Relazioni finiscono male

Salve a tutti, ho un problema evidente nel gestire le relazioni, che adesso cercherò di spiegarvi nel modo migliore possibile.
La mia ragazza mi ha appena lasciato ed ha fatto una specie di analisi di me, e credo di condividerla e vi riporto brevemente (tra una lacrima e l'altra):
<< Io credo che l'unica cosa che hai bisogno di essere cambiata è la tua paura/problematica ad avere rapporti. Ho imparato a conoscerti ed ho capito quanto tu sia una persona insicura che ha sempre paura di fare un passo in più per non sbagliare o non sentirsi sbagliato. Mi hai dimostrato in mille modi quanto ci tieni a me come persona, ma non sono mai riuscita a vedere quanto mi ami come donna.
Dovessi trovarti altri difetti, sono sincera, non te ne saprei dire. Non sei ancora a conoscenza della persona meravigliosa che sei, delle qualità che hai, fisiche e mentali che ti assicuro non sono da tutti. Io avrei voluto fare di più, avrei voluto tirarti fuori da questa situazione ma non ci sono riuscita e per me in primis è un fallimento.
Credo che l'unica persona che possa aiutarti è un medico io non ne ho le competenze e non saprei come fare, e sono sincera, non ne avrei la forza.>>

Il primo problema ed anche quello più importante è caratterizzato dal fatto che nonostante abbia 27 anni sono vergine, non perchè non abbia avuto mai ragazze, anzi mi limito anche ad avere esperienze con altre ragazze perchè so che finirà sempre male, ma perchè ho una parte psicologica secondo me legata anche ad una componente fisica (si tratta di masturbazione post-traumatica, sembrerà una cosa incredibile ma non riesco a provare piacere in maniera normale, ho abituato il mio corpo per via di questa condizione ad avere piacere tramite pressione del pene non replicabile in un rapporto normale, legata ad una precedente fimosi per cui mi sono operato e tra l'altro di cui qualche anno fa ho chiesto indicazioni anche qui) che mi porta ad avere una fase di blocco nel momento in cui si arriva al punto del sesso vero e proprio, mi sento come se avessi mille paure per problemi diversi, rischio di rimanere incinta, insicurezze varie sulla riuscita del rapporto, veramente lo vivo come un peso enorme più che un momento piacevole.
Sono una persona estremamente razionale e per me è quasi inconcepibile che la mente mi blocchi nel fare qualcosa.
Ma questo non perchè non provo attrazioni per le donne, anzi, ma allo stesso tempo più passa il tempo più cerco di evitare il contatto sessuale ed i sentimenti dell'altra persona per forza di cose svaniscono perchè l'altra parte giustamente non si sente desiderata ed io mi sento impotente e frustrato in questa situazione perchè non è che io non desidero l'altra persona, anzi non sapete quanto io stia male per questa cosa, ma mi sento come in un limbo da cui non posso uscirne.

L'altro problema minore ma sicuramente anche rilevante è il mio modo di gestire la relazione.
Quando non sono impegnato in una relazione, sono una persona con interessi, attenta al fisico, allo sport, allo studio, alle amicizie, con mille attività.
Quando mi impegno e inizio ad avere sentimento per l'altra persona, mi annullo, sono al suo servizio, e qualsiasi situazione che possa portarla in qualche maniera a poterle creare un anche minimo dispiacere, ho cercato in tutti i modi di non creargliela, anche a discapito mio.
Si crea una situazione quasi statica e abitudinaria, in cui sto sempre con lei, sempre a fare in modo che stia bene.
Sembra strano da quello che vi dico ma sono un ragazzo che riesce a fare spesso colpo, non ho quasi problemi ad iniziare un rapporto con qualsiasi ragazza che mi piace, ma dopo è come se mi lasciassi totalmente andare. Ingrasso, non mi curo più e anche questo porta l'altra parte ad allontanarsi.
Ho un carattere troppo "buono", nel senso che qualsiasi azione che faccio penso all'altra persona, come possa sentirsi se lo faccio e come mi sentirei io a sapere che lei possa soffrirne, per farvi un esempio banale più volte amiche mi hanno chiesto di andare a cena insieme, lei ovviamente era gelosa ed ogni volta che capita una cosa del genere ho sempre rifiutato l'invito.
Ma ad un certo punto lei stessa mi ha dovuto dire "anche se io ti dico di no, tu vai, perchè cosi rendi più vivo il rapporto".
Ad un certo punto mi sento confuso, non so come comportarmi, se devo fare le cose di proposito e non essere me stesso per mantenere viva la relazione.

Un'altra ultima cosa che ho imparato su me stesso è che per una separazione, provo un dolore fortissimo secondo me molto più forte di molte altre persone, e mi porta ad avere energia per fare cose che non facevo più o step che non avevo mai fatto.
Anche se sto male, so che devo trasformare il dolore interno in energia che possa essermi d'aiuto fuori perchè sono una persona molto razionale e mi pentirei di aver perso tempo a piangere.
E mi meraviglio e mi domando di come io abbia sempre bisogno di uno shock forte, che mi faccia crollare tutto dalla situazione di stallo.
Ho deciso di affrontare il problema, ne ho parlato con i miei genitori, ed andrò in visita presso uno specialista e magari voi saprete consigliarmi la figura più adatta.
Detto questo volevo sapere vostri pareri/opinioni in attesa delle visite.
Grazie mille
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Dr.ssa Marinella Magnani Psicologo, Psicoterapeuta 9
"Sono una persona razionale e mi pentirei di aver perso del tempo a piangere". Questa frase mi ha colpita e mi sembra che rappresenti un ottimo riassunto del suo racconto lungo e articolato: queste parole trasmettono la difficoltà a "sentirsi" e a "sentire" anche nell'altro le emozioni, al punto di aver necessariamente bisogno ogni volta di uno "shock forte" che porti a scuotersi e a far uscire un bisogno di relazione e di cambiamento che, per il resto del tempo, rimane come intrappolato.
Credo davvero che qui sia il punto centrale, il "non riuscire a sentire" si esprime sia nell'essere estremamente "razionali" che, fisicamente, nel non riuscire a vivere il piacere sessuale se non in un'unica modalità, perdendo tutte le altre possibili sfumature: è come se si fosse persa la capacità di leggere quasi tutto l'alfabeto delle emozioni, ed è proprio questo alfabeto che va nuovamente appreso ed utilizzato. Senz'altro la decisione di rivolgersi ad un professionista è quella giusta: le consiglio di cercare uno psicoterapeuta, possibilmente esperto anche in sessuologia, e di intraprendere un percorso. Molto spesso siamo capaci di desiderare ed anche di amare, ma resta tra noi e gli altri una barriera invisibile che da soli non possiamo abbattere: per questo è giustissimo affidarsi ad un "esperto di emozioni". I miei migliori auguri.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
"Ho deciso di affrontare il problema, ne ho parlato con i miei genitori, ed andrò in visita presso uno specialista e magari voi saprete consigliarmi la figura più adatta.
Detto questo volevo sapere vostri pareri/opinioni in attesa delle visite."

Gentile Utente,
la conclusione del suo scritto contiene, a mio avviso, una importante dichiarazione, ossia quella di un'acquisita consapevolezza di non poter/dover procrastinare ulteriormente il cambiamento.

Se fino ad oggi i "giochi" si sono svolti in un determinato modo, ciò non significa che così debba essere per sempre, soprattutto se il gioco non risulta vincente per nessuno.

Nella sua città si potrebbe rivolgere ad uno dei professionisti dell'Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica (IISS), così da affrontare il problema come merita, da tutte le angolazioni che ha ben descritto.

Saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentili dott.sse vi ringrazio per l'interesse dimostrato nella situazione descritta.
Volevo rispondere ad entrambe.
Come detto dalla dott.ssa Scalco, di avere un problema lo sapevo da tempo. Ho sicuramente un blocco mentale credo correlato anche da qualche problema fisico, magari banale, ma che in questo caso fa la differenza.
Solo adesso però ho preso atto del fatto che da solo non riuscirò mai a superarlo, e spero di riuscire a farlo attraverso uno specialista.


Ringrazio la dott.ssa Marinella per la risposta, ma volevo chiarire alcune cose.
Quando dico "perdere tempo a piangere" parlo del fatto che, avendo già vissuto un'esperienza analoga (se non identica), so che arriverà ad un certo punto in cui ciò che mi causa dolore e rabbia interna passerà prima o poi.
Non so perchè sia così, ma quando sento una sofferenza forte, scopro dentro di me una forza di volontà e desiderio di superare ostacoli che invece è nascosta in situazione di stallo. Riesco ad adoperarmi in qualsiasi campo, magari per sfogo, per evitare di pensare, non so bene perchè, ma mi concentro con tutto me stesso in qualsiasi ambito per avere una versione migliore di me stesso in futuro.
Tutto questo però, così come nasce, finisce quando la sensazione di sofferenza causata dallo shock termina.
Questo intendevo con perdere tempo a piangere.

Io mi faccio in quattro per far star bene la mia metà, in qualsiasi modo.
Sembrerà strano, vedo che molte persone si chiedono se è amore o no, ma io lo sento davvero quando amo una persona.
In questo momento vivo una fase di rabbia come normale che sia per il "lutto" che sto vivendo, ma sono consapevole che la cosa più giusta per lei, per farla star bene, è lasciarla andare. Nel senso che è una decisione che ha preso che mi fa star malissimo non lo nego, ne soffro a dismisura, ma so anche che è la cosa giusta perchè le facevo vivere la relazione in maniera incompleta.
Ed è per questo che mi deprimo, perchè sono sicuro che senza quelle insicurezze, con una vita sessuale normale, non sarebbe andata così. E purtroppo tutto questo è dipeso solo da me e mi sento responsabile di aver fatto di tutto per perdere la persona che amo perchè per esempio avrei potuto parlarne con i miei prima ma ho dovuto per forza aspettare che crollasse tutto per decidermi.
Sono una persona estremamente sensibile.
Do mille attenzioni alla persona che mi è vicina, carezze, coccole, qualsiasi tipo di bisogno e attenzione, anzi quasi sempre nella coppia quello più tenero e romantico sono io. Il problema è che il mio amore si ferma qui, per i blocchi che ho, non riesco ad esprimere il mio "amore" anche a livello sessuale e me lo faccio andar bene.

Quando parlo del fatto che sia collegato ad un problema fisico, ma questa forse è una questione più andrologica, dipende dal fatto che per via di una fimosi serrata curata solo qualche anno fa, ho imparato l'autoerotismo da 12 anni fino ad ora in maniera errata, nel senso che provo piacere e riesco ad arrivare all'orgasmo in modo non "normale" per via del fatto che ero costretto a farlo in altre maniere a causa della fimosi.
Penserete sia una cosa banale ma non lo è perchè è come se il mio corpo avesse ormai imparato a ricevere piacere in un modo che è totalmente diverso da quello che si può avere in un rapporto sessuale normale.
Questo ovviamente è un fattore fisico, ma non nego di avere molte paure, ansie ed insicurezze da dover risolvere.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Non si tratta affatto di una questione banale, proprio per questo le ho indicato quello specifico Centro a cui far riferimento: potrà trovare un' équipe formata da vari specialisti (tra cui psicoterapeuti, sessuologi e andrologi) per poter affrontare la questione in modo interdisciplinare e non frammentato, così da avere la possibilità di risolvere in modo più efficace e rapido.
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Dr.ssa Marinella Magnani Psicologo, Psicoterapeuta 9
Concordo, non è sicuramente un dettaglio o un fatto banale ma è il riflesso di un apprendimento che è stato "forzato" in una direzione, ma che può senz'altro essere affrontato e integrato con nuovi apprendimenti. Sono certa che anche per la sua partner non sia stato facile chiudere la relazione, ma mi sembra di capire che dietro questa decisione ci sia davvero la speranza che lei possa lavorare su di sé e superare questi ostacoli, per imparare ad essere finalmente felice in futuro. Non soltanto in funzione della felicità dell'altra persona, ma innanzitutto per sé.