Problema con il mio fidanzato

Buonasera, sono una ragazza di ventisei anni impegnata in una relazione da quasi due.
Premetto che tutte le mie relazioni passate sono state travagliate, alcune causa di grande sofferenza.
Con il mio attuale fidanzato tutta questa "negatività" non c'è, al contrario.
È una persona presente, attenta, disponibile, premurosa, mi ama e, ancor di più, mi rispetta.
Eppure io non mi sento completa, non mi sento soddisfatta.
Non sento quel bisogno di avviare una convivenza, sebbene lui ci stia pensando, l'idea di un matrimonio e di eventuali figli non mi sfiora neanche, ci sono delle cose che non riesco ad accettare.
Non riesco ad accettare il totale disinteresse nell'uscita serale, detesta uscire e/o fare tardi, il fatto che alle nove e mezza di sera sia già addormentato anche quando viene a trovarmi, io vivo da sola, e io resto tutta la sera poi davanti alla TV o al PC, mi turba anche il rapporto quasi morboso con il suo cane ed è uno dei motivi per cui non riesco a pensare di andarci a vivere insieme, non sopporterei il cane nel letto o sul tavolo della cucina, è poi forte di me, ne abbiamo parlato e riparlato ed è una cosa, a quanto pare, imprescindibile.
Ha un grande cuore, è sensibile e questo suo amore per ogni forma vivente è solo apprezzabile, lo riconosco, ma perché non riesco a dargli quello che vorrebbe?
Ho la costante sensazione di essere una persona orribile, una persona che non sa amare.
Dal punto di vista sessuale purtroppo la situazione è molto carente, a volte passa anche un mese, un mese e mezzo e quando capita tutta la situazione non va oltre i tre minuti totali sebbene poi si dedichi a me in altri modi ma io non faccio neanche in tempo ad "accendermi".
Ne abbiamo parlato diverse volte ma quando guardo i suoi occhi feriti e sofferenti finisco per farci su una battuta e lo abbraccio.
Non posso fargli male.
È tutto molto tenero, è una persona adorabile e pensare di chiudere la relazione mi scatena tanti di quei sensi di colpa che mi tengono sveglia la notte.
È un po' una mia caratteristica, vivo con il senso di colpa perenne, per qualsiasi cosa, probabilmente dal giorno 1 della mia vita anche per cose che non mi vedono coinvolta direttamente.

Sto iniziando a guardare gli altri ragazzi, una cosa che ho sempre considerato ignobile perché so cosa voglia dire essere dall'altra parte.
Lui si fida talmente tanto di me, non ha mai mostrato neanche un pizzico di gelosia, in nessuna situazione, non abbiamo mai litigato in due anni.
Mi supporta, mi aiuta.
Perché non riesco a sbloccarmi?
Sono così viziata da non riuscire ad andargli incontro su situazioni per lui fondamentali?
Ma come posso vivere una vita senza uscire mai di casa?
A me non basta, non ci riesco.
Esco con i miei amici, a volte anche quando viene a trovarmi.
O forse tutto il problema è che sono così egoista da non riuscire a lasciarlo perché vederlo star male farebbe soffrire me?
E così egoista da pensare che per una volta che qualcuno mi tratta decentemente devo tenermelo stretto?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

tutte le Sue relazioni pregresse "sono state travagliate, alcune causa di grande sofferenza".
E dunque attualmente è stata *portata* a mettersi con un uomo dolce, con cui non litiga mai, che la supporta, che è ".. una persona presente, attenta, disponibile, premurosa, mi ama e, ancor di più, mi rispetta".
Eppure, non ci fa l'amore se non raramente, ci sono delle cose che non riesce ad accettare quale ad es. il cane nel letto, non si sente appagata; al punto che sta "iniziando a guardare gli altri ragazzi".
Sembrerebbe che si sia messa con un ragazzo dalle caratteristiche suddette più per reazione ai precedenti ex, che evidentemente non la rispettavano, piuttosto che per una reale attrazione verso di lui. Solo che ora Le manca la passione, di lui ma anche Sua, che non riesce a "sbloccarsi" sessualmente se non una volta al mese-mese e mezzo, a fronte di una (sembrerebbe) eiaculazione precoce importante.
Avendo sperimentato come ci si sente trovandosi dall'altra parte, e cioè della vittima, Lei si sente in colpa non solo all'idea di lasciarlo, ma anche di parlargli delle carenze sessuali della relazione; tanto che ".. quando guardo i suoi occhi feriti e sofferenti finisco per farci su una battuta e lo abbraccio. Non posso fargli male". E dunque, in conclusione Lei non sta bene "Nè con lui, nè senza di lui".

Elencando qui le caratteristiche della relazione raccolte attraverso le Sue parole,
Le risulterà maggiormente evidente la problematicità del tutto.
Non sappiamo se ciò sia da attribuire alle Sue caratteristiche affettive personali, di Lei che ci scrive. Oppure alle caratteristiche di questa specifica coppia. Occorre una diagnosi differenziale per stabilirlo e dunque per lavorarci con l* specialista: Psicolog* Psicoterapeuta. Ma una diagnosi è possibile unicamente in presenza.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/