Rinascita da abuso narcisistico: complicazioni

Sono adottato, ho 24 anni e la mia vita è un cimitero di speranze sepolte.
Sono orfano per 2 volte di entrambi i genitori.
Ho buttato fuori di casa mio padre (narcisista covert, rientra completamente nel modello e negli abusi) con il codice rosso dopo aver portato mia madre in un centro antiviolenza.

Mia madre mi ha tradito, ha desistito nella denuncia dichiarando anche il falso facendola poi archiviare e mi ha costretto con la separazione (alla fine consensuale per curare i suoi interessi economici) a vivere di una monogenitorialità scarsa sia moralmente che materialmente.
Del poco che avevo ho perso anche quello.
Mi hanno lentamente isolato dalla vita e fino ad oggi mia madre mi fatto pesare la depressione maggiore, il DPTS e l'ossessione per non esser stato riconosciuto come figlio.
Tutti ormai mitigati con la consapevolezza.

Ho seri dubbi se anche mia madre abbia uno spettro narcisista, sicuramente meno grave di mio padre che sicuramente è patologico.

Rimane indifferente alle mie esigenze, fredda, si definisce sempre vittima, anaffettiva, non riconosce la mia depressione (sto in terapia emdr e sono in debito) e ricevo solo ricatti emotivi e materiali.
Attaccamento insicuro-ambivalente, doppio legame nella comunicazione e un gaslighting che mi ha fatto anche vacillare sull'idea della mia persona e delle mie azioni.

Non mi hanno mai dimostrato amore e nonostante tutto ho un grande cuore, sono molto emotivo e non ho assorbito per osmosi la patologia.

Sono stato e sono il capro espiatorio che ha ricevuto le peggiori offese razziali per tutta la mia vita e vessazioni che hanno annichilito la mia autostima arrivando ad una forma di distimia.
Al codice rosso ho valutato ogni causa-effetto ma sono caduto in depressione non valutando la discriminante della reazione emotiva a lungo termine.
Ho perso anni di studio per le violenze dentro casa e con la depressione inizialmente non curata mi sono bloccato all'università pubblica che mio padre non ha mai riconosciuto.
Sono sempre stato chiamato mentecatto, intellettualmente inferiore e russo di mer*a.
Ho una sorella due anni più grande, cocainomane, goldenchild-borderline che si è quasi ammazzata lanciandosi da un balcone ed è stata salvata da me (ho organizzato io tutto l'iter ospedaliero privato perché i miei da separati non avrebbero avuto la stessa prontezza per accudirla anche se lei nel corso della vita mi ha sempre abbandonato per ottenere le risorse economiche di mio padre).
Una ragazza opportunista che vive nello sfarzo senza titoli o meriti.
Io vivo esclusivamente con 400 euro al mese versati da mio padre ogni mese (200euro in tasca, 150 spesa e 50 utenza), non c'è nessun'altra spesa che si aggiunge ed ho problemi a trovare un lavoretto (logistica) perché non sono automunito.

Ho quasi elaborato il tutto e sarei pronto a ricominciare gli studi ma hanno ormai smesso di pagare la retta.
Una denuncia risolverebbe i miei problemi?
Soprattutto per l'università?
Consigli?
Grazie in anticipo.

[#1]
Dr. Francesco Beligni Psicologo, Psicoterapeuta 257 18
Gentile utente, ho letto la tua storia con molto interesse e mi complimento per la tua dialettica e la tua capacità di descrivere la situazione. Sicuramente non hai vissuto una vita semplice e capisco che tu possa aver bisogno di supporto e di un aiuto.

La tua questione tuttavia è la seguente:
"Una denuncia risolverebbe i miei problemi?
Soprattutto per l'università?
Consigli?"

Perdonami, ma se la tua domanda in merito alla tua situazione è questa, perchè ti rivolgi a noi invece che ad un avvocato?

Dato il trascorso complicato che hai vissuto e anche forse alla necessità di trovare una modalità differente di gestire le tue relazioni parentali probabilmente potrebbe essere d'aiuto un consulto psicologico. Riporti difficoltà economiche, in quel caso ti ricordo che presso la tua ASL sapranno darti indicazioni per il servizio psicologico pubblico.

Spero di essere stato d'aiuto

Resto a disposizione

Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2021 al 2022
Ex utente
Gentile dottore, la ringrazio innanzitutto per la celere risposta.
In 3000 caratteri mi è risultato abbastanza difficile essere sintetico senza tralasciare i dati più importanti. L'accuratezza invece è frutto della mia crescita personale svolta in terapia dove ho ottenuto una consapevolezza lucida e nitida delle dinamiche tossiche presenti nella mia "famiglia". L'unica colpa nella vita è non avere consapevolezza, non esistono problemi ma solo circostanze più o meno complicate.
Per quanto riguarda il debito che sto creando con la terapia è un "patto" tra me e la mia terapeuta. Lei non vuole proprio farmi pagare ma io sono cosciente che dovrò ripagare la professionalità che mi ha dedicato e che mi dedica. (Oltre al legame umano sono convinto che la terapia EMDR sia la più efficace per riemergere dagli abusi narcisistici quindi un motivo in più per continuare stringendo i denti!).
Poi in aggiunta, ad uno sportello pubblico mi avrebbero riempito di Prozac per come in apparenza mi presentavo. Ho stretto i denti ed ho ricalibrato l'amigdala con la terapia perché il medicinale attenua i sintomi ma non i problemi.
Sono un "tipo" abbastanza analitico per i problemi più importanti.
"perchè ti rivolgi a noi invece che ad un avvocato?"
Francamente ho preso questo spazio su questo sito sia per sfogo ma anche per avere un parere in più.
Avevo cominciato Giurisprudenza nel migliore dei modi e poi degli eventi mi hanno fatto crollare. Ho la risultanza probatoria della diagnosi privata che valida la totale assenza di inerzia ingiustificata. Rocambolesco è stato anche il mio rapporto con gli avvocati, nessuno consapevole della reale dinamica "covert", ed alla fine da figlio non potendo avere un ruolo attivo nella separazione ho dovuto accettare la triste realtà. Anche perché ero partito con il piede di guerra, ho una denuncia mai presentata stilata da me personalmente nella fase di rinascita che ha compreso la rabbia.
La domanda è una: Da specialista lei mi consiglierebbe un processo con CTU annesso quando sono vivo per miracolo dopo aver riflettuto sul suicidio in depressione per molti mesi solo come un can* come lo sono tutt'ora? Tutto per tutelare l'università che non è mai stata valorizzata, riconosciuta e che è stata proprio una delle fonti della depressione e radice del codice rosso attivato?
[#3]
Dr. Francesco Beligni Psicologo, Psicoterapeuta 257 18
Innanzitutto sono molto lieto di sentire che stai già portando avanti un lavoro con un terapeuta e mi sembra anche di capire che tu ne sia anche molto soddisfatto.
In questo caso, data anche la disponibilità che ti sta dando questa terapeuta non reputo necessario che tu ti rivolga al servizio pubblico, però ci tengo a fare una precisazione per gli altri utenti: " ad uno sportello pubblico mi avrebbero riempito di Prozac".
Anche nel servizio pubblico, gli psicologi, a meno che non siano anche medici, non possono prescrivere terapie farmacologiche. Al limite, lavorando in equipe avrebbe potuto inviarti allo psichiatra per valutare una terapia farmacologica. Tuttavia concordo con te che, nonostaante in alcuni casi siano necessarie, i farmaci spesso hanno solo la funzione di attenuare i sintomi e non un vero e proprio potere curativo. In alcuni casi però è necessario prima attenuare i sintomi per poter effettivamente intraprendere efficacemente un percorso psicoterapeutico.

Per quello che riguarda la terapia EMDR è una tecnica che personalmente non utilizzo e quindi non entro in merito, ma sicuramente può essere efficace per rivivere il trauma.

"Da specialista lei mi consiglierebbe un processo con CTU annesso quando sono vivo per miracolo dopo aver riflettuto sul suicidio in depressione per molti mesi". Probabilmente data la modalità con la quale descrivi la tua situazione non hai le risorse sufficienti. Inoltre questo probabilmente renderebbe inutile ogni tentativo di risoluzione familiare futuro.

Mi domando: credi che non ci sia alcuna possibilità e soprattutto volontà di riappianare questo rapporto? Credi che cambiando te stesso riusciresti a trovare una pacifica via d'uscita da questa situazione?
Le risposte a queste domande dovrebbero aiutarti a prendere una decisione in merito.

"Tutto per tutelare l'università che non è mai stata valorizzata, riconosciuta e che è stata proprio una delle fonti della depressione e radice del codice rosso attivato?"
Qui sarebbe da indagare meglio. Perchè inizialmente ti era stata data questa possibilità per poi invece fare un passo indietro?
Quella che riporti come causa della depressione è la mancanza di supporto familiare in questo tuo percorso o problematiche più specifiche legate al tuo percorso universitario?

Comunque, qualunque consiglio ti possa essere dato qua avrà sempre meno valore di quello che sarà in grado di darti la tua terapeuta. Quindi il mio vero consiglio è: più cvhe ricercare ulteriori pareri professionali, cerca di essere più chiaro possibile con la tua terapeuta riguardo a questo importante punto da elaborare.

Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it

[#4]
dopo
Attivo dal 2021 al 2022
Ex utente
Non mi permetterei mai di invalidare la professionalità di uno specialista, forse ragiono su questo tema con un paradigma stereotipato dove se c'è "servizio pubblico" allora c'è meno attenzione. Concordo con lei nel valutare sempre le risorse personali per poter poi escludere i medicinali e puntare esclusivamente sulla terapia. È una scelta molto delicata da prendere per tu che mi leggerai.
Che poi conosco tanti specialisti nella pubblica sanità.. sarò forse preda di un bias cognitivo?

Comunque, è proprio per quanto riguarda le risorse che ho chiesto.
Ho superato tanto nella vita e ci sono dei particolari che non ho nemmeno menzionato che pesano e che peseranno sempre.
Sono cosciente che un processo potrebbe essere deleterio per l'equilibrio interiore che ancora devo perfezionare ma per tutelare il mio futuro non ci sono più opportunità perché il dialogo è sempre confuso, triangolato e manipolato.
Oggi io sono solo e ormai devo pensare solo a me stesso. Sono nell'età dove, per chi ha vissuto determinate esperienze, domani è troppo tardi e ieri era troppo presto per la matura consapevolezza.
Io non posso accettare di precludere il mio futuro per degli abusi e violenze subite che faticosamente ho rielaborato e cicatrizzato.

Per quanto riguarda gli ipotetici riavvicinamenti sono arrivato alla conclusione che non ho mai avuto i genitori e una sorella che mi sarei meritato, Cluster B a parte.
Ho fatto No Contact totale con mio padre, mia sorella è a Milano mantenuta da mio padre (sono di Roma) e mia madre è un fantasma dentro casa con la quale ho un totale distacco fisico ed emotivo.

Ho provato in 24 anni ogni via diplomatica possibile, ho fatto vacillare la mia preziosa dignità pur di risolvere i conflitti ed ormai sono stato radiato dalla concezione di figlio solo perché mi sono da sempre ribellato e sono sempre stato divergente alle dinamiche malate e tossiche che nel tempo hanno anche inevitabilmente inciso sulla mia salute.

"Perchè inizialmente ti era stata data questa possibilità per poi invece fare un passo indietro?"
La possibilità mi è stata data solamente da mia madre, mio padre non ha mai rimborsato nulla proprio perché mi considera inferiore (anche in costanza di matrimonio dividette il conto in comune per non contribuire).
Mia madre credo che lo abbia fatto per soddisfare una sua esigenza di riscatto e non per condividere un mio sogno di evoluzione. Infatti quando mi ha visto debole in una situazione dove ognuno sarebbe caduto (il codice rosso l'ho attivato quando sono stato minacciato con un coltello), ha deciso lentamente di abbandonarmi perché non più promettente. Naturalmente questo è un grande Trauma ma ho 24 anni di piccoli traumi ed è stata (ed è) una fatica colossale sopravvivere e conviverci.

"Quella che riporti come causa della depressione è la mancanza di supporto familiare in questo tuo percorso o problematiche più specifiche legate al tuo percorso universitario?"
Vorrei aggiungere "supporto motivante" perché i ragazzi adottati sono special needs soprattutto in situazioni problematiche disfunzionali proprio perché la paura dell'abbandono si amplifica per il lutto originario ed è sempre dietro l'angolo se ci sono le condizioni che lo fanno riemergere.
Sono stato dipendente affettivo e lentamente mi sto curando, anche grazie al distacco emotivo, per non cadere più nelle subdole trappole.
Ho superato una depressione maggiore convivendo con i peggiori fattori di rischio presenti e maggiormente menzionati. Ho perso anche tanti kilogrammi di peso.

Ho avuto un solo vero problema nel percorso universitario, ovvero la locuzione di  "responsabilità genitoriale secondo la diligenza del buon padre di famiglia" dove in terapia ho faticato a traslare "responsabilità" con "capacità" (mancante) quando la proiettavo nei confronti dei miei genitori. Il tutto solo per trovare un senso al conflitto della proposizione che soggettivamente perdeva di senso compiuto. Naturalmente in depressione, con un DPTS cumulativo, lo studio è diventato sempre più faticoso e con la perdita di senso hanno compromesso il sano proseguimento ed il mio percorso universitario che ne è la prova tangibile della mia sofferenza patita.

Ha ragione lei e la ringrazio per stimolare il proseguimento della terapia (che consiglio a tutti anche senza avere problemi tragici perché ti permetti di applicare nella vita tecniche positive per il benessere psicologico) ma sono arrivato ad un punto nella mia vita che oltre ad elaborare, crescere interiormente e fare pace con me stesso io devo fare qualcosa di tangibile per smuovere la mia disperata situazione nel presente che influenzerà il mio futuro se non trattata adeguatamente.
[#5]
Dr. Francesco Beligni Psicologo, Psicoterapeuta 257 18
Bene, nonostante questa vita "ingiusta" (nella quale hai probabilmente ancora bisogno di passare in mezzo per poterla elaborare definitivamente) credo che potrai da ora essere in grado di iniziare questo tuo distacco da questa situazione familiare che sembrerebbe ad oggi rappresentare più un problema che non un rifugio.

Quindi non posso che farti un grosso in bocca al lupo. Il mio consiglio è quello di portare avanti gli studi dato che sembreresti essere una persona molto capace, ma anche di non ossessionartici. Se in questo momento non potrai, per vari motivi, puoi sempre mettere gli studi in stand by. Se riuscirai da subito invece, tanto meglio.
Ma soprattutto, più che spendere energie (di ogni tipo) in una causa, ti consiglio di spenderle per portare avanti in autonomia i tuoi obiettivi.

Ti auguro di raggiungerli presto.

Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
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