Mi comporto in modo orrendo

Circa 6 mesi fa ho iniziato a notare che perdevo gradualmente motivazione di fare tutto, in primis studiare, anche se riuscivo ancora a mantenere una vita semi-funzionale.
Dopo un po' ho iniziato a sperimentare una tristezza immotivata per gran parte delle mie giornate, a volte anche piangendo senza un motivo.
Fare qualsiasi cosa sembrava più faticoso del normale ed è a metà Maggio che ho smesso di studiare e, visto che stranamente non h subito conseguenze, poi ho smesso di frequentare per il resto dell'anno.
(per rendere le cose più sensate, compio 18 anni a Gennaio e sono in quarto liceo ma dovevo registrarmi come maggiorenne per scrivere)
Ricordo dopo ciò un giorno in particolare in cui cadde mia nonna ed ero solo a casa con la domestica e poco dopo mi chiamò la professoressa di inglese per le mie assenze.
Da quel giorno provai un gran senso di colpa, mi sentivo un fallito e credevo che tutti stessero soffrendo solo per colpa mia.
La mia tristezza peggiorò, non riuscivo a dormire la notte e non c'era giorno in cui non pensavo alla morte.
Per evitare di sentirmi così ho passato un estate intera a cercare di distrarmi, rimanendo pur sempre isolato per vergogna di mostrarmi agli altri che sentivo di aver in qualche modo tradito.
La situazione è repentinamente migliorata quando un giorno iniziai a sentirmi molto energico senza un motivo e mi è capitato un altro paio di volte di sentirmi così euforico, peccato durasse pochi giorni.
Da quando ho avuto questi primi sbalzi d'umore ho visto uno psichiatra che mi ha prescritto il litio che all'inizio stava anche funzionando ma poi ho iniziato ad essere molto aggressivo.
Sapevo che non era un effetto del litio ma era la mia natura che si mostrava ora che finalmente non ero più depresso quindi ho deciso di smettere col litio visto che per me era più facile accettare di essere malato che un mostro.
Mi definisco tale perché da qualche mese ormai sono diventato molto violento e sadico, non provo la minima empatia e non ho alcuno rimorso per le mie azioni, nonostante aggredisca spesso i miei genitori anzi quello che mi preoccupa è che ne traggo piacere.
Mi sono sempre considerato un po' narcisista ma non sono mai arrivato al punto di godere nell'imporre la mia superiorità fisica sugli altri.
Non capisco come io abbia avuto questa transizione così assurda e soprattutto non capisco come mai mi sente ancora depresso in alcuni momenti.
Credo di non aver niente più per cui vivere dato che non mi riconosco più quindi sto vivendo alla giornata, ubriacandomi appena ne ho la possibilità.

Sinceramente non so perché sto scrivendo questo ma ho già un piano per riuscire finalmente a suicidarmi e nel frattempo potrei riuscire anche a togliermi qualche sfizio.
Buona serata a tutti.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 184
Gentile utente,
non dovremmo risponderle in quanto è minorenne, ma vorrei fornirle degli spunti per farle affrontare con maggiore consapevolezza la situazione dolorosa, a rischio, in cui si trova.
Lei descrive le variazioni del suo umore e di conseguenza del suo comportamento.
Scrive: "Non capisco come io abbia avuto questa transizione così assurda e soprattutto non capisco come mai mi sente ancora depresso in alcuni momenti".
Per la verità gli specialisti riconoscono in queste parole una sindrome ben nota, per la quale le è stato prescritto il farmaco appropriato. Credo però che le siano mancate le spiegazioni complete sulla natura del farmaco, e tutto l'aiuto che solo una psicoterapia può fornire.
Infatti lei scrive: "Sapevo che non era un effetto del litio ma era la mia natura che si mostrava ora che finalmente non ero più depresso quindi ho deciso di smettere col litio visto che per me era più facile accettare di essere malato che un mostro".
Non è così, caro ragazzo. I bruschi, violenti picchi che il suo umore subisce, fanno entrambi parte della malattia; in altre parole, lei è sia il "malato" che il "mostro".
La sproporzionata entità dell'ideazione negativa, in un senso e nell'altro, va tenuta a bada col farmaco, ma se non ha l'opportuna psicoterapia lei rischia di essere ugualmente preda dei pensieri di volta in volta depressivi o aggressivi che l'assalgono.
Sapendo che però la sua sindrome ha un nome e una cura, perché rinunciare ad affrontare questo impegno con coraggio?
Tenga conto che alle ASL, al Consultorio giovani, al Centro di Salute Mentale, ma anche presso varie Scuole di psicoterapia può trovare degli specialisti in grado di farle superare uno stato così distruttivo e doloroso.
Auguri infiniti. Ci tenga al corrente del suo recupero.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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