Derealizzazione, dubbi esistenziali, perdita di speranza

Gentili Dottori,
sono a chiedervi un consulto per la mia attuale condizione.

Il giorno 15/12/18 mi sono recato in pronto soccorso: mentre stavo lavorando, ho avuto la sensazione che tutto ciò che avevo intorno a me fosse 'finto', 'illusorio', come se stessi vivendo in una falsa realtà.
Lì, dopo una visita psichiatrica e dopo aver accertato la totale assenza di farmaci e stupefacenti nel sangue, mi è stata diagnosticato un 'disturbo d'ansia con sintomi di derealizzazione e depersonalizzazione'. La cura prescritta consisteva in TRILAFON 2mg mattino + 2mg alla sera oltre a EN gocce 'al bisogno'.

Provenivo da una situazione molto stressante causata dal lavoro, da un trasloco in atto, da alcune difficoltà familiari e affettive, ma non accusavo alcun sintomo di ansia in quanto da sempre sono una persona in grado di fare fronte a queste 'difficoltà' che, comunque, molto poco contano rispetto a chi davvero nel mondo sta male. Pertanto, con una mia motivazione costante, sono sempre riuscito ad affrontare tutto con relativa tranquillità. Preciso inoltre il mio essere molto rigido, severo con me stesso. Mi pongo domande ed interrogativi su tutto, in particolare sull'esistenza (ovviamente senza risposta). Inoltre sono particolarmente ossessionato dal 'controllo', mi piace sentirmi una persona con le spalle larghe in grado di fronteggiare tutto.

Nei 5-6 giorni a seguire ho avuto del panico per via di questa sensazione, ma sentivo dei miglioramenti generali ed il mio umore andava via via migliorando. Il 26/12/18, a causa di alcuni effetti collaterali, su consulto telefonico con psichiatra, ho interrotto il trattamento con TRILAFON ma ho regolarizzato EN (10-15 gocce al mattino + sera).

Ho poi effettuato una visita di controllo il giorno 02/01/19, quindi non di PS, in cui mi è stata prescritta PAROXETINA 10mg al mattino per 30gg. Non sto seguendo questa terapia in quanto gli effetti collaterali di questo farmaco mi spaventano molto (in particolare per quanto riguarda il suicidio), bensì sto continuando con EN. Ad oggi, però, sento di non essere più la stessa persona di prima:
il mio interesse verso le cose 'quotidiane' va scemando, come se le uniche cose che ora abbiano priorità siano quelle di capire se la realtà esiste o no. 'Sono io a scrivere questo messaggio? Cosa significa io? La realtà è reale? Che senso ha tutto ciò, vivere una cosa effimera e senza senso?'.

La situazione è sicuramente migliorata, non ho più panico, ma non mi sento quello di prima.
Come dicevo ho sempre avuto dei pensieri esistenziali, che ora, in una situazione come questa, sono giunti al loro apice e mi sento come 'incastrato' in un mondo che non mi appartiene, il tutto contornato da pensieri suicidi e da questa derealizzazione che migliora, certo, ma non passa.

Sento di poter rimanere 'sano' fintanto che potrò restare aggrappato ai miei ricordi di quanto stavo bene che riescono a riportarmi alla realtà. Se perdessi questo appiglio, sento che non vivrei un giorno di più.
[#1]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Deve curarsi bene, la sola terapia con En può avere solo un effetto sintomatico temporaneo. Deve anche fidarsi dello specialista che lei sceglie. E' importante che il medico che la seguirà sia disponibile anche per via telefonica, in modo che lei potrà essere via via rassicurato.
Auguri.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dottore,
grazie della celere risposta.

Ma in una tale situazione, come posso io affidarmi ad un farmaco che 'minaccia' di peggiorare questi istinti suicidi, in una situazione in cui spesso mi trovo ad essere da solo (macchina casa - lavoro, o a casa stessa)?

Un farmaco che oltretutto rischia di avere effetti collaterali quali l'impotenza che sicuramente mi portebbero a stare peggio, a peggiorare il rapporto con la mia compagna. Sono cose fisiologiche.

Io so di non volermene andare. So di non voler divenire dipendente. Voglio solo ritornare ad ESSERE nella realtà. Non voglio essere prepotente, lo specifico: ma può tutto questo, ora, dipendere dall'avere più serotonina nell'encefalo? Può questo SSRI riportarmi al contatto con la realtà? Non me ne capacito. Il gioco vale la candela?
[#3]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Capisco le sue perplessità. Il farmaco che le è stato prescritto è molto efficace contro i disturbi che lei riferisce. Si presume che chi glielo ha prescritto abbia tenuto conto degli eventuali effetti collaterali negativi. Riguardo al rischio del suicidio posso dirle che sussiste quando la diagnosi e quindi la terapia sono errate.
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