoltà appetibile per il mercato del lavoro"

trascurando le tue aspirazioni e quindi sabotando in partenza la possibilità di realizzarti.

"Avevo pensato anche di riprovare con l'università , in una facoltà di cui sono maggiormente interessato"

Se provi a dare ascolto alle tue inclinazioni sei sommerso dai rimorsi per il tempo perso finora e dall'inadeguatezza derivante dal continuo confronto con gli altri.

"mi taglierebbero le gambe in partenza, essendo il mondo lavorativo di oggi molto complesso e competitivo."

Le gambe te le "tagli" tu quando decidi che è troppo tardi, che la tua vita in quanto essere umano non ha un valore a prescindere e quando pretendi di decidere come vivere in funzione del confronto con gli altri.

Se sei così convinto che la tua vita non abbia valore ti invito a prendere in considerazione un'esperienza di volontariato scegli tu in quale contesto e concediti la possibilità di scoprire che abbiamo qualcosa di prezioso dentro di noi a prescindere dal titolo di studio e dalla condizione lavorativa.
Che ne dici?

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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dopo
Utente
Utente
Buonasera, la ringrazio per la risposta.
Non volevo dire che una persona qualsiasi senza titolo/i o un "gran" lavoro sia senza valore (ognuno è differente e vive la propria vita in modo diverso), ma il sottoscritto si: semplicemente perché conosco la mia storia, so che ho buttato via anni e anni (e come), quando una scelta sensata, anche piccola, avrebbe fatto la differenza.
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dopo
Utente
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Per questo non capisco come il volontariato possa aiutarmi: non voglio dire che sia inutile, anzi!