Equilibrio nella vita

Buongiorno,
noto sempre di più che mi manca l'equilibrio nella vita o che, meglio, non riesco ad accettarlo.
Ho concluso una triennale in ritardo di 2 anni e ora sto facendo la magistrale; ho sempre studiato e in particolar modo quando in terza superiore le cose sono diventate più pesanti (maggior carichi di studio) ho iniziato a chiudermi a casa, e dare priorità allo studio.
Quindi le uscite con gli amici sono state ridotte a 1 a settimana o ogni due settimane, andando avanti con l'università, capita di uscire 2 volte o 1 volta al mese.
Questo mi dispiace, perchè sento di non dare l'importanza che si merita alla vita sociale, però non riuscendo mai a stare al passo con l'università, sento proprio l'esigenza di stare a casa a concludere/portarmi avanti con le cose da fare, non riesco proprio a combinare studio e distrazione.
In realtà a casa riesco a distrarmi, post pranzo o durante lo studio faccio sempre delle pause, probabilmente perchè la sento come qualcosa sotto il mio controllo, invece uscire con gli amici, non mi sembra così, mi sembra una distrazione più grande.
Il punto è che a volte capita di uscire, e quando succede voglio essere presente al 100%, quindi divertirmi veramente e non uscire tanto per.
Quindi è come se mi trasformassi, da una persona che è concentrata sugli studi e molto rigida, ad una persona che cerca di essere più leggera.
Però poi il giorno dopo, non sono mai serena, mi agita il fatto di essere stata quasi una persona diversa il giorno prima.
Mi chiedo il motivo, perchè questa è solo un'analisi personale, ma nulla di fondato.
Sento come se non riuscissi a gestire questi due lati, forse sono talmente presa dal "dovere" e dal voler essere il più possibile sul pezzo che vedo solo quello, e non essendo in pace, quando poi esco a divertirmi, il giorno dopo è come se mi chiedessi chi sono.
Forse non trovo nemmeno giusto divertirsi quando sono già indietro con alcuni esami e non riesco a studiare più di 4 ore effettive perchè mi sento stanca.


Vi ringrazio per la disponibilità
Buona giornata
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Dr. Vincenzo Cosentino Psicologo 204 12 1
Buonasera,
Da quello che racconta prende lo studio con molta serietà e molta disciplina. Questa abitudine è sicuramente proficua ma ovviamente non lascia spazio alle distrazioni.
Da quello che ha scritto, durante le superiori, il carico di studio si è intensificato al terzo anno. Ciò sembra un dettaglio ma suona come il momento in cui il suo approccio allo studio sia cambiato.
Forse ha frequentato un liceo, in cui i carichi di lavoro sono molto intensi o ha avuto un insegnante che le ha creato pressioni sul suo impegno scolastico.
Descrive inoltre che la laurea triennale, l'ha terminata con due anni di ritardo, come se fosse qualcosa di unico o un fallimento, quando la maggior parte degli studenti non termina nei tre anni previsti il percorso.
Quindi ciò che mi sento di suggerirle è di capire quando lo studio è diventato così importante, qual è stato il momento che le ha fatto mettere i libri davanti agli altri interessi.
Potrebbe anche porsi la domanda, se non ho successo nello studio, quali persone deludo? Quali sono le mie esperienze che mi fanno capire che non superando un esame, divento una persona sbagliata?
Buona serata.

Dr. Vincenzo Cosentino - Psicologo
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