Intervento alla prostata con tecnica Holep

Ho subito un intervento con la tecnica Holep 40 giorni fa. Tuttora i fastidi non sono diminuiti, anzi proseguono senza apparente miglioramento. E sono improvvise e violente urgenze a urinare, con bruciori molto forti verso l'estremità del pene; con un forte sforzo di contenimento i bruciori si attenuano, per riapparire dopo pochi minuti. La minzione è abbondante, ma alla fine il bruciore è incredibilmente forte. Mi alzo 2 o 3 volte per notte e di giorno ogni 2 o 3 ore. Ero stato dimesso con un referto positivo e non mi era stata fissata nessuna visita di controllo. Il chirurgo interpellato mi ha rassicurato che tutto si sarebbe risolto. Mi ha fatto fare una urocoltura, che ha dato esito negativo.
Sono molto disorientato, anche perchè dopo il primo mese, mi vedo costretto a riprendere l'uso dei pannolini. Mi sono documentato sulla tecnica, ma vorrei una conferma: per accedere ai lobi prostatici mi pare sia indispensabile tagliare l'uretra, che è in sostanza un condotto tubolare, abbracciato dalla prostata.
Come si riprende la continuità delle pareti dopo l'intervento?
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Gentile Signore,
in tutti gli interventi per ingrossamento prostatico benigno, chirurgici ed endoscopici (la HOLEP è fra la tecniche più moderne), l'asportazione del tessuto "adenomatoso" comporta ovviamente la transitoria "scomparsa" del tratto di uretra che attraversa la prostata. Con la cicatrizzazione e la stabilizzazione dei tessuti, la mucosa della via urinaria colonizza nuovamente il canale "allargato". Praticamente ciò che prima era un "tubo" variamente compresso dall''esterno dal tessuto prostatico diventa un ampio "imbuto" attraverso cui l'urina flusice con più facilità. Ora, questo processo di stabilizzazione e ricostituzione dei tessuti si svolge in tempi molto variabili, in media si dice che dopo 40 giorni possa considerarsi completo. Ovviamente, trattandosi di un valore medio, ci sono eccezioni in entrambe i versi. Ci spiace che lei faccia parte del gruppo in cui la risoluzione è più lunga e che continua ad accusare disturbi irritativi anche intensi, dovuti al passaggio dell'urina acida su tessuti ancora "scoperti". L'irritazione è quindi meramente fisico-chimica, non vi è infezione, non vi è necessità di assumere antibiotici. Ha ragione il nostro Collega a tranquillizzarla, poiché praticamente tutti i casi si risolvono prima o poi. Oltre alla pazienza, può essere favorevole l'assunzione di comuni anti-infiammatori e - ancora per qualche tempo - dei farmaci alfa-litici di cui lei ha probabilmente fatto uso prima dell'intervento.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dott Piana; innanzitutto un ringraziamento per l'incredibile rapidità della sua risposta, che mi ha definitivamente tranquillizzato.
Mi ha dato modo di capire il semplicissimo motivo dei problemi transitori che ancora mi affliggono, ma mi permetta una osservazione, che ritengo debba essere rivolta purtroppo a molti medici, anche di chiara fama. Capita di venire trattati da loro con molta superficialità, nel senso che viene fatto passare il seguente messaggio: non si preoccupi, conosco il mio mestiere e non mi faccia altre domande. Talvolta un piccolo sforzo consentirebbe invece ottimi risultati sopratutto se le caratteristiche del paziente lo suggeriscono.
Comunque tutto è bene ecc..
Di nuovo grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Gentile Signore,
ringraziandola del suo apprezzamento, le ricordiamo che nessun medico onesto mai si ritrarrà dal rispondere a domande motivate e pertinenti. Talora i pazienti sono ancora impacciati da un immotivato timore reverenziale, in particolare per i nostri Colleghi più anziani.

Saluti
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