Fino a che punto è normale che la suocera intervenga?

Salve, sono mamma di una splendida bambina di 18 mesi.
Io e il mio compagno (italiano) viviamo all'estero e stiamo insieme da quasi cinque anni. Quando sono rimasta incinta, sognavo molto l'armonia famigliare e volevo coinvolgere sin da subito tutti i nonni (era appena scoppiata la pandemia). Dalla nascita della bambina in poi è iniziato il mio calvario. Ero in ospedale, molto scossa poiché la bimba era sottopeso. Volevo pero' allattarla e sono stata incoraggiata a farlo (la glicemia della bambina era sempre sotto controllo). Mia suocera in una telefonata di gruppo davanti ai cognati mi ha sgridata perché stavo facendo morire di fame e sete la bambina facendomi entrare nel panico e chiedendo alle ostetriche di darmi latte artificiale. Mi sono sentita umiliata dal suo tono di voce, senza che il mio compagno intervenisse. Dopodiché mi ha detto che i bambini vanno messi a dormire a pancia in giu', io le ho spiegato che le ostetriche mi avevano appena raccomandato il contrario. E lei ha esordito con 'mi sembra talmente logico che un bambino a pancia in su si soffoca col rigurgito, questa è fisica! '. E fu cosi' che il mio compagno inizio' a domandare a 4-5 ostetriche quale fosse la posizione corretta. E anche li', ovviamente, aveva torto.

Quando mi hanno dimessa, ho continuato ad allattare al seno e continuava ossessivamente a chiedermi il peso della bimba, ho vissuto ogni appuntamento con la bilancia con l'angoscia. Dopo due mesi dal parto, mi ha sgridata per il fatto che volevo andare a fare una passeggiata con mia figlia a dicembre, dicendomi che il Professore che seguiva i suoi figli le aveva vietato di farli uscire di casa d'inverno (che da lei dura 3-4 mesi, da noi 9) per non prendere la bronchite. Sono stata costretta a contattare la pediatra che si è fatta una grassa risata alla mia domanda, dicendomi che è al chiuso che si ammalano i bambini. La prima volta che si è ammalata (a 18 mesi), ci ha mandato messaggi dicendoci che era nostro dovere assicurarci che la bimba prendesse l'antibiotico, invece io volevo seguire il parere del pediatra che riteneva che la bimba avesse un virus passeggero (da cui infatti è guarita senza problemi).

Il mio compagno pensa che sua madre abbia la verità in mano e il massimo sforzo che fa, è trovare un compromesso fra me e lei. Ma io non ho fatto un figlio con sua madre. Io gli ho consigliato di chiedere anche ad amici, di informarsi su fonti buone e farsi una SUA opinione e in tal caso scenderei a un compromesso. Mi domando poi come possa ancora ascoltarla, quando ha sbagliato qualsiasi consiglio/ordine che ci ha dato.

La mia domanda è: sono molto ferita da quell'atteggiamento nell'immediato post-parto, quando ero fragilissima. Mi sono sentita molto sola (e lo ero, in lockdown all'estero). Puo' essere che io perda le staffe cosi' tanto quando lei ci "consiglia" qualcosa, a causa di questa ferita?
O è normale aspettarsi che un nonno dica la sua solo se interpellato?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

Lei ci chiede se:
"..Fino a che punto è normale che la suocera intervenga?"
"..è normale aspettarsi che un nonno dica la sua solo se interpellato?..?

La risposta è:
La suocera è .. suocera e nonna la contempo.

Lasciando stare la dinamiche suocera-nuora per il momento e concentrandoci sulle dinamiche della .. *nonnità*, dipende da come il/la nonno/a "indossa" il proprio ruolo.
1. Se ritiene che l'esperienza garantisce di avere la verità in tasca, la persona risponderà senza essere richiesta, anche imponendosi.
2. Se invece è consapevole che -trascorsi trent'anni- le metodiche e le consuetudini possono essere cambiate, allora non interverrà se non su richiesta.
Potrà leggere: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5395-genitori-nonni-guerra-o-pace.html .

Però il problema non riguarda i nonni, bensì Suo marito, in mezzo alla diatriba *tra la propria moglie e la propria madre*. Perché questa è la vera forte alleanza nei confronti della bimba: la coppia genitoriale.
Ed è questo è il punto da approfondire nella Vostra coppia.
Al proposito mi chiedo se Lei sia riuscita a tenere insieme contemporaneamente il Suo aspetto di mamma e il suo aspetto di "donna-amante". Quando ciò non avviene, il padre, che si sente indebolito nel suo aspetto maschile di *compagno di vita e di letto*, torna psicologicamente alla propria famiglia d'origine dove troverà un amore incondizionato, come può leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3332-mamma-e-amante.html .

Come può vedere, le sfaccettature sono varie, interessanti e fondamentali: sia per la vita di coppia, sia familiare in senso geniotoriale.

Cordiali saluti.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/