Possibili effetti degli alcolici utilizzati per cucinare
Buongiorno dottori,
Volevo sapere, dal punto di vista bio-chimico, quando è possibile riscontrare degli effetti sensibili sull'organismo e sul sistema nervoso prodotti dall'apporto di alcolici (quali vini, distillati, liquori) nella preparazione alimentare.
Nello specifico; Risotti sfumati con vino, dolci cotti con liquori, flambè, brasati di carne cucinati con vino, ecc.
Esiste la possibilità fattuale che l'utilizzo di alcol in questi preparati possa produrre effetti sull'organismo oppure le quantità utilizzate, essendo residuali, non possono produrre effetti riconoscibili?
La mia domanda vuole avere carattere di chiarimento scientifico, so che la suscettibilità all'alcol è soggettiva e varia in base ad età, peso, sesso, abitudini ma proprio per questo volevo chiarire con voi quali sono le soglie oggettive, minime e massime.
sulle quali si puossa valutarne gli effetti.
Dal punnto di vista "culinario" si prenda in considerazione l'utilizzo medio di alcolici necessari per i suddetti preparati alimentari.
Posso aggiungere una nota personale, che spero non alteri gli intenti della mia questione, aggiungendo che dal punto di vista personale non vorrei assumere alcolici per "via indiretta" attraverso la cucina, dato che ciò mi causerebbe un certa ansietà.
Grazie mille dell'attenzione.
(Nel caso non fosse questa la sezione corretta per il tipo di quesito, vi prego di avvisarmi)
Volevo sapere, dal punto di vista bio-chimico, quando è possibile riscontrare degli effetti sensibili sull'organismo e sul sistema nervoso prodotti dall'apporto di alcolici (quali vini, distillati, liquori) nella preparazione alimentare.
Nello specifico; Risotti sfumati con vino, dolci cotti con liquori, flambè, brasati di carne cucinati con vino, ecc.
Esiste la possibilità fattuale che l'utilizzo di alcol in questi preparati possa produrre effetti sull'organismo oppure le quantità utilizzate, essendo residuali, non possono produrre effetti riconoscibili?
La mia domanda vuole avere carattere di chiarimento scientifico, so che la suscettibilità all'alcol è soggettiva e varia in base ad età, peso, sesso, abitudini ma proprio per questo volevo chiarire con voi quali sono le soglie oggettive, minime e massime.
sulle quali si puossa valutarne gli effetti.
Dal punnto di vista "culinario" si prenda in considerazione l'utilizzo medio di alcolici necessari per i suddetti preparati alimentari.
Posso aggiungere una nota personale, che spero non alteri gli intenti della mia questione, aggiungendo che dal punto di vista personale non vorrei assumere alcolici per "via indiretta" attraverso la cucina, dato che ciò mi causerebbe un certa ansietà.
Grazie mille dell'attenzione.
(Nel caso non fosse questa la sezione corretta per il tipo di quesito, vi prego di avvisarmi)
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Domanda molto interessante!
La risposta è NI, nel senso che non sempre l'utilizzo di alcol in cottura evapora completamente, per le diverse variabili (quantità utilizzata, percentuale alcolica, temperatura del preparato, ecc.).
Se vuole evitare questo dubbio, Le consiglio di utilizzare in sostituzione dell'alcol: aceto di mele o di vino bianco oppure succo di limone)
Cordialità
La risposta è NI, nel senso che non sempre l'utilizzo di alcol in cottura evapora completamente, per le diverse variabili (quantità utilizzata, percentuale alcolica, temperatura del preparato, ecc.).
Se vuole evitare questo dubbio, Le consiglio di utilizzare in sostituzione dell'alcol: aceto di mele o di vino bianco oppure succo di limone)
Cordialità
Dott. Serafino Pietro Marcolongo
Dietologia - Medicina Estetica
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Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.1k visite dal 17/09/2022.
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