Mi sento un fallito

Salve, sono un ragazzo di 27 anni e non riesco a trovare nulla che sia soddisfacente della mia vita.
Fino a qualche anno fa avevo una relazione con una ragazza iniziata a 13 anni e durata 9 anni.
Ci siamo conosciuti al liceo e abbiamo condiviso ogni momento insieme.

Finito il liceo mi sembrava di avere le idee chiare sul mio futuro.
Volevo iniziare l'università, ma lei non voleva che ci andassi perché troppo gelosa.
Volevo iscrivermi in palestra, iniziare dei corsi di cucina o di informatica ma per gli stessi motivi non ho mai potuto farlo e mi rendo conto adesso che non ho mai avuto la forza di oppormi e inseguire i miei sogni.

Quando l'ho lasciata mi sono improvvisamente sentito libero, ma allo stesso tempo sentivo di aver perso gli anni più belli della mia vita e che difficilmente sarei riuscito a recuperarli.

Negli ultimi anni con lei sono stato davvero male, ero arrivato al punto di non avere più voglia nemmeno di lavarmi, uscire, fare qualsiasi cosa perché lei insieme alla sua famiglia mi stavano davvero stressando.

Mi chiamavano per fargli la spesa, per accompagnarli ovunque, preparare il pranzo e la cena, fare ripetizioni a suo fratello e se dicevo che avevo un impegno iniziavano a parlare alle mie spalle o a dire che ero una persona inutile.

Per non parlare di tutte le volte che sua mamma nonostante io cercassi di allontanarla mi stava sempre addosso e pretendeva che io ascoltassi i racconti basati sulle prestazioni sessuali che aveva avuto con il suo amante (che poi era anche suo cognato).

Tutto questo, unito al fatto che comunque già da piccolo mi sono sempre sentito brutto e fuori luogo, mi hanno fatto entrare sempre di più in qualcosa che mi sta distruggendo.

Vorrei poter dire a qualcuno: "sono triste".
Vorrei poter dire a qualcuno che mi sento sbagliato, fallito, fuori luogo, brutto e inutile.
Non riesco a farmi degli amici, spesso esco da solo e mi accorgo che tutti hanno qualcuno ed io resto l'unico sempre da solo.
Ho paura di dire alla mia famiglia che sono triste, ho un blocco perché non voglio che neanche lo percepiscano.

Mi sembra di essere rinchiuso in una sfera di vetro, da qui io riesco a vedere come il mondo stia andando avanti e come tutti si stiano realizzando in qualcosa, mentre dall'altro lato nessuno si accorge di me.

Sono triste perché l'unica persona che avevo trovato e con la quale mi sentivo completo è morta di cancro, e non è giusto che quella malattia me l'abbia portata via.

Sono triste perché so che non riuscirò a mai più a legare con qualcuno come con lei e sono triste perché avrei voluto avere più coraggio anni fa di lasciare la mia ex per lei, ma sono stato un codardo e non l'ho fatto e adesso è troppo tardi.

Sono triste perché non riesco neanche a dire a mia madre che questa ragazza in realtà è già morta e continuo a raccontare a tutti di stare bene e di essere fidanzato.
E fingere che lei sia ancora qui mi fa bene da un lato ma mi uccide da un altro.

Sto impazzendo, non so quanto posso resistere...
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Dr.ssa Anna Luce Damone Psicologo 5 1
Buongiorno,

il mio primo suggerimento è sicuramente quello di contattare un professionista per iniziare un percorso psicologico.
Cercare aiuto non è segno di debolezza ma di grande forza. In certi momenti della nostra vita possiamo sentirci sopraffatti e impotenti e non vedere una via di uscita. Vediamo tutto nero e pensiamo che sarà per sempre così. Ma in realtà è adesso che stiamo così ma la via d'uscita c'è e in buona parte dipende da noi. Magari non vediamo la soluzione perché ci sentiamo persi e senza strumenti. Dentro di noi però , abbiamo tutte le risorse per cambiare la situazione in cui ci troviamo perchè nelle nostre mani abbiamo molto più potere di quanto crediamo per poter fronteggiare e domare gli eventi avversi della vita. Non è facile prendere coscienza di queste nostre potenzialità, specialmente in un momento di forte crisi. Un professionista può accompagnarla in questo momento difficile, aiutandola a trovare la sua strada e gli strumenti necessari per vivere la vita che vorrebbe per se stesso.


Qualche piccola riflessione che ho fatto leggendo il suo post:


- il fatto che lei abbia interrotto una relazione che la rendeva infelice dopo tanti anni è la dimostrazione che lei è una persona coraggiosa, che ha fatto qualcosa per se stesso nonostante avesse paura del cambiamento e delle conseguenze. Non è una cosa da tutti, molte persone rimangono in una situazione infelice senza cambiarla perché hanno troppa paura dell’ignoto e di rimettersi in gioco.
- Non è mai troppo tardi per fare qualcosa che ci rende felici o che ci migliora, per iniziare un progetto che ci porterà alla realizzazione personale, per recuperare un sogno nel cassetto che abbiamo tenuto chiuso a chiave per tanti anni. Non è semplice, ma si può fare. Se fosse semplice lo farebbe chiunque. Invece per farlo dobbiamo metterci impegno, sacrificio e anche sofferenza. Ma la gratificazione a lungo termine è impagabile. Nel momento in cui ci sentiamo soddisfatti e appagati, sarà molto più facile per noi attrarre persone positive con cui instaurare relazioni soddisfacenti.
- Leggendo il suo post ho avuto la sensazione che ci fosse un gran bisogno di parlare, un vero e proprio grido d’aiuto che è sfociato nella scrittura di un post anonimo dove non c’è una vera e propria richiesta. È più che altro uno sfogo, l’espressione della paura di non farcela. Così come le ho suggerito di non avere paura di chiedere aiuto a un professionista le suggerisco anche di non avere paura di mostrare il suo dolore e la sua vulnerabilità alle persone che le vogliono bene. Non possiamo fare tutto da soli, dobbiamo a noi stessi la capacità di chiedere aiuto quando sentiamo che non ce la facciamo. Siamo animali sociali strettamente interconnessi con l’ambiente e le persone che ci circondano. Nessuno di noi è autosufficiente al 100% e tutti abbiamo bisogno del supporto degli altri, di ascoltare il loro punto di vista e vedere le cose da un’altra prospettiva, poter parlare mostrando la nostra vulnerabilità, chiedere l’aiuto di un professionista quando sentiamo che con le nostre forze non ce la facciamo proprio.
I miei migliori auguri per il suo cammino verso la sua realizzazione e serenità.

Dr.ssa Annaluce Damone