Genitore narcisista

Buonasera, sono un uomo di 33 anni che vive a casa con madre e sorella di qualche anno più piccola.

Sospetto fortemente che mia madre soffra di un disturbo narcisistico della personalità.
È qualcosa che ho realizzato da qualche settimana, leggendo su internet cosa significhi e unendo i puntini viene fuori il ritratto preciso di mia madre.
Svalutazioni, critiche, comparazioni, invasione della privacy, rarissimi dialoghi "profondi" e quasi sempre solo e soltanto litigi e aria generale di negatività.

Veniamo al dunque, io ho intenzione di andare a vivere da solo poiché sono realmente saturo, e mia madre ora non sembra prendere bene questa decisione.

La mia domanda è: può essere utile a qualcosa riferire a mia madre che lei è una narcisista?
Spiegarle cosa significa e cosa comporta?
Nel senso, se io dovessi spiegarle i suoi comportamenti e dirle che da ora in poi non faranno più breccia in me poiché ho "capito il trucco", questo dovrebbe farla smettere con i suoi giochetti?

Ho anche pensato di minacciarla dicendo che se avesse continuato con i suoi abusi/insulti sarei andato dai suoi colleghi/amici a dire com'è "realmente".
Ovviamente lei ha un'immagine pubblica molto alta, ci tiene molto a parlare bene di noi figli in pubblico.

Può servire a qualcosa?

Ringrazio anticipatamente.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 184
Gentile utente,
sembra che nella sua situazione familiare si trovino le radici del disturbo di cui ci ha parlato nel precedente consulto.
Da qui non è possibile fare diagnosi su una terza persona -sua madre-. Tuttavia le cose da lei elencate: "Svalutazioni, critiche, comparazioni, invasione della privacy, rarissimi dialoghi "profondi" e quasi sempre solo e soltanto litigi e aria generale di negatività" possono aver nuociuto senz'altro a lei che ci scrive e ad altri membri della famiglia.
Sembra quindi apprezzabile, data anche la sua età, il proposito: "ho intenzione di andare a vivere da solo poiché sono realmente saturo, e mia madre ora non sembra prendere bene questa decisione".
Come mai ha bisogno dell'approvazione di sua madre? Dipende ancora economicamente da lei? Esiste anche un padre, e con quale funzione negli equilibri familiari?
Questi elementi vanno chiariti.
Per rispondere alla sua domanda: "può essere utile a qualcosa riferire a mia madre che lei è una narcisista?", date le modalità che lei vorrebbe adottare per questa 'rivelazione' (scrive perfino che vorrebbe minacciarla di rivelare a terzi la sua malattia) io direi che il momento di un eventuale dialogo su questo può venire dopo che lei, se ne ha i mezzi, è andato via di casa, e solo allo scopo di suggerire a sua madre di curarsi.
Un valido aiuto, soprattutto se non ha amici o partner che possano supportarla moralmente, sarebbe uno psicologo. Questo l'aiuterebbe anche a non fare diagnosi improprie, ma soprattutto a non servirsi di una eventuale malattia di sua madre come di un'arma di offesa.
Tenga conto che nella sua regione, oltre alle ASL e ai Consultori, adesso c'è un bonus psicologo per accedere al consulto diretto con un professionista di sua scelta.
Ci tenga al corrente.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dr.ssa e grazie per la celere risposta.
La ringrazio anche per aver consultato la mia richiesta di qualche anno fa, e infatti ho capito solo ora la causa del mio malessere.
Da un lato ora mi sento ancora più amareggiato e triste, poiché se lei è veramente narcisista è come se ora avessi capito che non può cambiare. Mentre prima pensavo "beh magari devo solo farle capire certe cose", adesso mi sento davvero impotente. Sa quante volte ho pensato di chiederle "Ma tu non riesci a metterti nei miei panni? Non pensi che abbia bisogno dei miei spazi personali"?
E questo me lo chiedevo ben prima di scoprire del disturbo narcisista...
Non ho bisogno dell'approvazione di mia madre per lasciare casa. Ho solo "paura" di suoi eventuali ricatti psicologici. Del fatto che potrebbe andare in giro a sparlare di me e fare la vittima. Noi due lavoriamo nello stesso ambito, seppur in luoghi separati, condividiamo alcuni colleghi di lavoro. Al momento ho un lavoro precario e non ho ancora molti soldi da parte (per via di una malagestione personale, lo ammetto). Mio padre è andato a vivere da solo nel 2016 ed è sempre stato piuttosto assente, lo è tutt'ora. Sebbene lui non ci abbia mai umiliato/sminuito né abbia avuto comportamenti narcisisti.
Il fatto di "minacciare" per me sarebbe un deterrente per i suoi eventuali abusi. Rivelare ai suoi colleghi com'è realmente, se dovesse continuare. Questo intendevo. Non so neanche se comunicare la "scoperta" alle mie due sorelle.
Infine, poi smetto di tediarla, sto seriamente pensando al bonus psicologo. Ho sempre rimandato ma direi che non posso indugiare oltre. Vorrei solo che lei non ne venisse a conoscenza.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 184
Gentile utente,
da tutta la sua lettera si evince una mancata maturazione.
Se questa dipenda dal comportamento materno, da qui non posso dire; devo però segnalarle che tutte le relazioni sono a due vie, anche se indubbiamente un genitore ha su un bambino piccolo un peso ben maggiore di quello che il bambino ha sul genitore.
Ma il problema adesso è un altro: lei non è più un bambino, e il fatto che si senta criticabile o ricattabile, alla sua età, per voler fare quello che altri fanno dieci o quindici anni prima, dice quanto profondamente sia rimasto succubo dell'antica soggezione a sua madre; in pratica lei non è consapevole della sua età, non è cresciuto.
Un uomo della sua età non deve rendere conto a nessuno del perché va a vivere solo -semmai è vero il contrario- e qualunque recriminazione materna non può che ritorcersi sulla madre stessa.
Non mi stupirei che in quest'ottica lei abbia equivocato anche la figura paterna: suo padre se n'è andato, segno che non stava bene in famiglia, e lei lo reputa "assente". Non potreste essere voi figli, ormai adulti, a tenerlo lontano non cercandolo e dandogli l'impressione che non capite o addirittura biasimate la sua scelta?
Infine, la sua insistenza sul "narcisismo" segnala una volta di più quanto può essere deleterio internet per un non-specialista. Se sua madre è affetta da narcisismo -cosa da dimostrare- sarebbe curabile come qualunque malato.
Inoltre, narcisista o incapace di affetto oppure preda di cattive abitudini, il fatto che lei figlio non le abbia mai chiesto: "Ma tu non riesci a metterti nei miei panni? Non pensi che abbia bisogno dei miei spazi personali?" indica una paralisi della comunicazione fra voi.
Lei scrive: "Il fatto di "minacciare" per me sarebbe un deterrente per i suoi eventuali abusi. Rivelare ai suoi colleghi com'è realmente, se dovesse continuare".
Per fare questo non c'è nessun bisogno di impugnare maldestramente l'arma della malattia mentale: nella sua prima lettera lei ha già espresso i maltrattamenti di cui è stato vittima. Se ritiene di doversi "difendere" dalla maldicenza di sua madre, può citare "Svalutazioni, critiche, comparazioni, invasione della privacy, rarissimi dialoghi "profondi" e quasi sempre solo e soltanto litigi e aria generale di negatività".
Ma il fatto è che alla sua età, per andarsene, non c'è bisogno di dimostrare che a casa era maltrattato, come se avesse dodici anni.
Se sua madre si lamenterà perché il figlio, alle soglie della mezza età, sta finalmente conquistando la propria autonomia, be', io penso che gli altri la valuteranno da soli.
Io ritengo indispensabile che lei si affidi ad uno psicologo. Avrebbe dovuto farlo venti anni fa, o prima. Quando glielo ha suggerito la mia collega, in occasione della sua precedente email, ha forse pensato che fosse un optional?
Infine, perché mai sua madre o chiunque altro dovrebbe venire a conoscenza di un trattamento specialistico coperto dal più rigoroso segreto professionale?
Auguri. Se crede, ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#4]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto grazie nuovamente per la risposta.

Tanta carne al fuoco, e temo abbia ragione. Devo essere più assertivo e farmi toccare meno dalle sue parole. Ovviamente non c'è una diagnosi che indichi mia madre come narcisista, e temo pure che difficilmente si voglia mettere in gioco andando in terapia.

Io avrei dovuto farlo molti anni fa, è vero. Non l'ho fatto un po' per mancanza di coraggio, un po' per stupida spavalderia. Credevo di poter uscirne da solo. Invece va sempre peggio.

Quando parlavo del fatto che mia madre potrebbe venire a sapere dello psicologo, intendevo dire che magari vivendo con lei per richiedere il bonus avrei dovuto fornire delle carte anche sue (ISEE), ma di questo non sono sicuro, era solo un semplice dubbio.

Mio padre nel corso degli anni ne ha combinate molte, a mia madre e tutta la famiglia, e questo è oggettivamente vero.
Però ad oggi non serbo rancore nei suoi confronti e ogni tanto lo vado a trovare.

La verità dottoressa è che quando mia madre parla di me con i suoi colleghi o amici ha sempre belle parole. Se dicessi davvero quello che penso, temo che prenderebbero me per un bugiardo ingrato e lei per la vittima. È anche molto brava ad impietosire. Ovviamente questi sono solo pensieri miei, che virano sempre su dei pattern negativi, mi immagino sempre gli scenari più disastrosi nella mia testa.

Ma come dovrei reagire alle sue critiche e svalutazioni? Con il silenzio? Rispondendole? Cercare di farle capire le cose in maniera logica e costruttiva è impossibile poiché non ammette mai la colpa. Ricade sempre su noi figli.

Non mi resta che consultare il portale dell'INPS e fare quello che avrei dovuto fare molti anni fa. E nel frattempo cercare di gestire mia madre come meglio posso.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 184
Gentile utente,
tenga conto che alle ASL, al Consultorio, nei Centri di Salute Mentale, presso le scuole di psicoterapia sia private che universitarie esiste la possibilità di essere seguiti per cifre minime, o gratuitamente, e anche molti psicologi privati potrebbero venirle incontro.
Sua madre non lo verrà a sapere, ma forse sarebbe bene che lo sapesse: un figlio che alla sua età è ancora dentro casa dovrebbe essere più un problema che un vanto, non crede?
Sono lieta che stia prendendo finalmente in considerazione l'idea di farsi seguire. Non si incarti, adesso, nelle difficoltà burocratiche, ma formuli seriamente il proposito di un cambiamento salutare.
Molti auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la risposta, Dr.ssa.
Mi sto attrezzando per un colloquio con un professionista. Purtroppo sono anche entrato in un circolo vizioso dove vedo contenuti di internet a raffica riguardo il narcisismo, 30-40 video al giorno e sebbene siano molto utili al fine di sapere come gestire una persona affetta da questo disturbo, questa cosa accresce la mia ansia in una maniera vertiginosa. Non credo che mi faccia bene onestamente...
Forse la mia fonte di ansia più grande è sapere che se mia madre è effettivamente affetta da questo disturbo, non c'è niente che possa dire o fare per farla ragionare o cambiare idea.
Mentre prima, quando ero ignaro, pensavo che parlandoci seriamente sarei riuscito a farle capire questi disagi. Ora invece mi sento impotente.
Senza menzionare il fatto che anche parlare con altre persone di tutto questo è difficile, poiché la sua immagine all'esterno è quella di una persona buona, generosa ed affabile. Ovviamente ha avuto degli screzi anche lì e sanno che ha un carattere volubile e a volte irascibile, ma è comunque ben considerata.
Le uniche persone che hanno avuto vera esperienza di questi abusi sono le mie due sorelle.
Dovrei informare loro di questa "scoperta".
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 184
Gentile utente,
lei continua a spostare il suo 'locus of control' all'esterno, presumibilmente per non assumersi una buona volta la responsabilità e il compito di agire su di sé.
Guarda ossessivamente, compulsivamente, video sul narcisismo.
A cosa le serve? Pensa che gli specialisti usino quei video, per fare una diagnosi di disturbo narcisistico?
In realtà quale tipo di narcisismo abbiamo di fronte, quanto grave e pervasivo, e come affrontarlo, solo i test e i colloqui clinici possono dirlo. E a questo punto si procede, se il paziente è d'accordo, con la terapia.
Infatti perfino di fronte ad una diagnosi conclamata non è assolutamente vero che "non c'è niente che [si] possa dire o fare per farla ragionare o cambiare idea".
Sarebbe come dire che un narcisista non riceve nessun imput dall'esterno, affermazione falsa.
Provi ad essere un adulto e a comportarsi da tale. Vuol vedere che i rapporti con sua madre cambieranno, narcisismo o no?
Mi chiedo se ha già preso contatti con un suo curante. Se la risposta è no, rimane confermato che lei si nasconde dietro il disturbo di sua madre, vero o presunto, per non crescere.
La vita è sua; sia responsabile che fare dipendere le sue scelte da un "malato" non la farà stare bene.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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