Cardiofobia!

Gentili dottori,
Ho 22 anni e un corpo sano, questo almeno è quanto mi dico in rari momenti di lucidità.
La mia ipocondria è ben mirata, si concentra tutta sul cuore, ho costantemente paura che questo cuore possa tradirmi e, battendo troppo veloce, possa fermarsi.
I sintomi sono vari, tra cui extrasistoli e tachicardie, ma ogni medico che ho consultato (ne sono tanti) mi ha sempre rassicurato sulla ottima condizione del mio cuore.
Poi cammino per strada e noto che i battiti sono veramente tanti, troppi, li sento, e mi spavento da morire.

L'ultima cardiologa che mi ha visitato mi ha anche consigliato di riprendere l'attività fisica, che ho interrotto da circa 2 anni per via della paura di stressare il cuore.
Sono in terapia cognitivo-comportamentale ed Emdr da circa 4 mesi.
Alcuni aspetti della mia vita sono migliorati, ma continuo a essere insoddisfatto.
Perché la paura dell'azione, del movimento, mi porta a una condizione quasi invalidante, non mi muovo e, quando devo farlo, prendo l'auto.
Il mio psicoterapeuta sembra considerare poco questa mia cardiofobia, definendola genericamente come una ipocondria da curare... Mi sento non compreso, forse sono solo capricci di chi non vuole più stare male?

Non riesco a fare a meno di effettuare periodicamente accertamenti cardiologici, questi ultimi mi tranquillizzano per un po', ed ecco che riprendo a non fidarmi del mio cuore.
Scusate la lunghezza, avevo la necessità di ascoltare un vostro parere.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazzo,

secondo me la prima cosa da fare è interrompere i costanti controlli cardiaci, ne basta uno solo. Ovviamente non dico questo perché non credo al Suo disagio, ma perché questi accertamenti Le fanno solo male, accentuano il Suo disagio.

Lei scrive: "Poi cammino per strada e noto che i battiti sono veramente tanti, troppi, li sento, e mi spavento da morire."

Questa cosa accade a tutti, ma la differenza è che Lei si spaventa e teme di avere un arresto cardiaco, le persone che non sono ansiose riconoscono e LEGGONO questa normalissima attivazione del corpo e del cuore in particolare come qualcosa di perfettamente ovvio.

La persona ansiosa non è in grado di leggere e modulare correttamente questa sensazione perché soffre di alessitimia, ma è su questo che in prima battuta deve lavorare in terapia. Ne discuta col terapeuta e ridefinisca il percorso di cura, in modo che Le sia chiaro. Se non trova beneficio in tempi stretti, valuti di cambiare terapeuta.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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