Crisi di coppia. violenza o incomprensione?

Buongiorno, scrivo perché ho bisogno di un sostegno (anche emotivo) per capire cosa sta accadendo.
Sono figlio di una famiglia violenta (botte continue e insulti) e sto insieme a mia moglie da 20 anni (ne ho 40 adesso).
Anche lei e figlia di una famiglia violenta (altro tipo di violenza).
Siamo partiti per una grande città 15 anni fa (prima lei e dopo io).
Fino ad oggi abbiamo comprato casa, fatto tre figli e ci siamo sistemati lavorativamente.
Nel nostro rapporto si sono sempre verificate delle discussioni "furibonde" con insulti (soprattutto da parte sue) indicibili ma (nonostante per me le parole hanno un peso enorme) la questione finiva li.
Io ho sempre avvertito il peso della sua sofferenza e in un certo senso giustificavo questa sua violenza verbale riconducendola ad una sorta di trauma per il suo vissuto.
Oggi però qualcosa è cambiato perché vivo un processo di smantellamento della mia personalità quotidiano.
Non posso rimproverare i bambini perché vengo accusato di non essere comprensivo e di essere immaturo e violento nei modi, se parlo con qualcuno mi limita nel parlare con delle ochiatacce tremende, mi accusa di non saper gestire i soldi (ho comprato una casa e ne sto per prendere un'altra), mi accusa di essere un orso, di limitare la sua libertà, di soffocarla, di essere immaturo, infelice, insoddisfatto, nervoso, malato e via di seguito.
Tutto ciò mi fa sentire inadeguato in ogni situazione e in più vivo un senso di frustrazione perché nel mio intento tutto ciò che faccio lo faccio per la mia famiglia.
Ho anche pensato di rivolgermi ad un centro specialistico per gli Asperger (in alcuni sintomi mi ritrovo, ho fatto i test in line e sono poco sopra il limite in più noto che il bimbo è un po' come me oltre ad essere poco sopra la soglia dsa).
Ma se tutto diventa una critica allora diventa tutto inutile.
Quando gliene parlo lei sminuisce il tutto con la frasi "vabbè va... ma vaaa..." oppure con un "uffhhhh" e poi inizia con "abbiamo 40 anni, bisogna essere concreti, abbiamo una bella famiglia, un lavoro che non ci fa mancare niente perché non dobbiamo essere felici?
" Se gli dico che i motivi sono quelli che ho elencato sopra la risposta è "ma se il motivo sono io..." A volte penso che voglia che io faccia il primo passo verso la rottura.
Ma per me lasciare i bambini sarebbe come morire.
Grazie.
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Dr. Alice Garbin Psicologo 3
Buongiorno,
Mi sembra che la mancanza di un dialogo aperto e incondizionato sia uno degli ostacoli alla ricerca di serenità. Inoltre va considerato che probabilmente vi sono vissuti del passato che stanno influenzando il modo in cui ciascuno nella coppia si rapporta con l'altro e con i figli.
I momenti di crisi possono essere un momento in cui mettere in campo tutte le difficoltà reciproche e da lì ricominciare.
Consiglierei di trovare uno spazio neutro in cui affrontare il vostro rapporto insieme e di riflettere circa l'educazione ricevuta durante l'infanzia e quella che state improntando verso i vostri figli.

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta. In effetti è da qualche mese che affrontiamo l'argomento con uno specialista e, dopo le prime 2/3 sedute durante le quali si è uscito poco, siamo arrivati al nucleo della questione. Sarà stato, forse, un libro trovato per caso, che ho appena finito di leggere (Il dramma del bambino inascoltato) ma nell'ultima seduta ho espresso davanti il terapista il mio disappunto per tutto ciò che ho appena elencato. Preciso che con il terapista ho fatto una seduta da solo (prima di questa) e ho raccontato il mio vissuto. Ci consigliato di cercare di sentire le ragioni dell'altro ma a me non sembra che si stia impegnando più di tanto .... Sembra impermeabile a questo argomento. Mette sempre davanti l'educazione dei figli. Il terapista la chiama la coperta per coprire i problemi.