Rapporto genitori figli

Buonasera.

Purtroppo mi ritrovo a parlare sempre delle stesse cose ovvero il rapporto genitori/figli.
Nel 2020 ho conosciuto mio marito e abbiamo avuto un figlio.
Abitiamo nella casa che mio padre mi regalò qualche anno fa.
Dalla nascita di mio figlio i rapporti si sono inclinati.
I miei genitori tendono ad intromettersi in questioni che non gli riguardano.
Anche su mio figlio tengono sempre a mettere bocca.
Quando all'epoca comprarono casa io ero disposta ad accoglierli durante l'anzianità se se ne fosse ravvisata la necessità.
Le situazioni cambiano come la mia famiglia adesso ho un marito e un figlio.
Non per questo io non voglio prendermi cura di loro ma purtroppo tutti sotto lo stesso tetto non si può.
Ho mandato mio figlio all'asilo ma purtroppo sta sempre male e loro lo guardano quando sta male.
Ma non può essere che ogni volta deve essere motivo di rinfaccio.
Del tipo i patti all'epoca che abbiamo comprato casa erano diversi, la casa l'abbiamo comprata noi etc etc... Tutto un rinfaccio... Ovviamente i rapporti con i miei genitori si sono molto allentati.
Sono arrivati al minimo storico.
Io puntualmente passo da persona non riconoscente che sono cambiata.
Ma quello che penso io, se dovessi dare fastidio e mettermi sempre dentro casa di mio figlio, ma sarei io la prima a farmi da parte come è giusto che sia.
Io di loro mi prenderò cura sempre ma non può andare avanti puntualmente il rinfaccio che mi hanno comprato casa e che hanno fatto tanto per me.
Non riesco a capire dove ho sbagliato.
Semplicemente per aver detto che siamo due nuclei familiari differenti.
Mia madre ogni 3/4 giorni rinizia sempre con le stesse cose, arrivandomi pure ad accusare che quando mio padre si è sentito male la colpa è stata la mia.
Vi prego aiutatemi ad uscirne perché sinceramente non sopporto né loro né la situazione.

Invece di essere contenti che ho la famiglia mia ogni volta una storia.
E vabbè
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Buonasera,


In occasione dei consulti precedenti le sono stati dati dei consigli, ha provato a metterli in pratica?

Nella situazione che ha descritto risulta che i suoi genitori stanno avendo un comportamento che la mette a disagio, tuttavia noto che non ha descritto nessuna iniziativa da lei intrapresa, leggo tra le righe che lei non sta agendo

Cosa le viene da pensare quando prova a riflettere su cosa dovrebbe o potrebbe fare per risolvere il suo problema?

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[#2]
dopo
Utente
Utente
Sono già stata in psicoanalisi e mi è stato consigliato di adottare un impermeabile psicologico e di farmi scivolare il tutto. Ci ho provato, ma puntualmente ogni 3/4 giorni mia madre rinizia sempre con gli stessi discorsi. Probabilmente non sono io quella che deve farsi un autoanalisi. Non si può vivere sempre arrabbiati perché qualcun altro ha deciso di renderti la vita impossibile dicendo che loro hanno fatto i sacrifici e io non li apprezzo. Ma cosa dovrei fare? Mi sembra di essere arrivata ad un punto di non ritorno. Comincio a non sopportarli più. Non si può sempre rinfacciare cosa si è fatto. Altrimenti perché farlo? Nessuno gli nega una mano quando avranno di bisogno ma io non posso tenerli dentro casa visto il carattere che hanno e non posso sfasciare la mia famiglia per i loro comportamenti. Anche mio marito è stanco. Non sopporta più questa situazione. Ci sono sempre dei malumori. Lui mi consiglia di lasciarli stare. Un'altra cosa che è fuoriscita con il tempo è stata che mia madre si sta tutelando e che non vuole lasciarmi la quota di legittima. Io ho risposto semplicemente che è la legge che la prevede. Da lì si è scatenato un putiferio. Le ho anche detto che sono disposta dal notaio anche a rinunciarci. Ma più di questo cosa devo fare? Purtroppo mia madre ha subito un lutto quando era molto piccola e non è stata mai seguita da nessuno. Adesso i problemi riaffiorano ma non ne posso fare io le spese o la mia famiglia. Ho un bimbo piccolo a cui pensare.
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
È questo il punto: l'analisi che lei ha intrapreso per sé stessa non doveva avere per scopo di risolvere i problemi di sua madre, bensì i suoi: da quel che racconta sembra che lei non abbia intrapreso delle azioni mirate alla risoluzione del problema. Molte delle cose che riferisce sono perfino legalmente perseguibili, e suo marito, lo ha detto nel precedente messaggio, ha suggerito ad esempio di cambiare casa; non è da me che deve sentirsi dire quale soluzione è migliore, di certo dal punto di vista psicologico l'obiettivo è risolvere la crisi di decisionalità, come talvolta è chiamata, che le impedisce di agire con azioni più diciamo risolutive

Una delle cose più difficili è dover ammettere di non avere potere sugli altri, peggio ancora se questi sono familiari che non vogliono sentire ragioni, consideri però che rinunciare a fare un percorso psicologico adatto può costarle caro, in primis il matrimonio viste le circostanze; le consiglio vivamente di riprendere la terapia, magari con un altro professionista se non vuole tornare dal vecchio (mi pare di capire che ci sia stata in passato ma ora non più). Qui su Medicitalia può trovarne molti della sua zona, oppure può considerare una terapia online

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