Dormo troppo

Salve, sono uno studente universitario di 22 anni
Sono sempre stato una persona che dorme circa 8-9 ore a notte
Nel periodo antecedente la quarantena andavo a dormire verso le 00/00:30 per svegliarmi intorno alle 9 (poiché avevo lezioni universitarie in tarda mattinata)

Con la quarantena, però, le cose sono peggiorate
Ho perso ogni ritmo del sonno, finisco per andare a dormire verso l'1 o anche più tardi (tra mezzanotte e l'1 passo il tempo nel letto usando il cellulare per guardare video), impiego circa un'ora per addormentarmi e mi sveglio sempre non prima delle 11:30
Ho provato a mettere sveglie a qualunque orario tra le 9 e le 10:30 ma ogni volta finisco col spegnerle e rimettermi a dormire
Semplicemente non c'è più nulla che la mattina mi invogli a svegliarmi, a scendere dal letto

Sto praticamente vivendo solo per mezza giornata
12 ore le passo fuori dal letto (da circa mezzogiorno a mezzanotte) e 12 nel letto

Mi rivolgo a voi nella speranza di riuscire a cambiare questa situazione
Tra l'altro mi impongo sempre di fare qualche tipo di attività fisica in questo periodo ma finisco sempre col procrastinare (prima della quarantena, invece, facevo jogging almeno 3 volte a settimana)
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Dr. Giovanni Federico Psicologo 54 4
Gentile utente,

In questo difficile momento storico, il verificarsi di una deflessione verso il basso del tono dell'umore è del tutto comprensibile, anche e soprattutto per effetto delle necessarie misure di distanziamento sociale attivate per la mitigazione del rischio di contagio da nuovo coronavirus.

Le modifiche intervenute nei nostri stili di vita sono sostanziali e, pertanto, attendersi che ciò produca effetti, seppur di minima ampiezza, sui ritmi biologici dell'organismo, rientra in un contesto di analisi assolutamente para-fisiologico. Consideri che i correlati neurobiologici relativi ai ritmi sonno-veglia, alla regolazione emotiva ed ai processi cognitivi che governano il comportamento "organizzato" nel tempo e nello spazio godono di sovrapposizioni biochimiche ed anatomo-funzionali tali che qualunque eventuale cambiamento interveniente in ognuno di questi sistemi ha inevitabili ripercussioni sugli altri.

Pertanto, in primo luogo, l'invito è quello di operare una ridefinizione di senso rispetto a ciò che le sta accadendo: quella che lamenta non è una "anomalia" del suo corpo, bensì una "risposta" che rientra in un range di variabilità statisticamente normale.

Tenendo fermi i limiti del consulto a distanza e ribadendo il carattere di assoluta normalità statistica di alcuni fenomeni, alcune piccole raccomandazioni, ricavate dalla sua narrazione:

1) Eviti l'utilizzo di dispositivi elettronici (cellulari, tablet, computer, etc.) nelle ore che precedono l'addormentamento. La luce emessa da questi ultimi blocca la produzione di melatonina, il principale ormone regolatore del ritmo circadiano. Se proprio necessario, e per poco tempo, adoperi l'apposita "modalità notturna" presente ormai in qualsiasi apparecchio elettronico con schermo.

2) Provi a non ricercare motivazioni estrinseche al risveglio (i.e., "non c'è più nulla che la mattina mi invogli a svegliarmi"). In altri termini, provi ad assumere un orientamento cognitivo e comportamentale maggiormente centrato su sé stesso: è lei che si "impone" di svegliarsi, non un evento/fattore esterno che la invoglia a farlo.

3) Gli strumenti di comunicazione telematica possono essere un valido ausilio per non "vivere soli mezza giornata" in questo periodo. Valuti quindi la percorribilità del canale digitale per riprogettare provvisoriamente la sua socialità, nei limiti di quanto suggerito al punto (1).

4) Una leggera attività fisica in casa è un buon modo per impiegare del tempo e, contemporaneamente, prendersi cura del proprio corpo. Provi a fissare una regola, un obiettivo giornaliero, una sorta di "esercizio". Potrebbe essere utile valutare il coinvolgimento a distanza di un amico in queste attività. L'accento qui è nuovamente posto sull'agentività. Tenga presente quanto suggeritole al punto (2).

Infine, tenga in considerazione la possibilità di usufruire di un breve percorso di supporto psicologico, anche a mezzo telematico, che possa aiutarla e sostenerla in questa delicata fase storica.

Cordiali saluti.

Giovanni Federico, PhD
Web: https://www.neuropsicologo.net
Mobile: (+39) 349 85 27 200

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