, attualmente sto eseguendo un ciclo di terapia antibiotica a base di bassado 100

Gentili dottori,ho 49 anni e nel giugno 2008 venni sottoposto ad intervento di orchifunicolectomia per seminoma testicolare sx. Successivamente, nel maggio 2010, subii un secondo intervento per recidiva di seminoma che comportò l’asportazione della lesione con linfoadenectomia inguinale superficiale sx (istologicamente metastasi dermica di seminoma con linfonodi negativi). Da successive visite urologiche eseguite a seguito di flogosi prostato-vesciculare aspecifica che mi portavano sia alla comparsa di sensazione urente in fossetta navicolare dopo il mitto, nonché di un senso di peso ipogastrico e perineale (questi ultimi accusati, peraltro, di recente), mi è stata diagnosticata una probabile prostatite cronica riacutizzata. Dall’esame delle urine, e da quello colturale delle stesse, non è emerso tuttavia alcuna carica batterica. Premesso di aver già eseguito un ciclo di cure antibiotiche a base di LEVOXACIN 500 (1 cps/die x 10 gg), attualmente sto eseguendo un ciclo di terapia antibiotica a base di BASSADO 100 (2 cps/die x 7 gg e poi 1 cps/die x 20 gg) e di FERPROST (1 cps/die x 2 mesi) supportati dall’assunzione di fermenti lattici probiotici e multivitamici. Tra 3 mesi dovrò ripetere esame delle urine, urinocoltura e PSA totale, nonché successivo eventuale controllo. Ora, a fronte di tutto quanto sopra desidererei cortesemente sapere quanto segue: 1) da cosa può materialmente dipendere il fatto che, di quando in quando, una prostatite cronica si riacutizzi? 2) il fatto che, nonostante il problema sopra evidenziato, io e la mia compagna abbiamo una buona attività sessuale insieme può incidere in qualche modo sul riacutizzarsi di una prostatite? 3) ho sentito dire che fare sesso faccia bene alla ghiandola prostatica! Ciò è vero o è solo un mito? 4) il riacutizzarsi di una prostatite può dipendere, o meno, dal fatto di fare spesso con la propria compagna del sesso, tra cui quello anale non protetto? 5) fermo restando che la prostatite è un processo flogistico, la stessa può ritenersi, comunque, un qualcosa di carattere “infettivo” col rischio di essere sessualmente trasmissibile anche alla mia compagna? 6) da cosa può dipendere, di fatto, quel leggero senso di bruciore, più o meno nella parte alta della vescica (zona cintola per intendersi) che ancora accuso nonostante i cicli di antibiotici già assunti e quelli che sto prendendo? 7) sarebbe opportuno che anche la mia compagna facesse degli esami specifici dal momento che abbiamo sempre rapporti non protetti? 8) quale/i esame/i sarebbe, eventualmente, opportuno che io facessi in aggiunta? In attesa di una Vostra gradita e cortese risposta, Vi ringrazio per l’attenzione che mi vorrete riservare.
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Dr. Mirco Castiglioni Urologo, Andrologo 774 45
Per rispondere alle sue numerevoli e giuste domande potrebbe consultare un trattato di andrologia dove si parla di prostatite. Sicuramente i rapporti anali non protetti sono la via migliore per contrarre ogni genere di malattia venerea e non. L'uretra costituisce una valida barriera contro le infezioni ma spesso le barriere si indeboliscono e qui si manifesta la riacutizzazione del processo infiammatorio. Le farei una sola raccomandazione per esortala ad una corretta igiene sessuale. Una uretrite può sfociare oltre che in una prostatite anche in una orchiepididimite. Si ricordi di avere un testicolo solo e che la sua salute è fondamentale per il corretto apporto di testosterone di cui avrà bisogno le auguro almeno per i prossimi 40-50 anni.

Dr Mirco Castiglioni
Specialista in Urologia
Andrologo

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Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 15.9k 467 2
caro lettore,

Mi associo alla risposta del dottor Castiglioni.
Lei pone una serie di domande a cui il mondo urologico internazionale non è riuscito a dare adeguate risposte-
Lei è un paziente abbastanza "delicato" da un punto di vista uro-andrologico e come tale dovrebbe prendere opportune precauzioni per non contrarre infezioni, magari banali ma che per il suo fisico potrebbero essere "importanti".
Seguire normali norme igieniche di vita generale ed urinaria, seguire le indicazioni del curante
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

[#3]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per la cortese e sollecita risposta. Desidererei, però, sapere quali sono i sintomi tipici attraverso i quali è possibile capire se ci si è affetti, o meno, da orchiepididimite. Esiste, comunque, un esame specifico mediante il quale è possibile individuare se ci si è affetti da orchiepididimite? Ci si può guarire dalla stessa? Inoltre, la terapia antibiotica (sopra indicata) che sto assumendo è comunque valida?
Infine, potreste dirmi da cosa potrebbe dipendere quel senso di leggero bruciore/fastidio che, talvolta, accuso(generalmente al mattino o stando seduto a lungo) in concomitanza delle vescica urinaria nonostante la terapia antibiotica sino ad oggi effettuata? Come già detto prima, sia gli esami delle urine che quello colturale delle stesse hanno dato esito negativo. Preciso, infine, che non ho difficoltà ad urinare e non accuso senso di bruciore durante la minzione. Di notte, generalmente, mi sveglio ad urinare solo un paio di volte.
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